Le Pen e Salvini, gemelli diversi

“Per me la sua è una lezione d’orgoglio”. Le parole sono di Matteo Salvini e la lezione d’orgoglio è quella di Marine Le Pen, rimasta a bocca asciutta al termine delle elezioni regionali in Francia. Al primo turno il Front National ha incassato oltre il 40 per cento dei consensi ma al ballottaggio è stato sconfitto dall’alleanza – “ammucchiata della paura” l’ha definita il leader leghista – tra centristi e la destra repubblicana di Sarkozy. “Il Front National non ha perso – ha detto Salvini – rimane il primo partito in Francia. Ditemi dove si firma per avere in Italia lo stesso risultato che corro a firmare. Alle presidenziali non potrà funzionare lo stesso giochetto”.

Al ballottaggio i francesi non hanno premiato la destra più estrema di Marine Le Pen. Il sistema elettorale francese non aiuta, giusto dirlo, il Front National e per certi aspetti ricorda il nostro Italicum. “Se c’è un premier Valls che terrorizza i francesi dicendo che se vince Le Pen scoppia la guerra civile il clima diventa irrespirabile”, ha commentato Salvini. “Le presidenziali sono tra un anno e mezzo, vediamo cosa succede. Non credo che potranno mettere insieme tutto e il contrario di tutto. Noi e loro abbiamo un programma chiaro”.

Le similitudini tra la Lega e il Front National sono tante. Per prima cosa il populismo. E subito dopo, per certi versi come conseguenza, il sentimento anti europeista. Nel sostenere le stesse posizioni, però, ci sono dei distinguo da fare. Marine Le Pen sta catalizzando quella paura che i francesi, ma gli europei tutti, provano dopo i recenti fatti di Parigi. Il movimento lepenista è cresciuto inesorabilmente anno dopo anno. La sua leader sta anche pensando di cambiare nome al partito per scrollarsi di dosso quel retaggio di estremismo che sconfina in posizioni razziste. L’ultra destra francese rimprovera all’Europa di ficcare troppo il naso nelle faccende interne ma per farlo si appella al nazionalismo tipico francese e all’idea di unità. La Lega arriva dal federalismo a lungo sbandierato e dall’attenzione verso il Nord che solo recentemente ha tentato di ampliarsi a livello nazionale.

Similitudini ma anche differenze. Chi crede che la destra più estrema francese in futuro possa sparire commette un errore di valutazione semplice: manca di una visione d’insieme. In Europa: la crescita del Front National in Francia, dell’Ukip in Gran Bretagna, di Pegida in Germania e della Lega Nord in Italia è un dato di fatto. Salvini sa benissimo che da solo non potrà mai governare. Servono delle alleanze e degli accordi politici, sempre complicati tra partiti di estrema destra. Gli elettori vogliono solidità e la maggioranza ha paura di votare qualcosa che viene percepito come estremo. Secondo Matteo Salvini: “Puoi prendere tutti i voti che vuoi ma rimanere al palo se metti insieme tutti contro i “brutti, cattivi e fascisti”. Sottovalutare la crescita dei partiti più estremi, in tutta Europa, è un rischio che con il tempo potrebbe non essere più “contenuto” dalle leggi elettorali, vecchie e nuove.

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