Natale col boss (Film, 2015)

Volfango De Biasi (1972) si conferma buon regista di commedie grottesche e surreali, dopo l’esperienza de Un Natale stupefacente, dimostrando grande perizia tecnica alle prese con la parodia del poliziottesco e del noir, passando per i mafia-movie e i polizieschi statunitensi. Natale col boss aveva come titolo in lavorazione Natale a Gomorra e non sarebbe stato fuori luogo, viste le calzanti citazioni e diverse sequenze ambientate nel quartiere Le Vele di Scampia. Ma tutto il film è un gioiello per cinefili: Tarantino (Kill Bill), Il Padrino, Robert De Niro, Silvester Stallone, persino una sequenza da Il miglio verde (il topolino allevato in prigione), tutto è messo in parodia e citato a proposito.

Le prime sequenze al porto di Napoli sembrano uscite da un poliziottesco firmato Lenzi o Castellari e sono proprio le sequenze di azione a dimostrare tutto il mestiere del regista. Natale col boss è parodia, farsa, pochade, pervasa di scambi di persona e buffi inseguimenti, personaggi sciocchi e grotteschi, situazioni paradossali e qui pro quo a ripetizione. Ma è anche commedia all’italiana, strutturata su una sceneggiatura rigorosa e ricca di parti comiche che calzano a pennello per i protagonisti, battute efficaci, tormentoni memorabili. Il film racconta le disavventure di Alex e Dino (Lillo & Greg), affermati chirurghi plastici chiamati a rifare i connotati a un boss che per errore viene trasformato in Peppino Di Capri (invece che Leonardo Di Caprio), dando il via agli scambi di persona, vero sale della commedia.

Leo e Cosimo (Mandelli e Ruffini) sono due inetti poliziotti che devono dare la caccia al boss e vedersela con un commissario corrotto, ma soprattutto con la loro inettitudine. Mandelli interpreta anche il ruolo del Mammasantissima, indossando un mascherone che ricorda il vecchio de I soliti idioti. Giulia Bevilacqua è Sara, la sexy moglie di Leo, che vuole soltanto rientrare in polizia per infiltrarsi come finta prostituta della buoncostume, ma che Cosimo scambia per ninfomane fino al termine del film, dando vita a una gag-tormentone che ravviva i momenti morti della pellicola. Ottima fotografia da poliziesco di Tani Canevari, musica originale di Gregori (Greg) e Di Giovanni, che firmano la colonna sonora, mentre Gué Pequeno remixa versione rap Fiumi di champagne di Peppino di Capri, per i titoli di coda.

Un film divertente, una commedia che ricorda le parodie di Franchi & Ingrassia, ben interpretata da quattro attori in gran forma, persino Paolo Ruffini che – diretto da un vero regista – dimostra di saperci fare. Greg & Lillo non li scopriamo oggi, la loro vena umoristica surreale, ai limiti del cartone animato, è la cifra stilistica di una comicità originale. Indovinata la coppia Ruffini – Mandelli, che a tratti sembrano citare Montesano – Verdone ne I due carabinieri, ma che sono la parodia degli eccessivi poliziotti americani. Da vedere, senza pregiudizi intellettualistici.

Volfango De Biasi, da noi avvicinato ha confidato: “Mi fa piacere che finalmente sia riconosciuto il mio tentativo (in passato sono stato massacrato dalla stampa) di riportare l’autore nel cinema commerciale italiano. Un film per il pubblico può essere autoriale. Un film commerciale può essere fatto con amore e arte, in scrittura come in ripresa. Ci credo e continuerò a battermi per farlo”. Il bravo regista – con noi che amiamo da sempre Steno, Festa Campanile, Corbucci, Cicero… – sfonda una porta aperta. Come non condividere?

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Regia: Volfango De Biasi. Soggetto e Sceneggiatura: Volfango De Biasi, Alessandro Bencivenni, Francesco Marioni, Tiziana Martini, Lillo & Greg (Pasquale Petrolo, Claudio Gregori). Fotografia: Tani Canevari. Montaggio: Gianni Vezzosi. Costumi: Tatiana Romanoff. Scenografia: Luca Gobbi. Produttore: Aurelio De Laurentiis, Luigi De Laurentiis. Produzione e Distribuzione: Filmauro. Musiche: Claudio Gregori, Attilio Di Giovanni. Interpreti: Greg (Claudio Gregori), Lillo (Pasquale Petrolo), Paolo Ruffini, Francesco Mandelli, Peppino Di Capri, Giulia Bevilacqua, Francesco Di Leva, Francesco Pennasilico, Enrico Guarneri, Giovanni Esposito.

©Futuro Europa®

 [NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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