La Bossi-Fini, una legge sotto la lente

Una tragedia senza fine. Un altro barcone con a bordo almeno 250 migranti si è rovesciato venerdì nel canale di Sicilia. Il bilancio è di 50 morti, tra cui 10 bambini. La barca si trovava a 70 miglia da Malta. A meno di una settimana dal dramma di Lampedusa con 339 cadaveri recuperati finora. Secondo l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, Malta e Lampedusa dall’inizio del 2013 hanno accolto 32mila persone, due terzi delle quali hanno richiesto asilo. Mentre l’Europa ha promesso all’Italia 30 milioni di euro per gestire l’emergenza, in Parlamento tiene banco il dibattito sulla legge Bossi-Fini.

La commissione Giustizia del Senato ha approvato il 9 ottobre un emendamento – presentato da due senatori del Movimento 5 Stelle – che, nel caso incassasse il parere favorevole delle Camere, abolirebbe il reato di clandestinità per gli immigrati irregolari in Italia. “La situazione di irregolarità si configurerà ancora come un illecito amministrativo che, però, potrà essere punibile con l’ordine di espatrio e non con l’arresto”, si legge nell’emendamento che, comunque, non toccherebbe i provvedimenti di espulsione e le altre fattispecie di reato contemplate dalla Bossi-Fini.

Ma quali sono? La legge n. 189 del 30 luglio 2002 ha sostituito e modificato la Turco-Napolitano e prevede espulsioni immediate con accompagnamento alla frontiera. Gli immigrati irregolari privi di documenti d’identità validi, vengono portati in centri di permanenza temporanea al fine di essere identificati e poi respinti. L’ingresso e la permanenza degli immigrati sono rigidamente subordinati all’esercizio di un’attività lavorativa. La norma ha ristretto la durata del permesso di soggiorno per gli immigrati disoccupati, da dodici a sei mesi e, inoltre, ammette i respingimenti al paese di origine in acque extraterritoriali, in base ad accordi bilaterali tra Italia e paesi limitrofi.

Chi aiuta i migranti a entrare nel nostro Paese rischia l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reato punito con la reclusione fino a tre anni. La Bossi-Fini ha anche introdotto l’obbligo di rilevamento e registrazione delle impronte digitali. Dal luglio del 2009, con il pacchetto Sicurezza, è stato introdotto il reato di immigrazione clandestina, con un’ammenda da 5mila euro fino a 10mila per lo straniero che entra illegalmente nel territorio italiano.

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