Riscopriamo la Politica, i Partiti

Ormai è da anni che si parla di “crisi della Politica”, di “crisi dei Partiti”. La verità è che le ragioni di queste crisi nascono dal fatto che sia la “Politica”, sia i “Partiti”, con la fine della Prima Repubblica non ci sono più.

Con l’avvento di Berlusconi, al quale va dato atto di aver salvato il Paese battendo la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto che già assaporava una facile vittoria, si è sostituita la classe dirigente con “nominati” presi dalla società civile e catapultati nelle Aule Parlamentari grazie ad una nuova legge elettorale definita “Porcellum” dallo stesso estensore.

Di conseguenza sono sparite le Sezioni territoriali dei Partiti che svolgevano un importante ruolo di collegamento fra i cittadini ed i Partiti stessi; i “nominati” si sono guardati bene dall’essere presenti sui collegi, talché gran parte degli elettori non hanno mai saputo chi fosse il Deputato o il Senatore del proprio territorio; i cittadini si sono dovuti basare, per compiere delle scelte, solo dei mezzi di informazione ed in particolare degli ossessionanti programmi televisivi per capire, passivamente, quali fossero gli obiettivi di Governo e le proposte delle singole sigle politiche. Il progressivo aumento dell’astensionismo è il risultato amaro di questo nuovo procedere della Seconda e Terza Repubblica con effetti devastanti sulla partecipazione quale prima regola democratica.

Oggi, dunque, più che mai in presenza di un Premier come Renzi che vive di spot, annuncite, inaugurazioni, Leopolde, selfie, riforme istituzionali “ad personam” ecc., chiunque abbia voglia di porre fine a questo “imbonimento” dell’opinione pubblica senza risultati decisivi per le ripresa morale, economica della nostra società, ha solo una strada da intraprendere, prima che sia troppo tardi: quella di ricreare sui territori una militanza idealmente motivata che sappia essere reale punto di riferimento di quanti intendano sottolineare personalmente i propri problemi e possano, insieme, individuare adeguate proposte risolutive.

Il cosiddetto “Centro-Destra” che ama, giustamente, definirsi alternativo al Renzismo, al Grillismo (altro esempio di impegno politico virtuale tramite Internet), si decida ad uscire dal Palazzo; non basi l’incidenza della propria presenza solo sul numero di Parlamentari che oggi vanta e che domani, con le preferenze, molti difficilmente saranno rieletti; la smetta di discutere aprioristicamente di Leadership; consenta, con umiltà e coraggio, che queste siano scelte da coloro i quali avranno la capacità di riconoscere autorevolezza a chi propone cose serie, concrete e realizzabili nell’interesse generale del Paese, a chi ha la capacità di parlare al cuore, all’intelligenza e non alla pancia degli elettori.

Senza queste caratteristiche, l’immagine, le promesse, le bugie avranno sempre più il sopravvento sulla realtà e la crisi della “Politica”, dei “Partiti” sarà senza ritorno, producendo solo la fine delle istituzioni democratiche tramandateci con il sangue dai nostri Padri Fondatori. Le nuove generazioni non ce lo perdoneranno.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo è Membro Political Assembly PPE Bruxelles]

Condividi
precedente

Kerry e Lavrov pontieri per la pace in Siria, forse

successivo

Italia delle Regioni

2 Comments

  • Articolo illuminante: si dovrà rivedere il ventennio che ha portato alla demolizione della Politica, e dei Partiti, previsti e tutelati dalla Costituzione. Si dovrà, serenamente, renderne esplicite le ragioni. Si dovranno elencare, sulle colonne ‘dare’ e ‘avere’, cosa abbiamo guadagnato e cosa perso dal 1992 ad oggi. Si dovranno enumerare in sequenza, con la freccetta a destra, la demonizzazione dei partiti, la moda dei politici ‘giovani’ e ‘provenienti dalla società civile’, l’insufficienza a volte conclamata dei nuovi politici rispetto alla complessità della materia, l’indebolimento e a volte il linciaggio delle assemblee elettive, le riforme elettorali, quelle procedurali per vie di fatto prima che normative e il prevalere dei leader nei nuovi partiti e degli esecutivi nell’ordinamento politico-amministrativo. Sarebbe interessante se tutto questo si facesse a partire da chi, come il centro-destra berlusconimorfico, è stato in chiave anti occhettiana il laboratorio della Seconda Repubblica; salvo poi essere sorpassato, nelle soluzioni individuate, dall’evoluzione estrema del berlusconismo, il renzismo.

  • La politica e i partiti hanno abbandonato l’etica del buon governo per far posto soltanto alla conquista e al mantenimento del potere.
    Auguri di Buone Feste!!!

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *