RAI, come e cosa cambia
La riforma Rai è Legge. Il Senato ha confermato negli ultimi giorni dell’anno il testo licenziato dalla Camera. Le novità principali riguardano la governance della televisione pubblica: nuova figura dell’Amministratore delegato e CdA più snello non più eletto dalla commissione di Vigilanza. Dovranno essere resi pubblici i compensi dei dirigenti, ma solo se superano i 200mila euro all’anno. La norma, però, non riguarda le “star”. Cerchiamo di capire cosa e come cambia la Rai con la riforma approvata dal governo.
L’Amministratore delegato è eletto del CdA su proposta dell’assemblea dei soci, e quindi dal Ministero dell’Economia, e resta in carica per tre anni. Il consiglio di amministrazione può, in questo lasso di tempo, revocare la nomina. Quali sono i poteri dell’Ad? Può nominare i dirigenti ma per le nomine editoriali deve avere il parere del CdA che con la maggioranza dei due terzi esprime un parere vincolante. I membri del governo non possono ricoprire la carica di Ad della Rai.
Altra novità riguarda la figura del Presidente di garanzia che viene nominato da CdA tra i suoi membri, per accedere alla caricare deve incassare l’ok della commissione di Vigilanza con i due terzi dei voti.
CdA più snello. Diminuisce il numero dei componenti del CdA che da nove scende a sette: quattro sono eletti dal Parlamento, due sono nominati direttamente dal governo e uno viene scelto dall’assemblea dei dipendenti. E’ previsto anche un tetto alle retribuzioni dei consiglieri. Chi è stato ministro, viceministro o sottosegretario da meno di un anno dalla data della nomina non può far parte del Consiglio d’Amministrazione.
Super Dg. Fino al prossimo rinnovo il consiglio d’amministrazione resta così come è stato nominato ad agosto scorso: i cambiamenti – Amministratore delegato compreso – devono attendere il successivo giro di nomine. Nel frattempo i poteri dell’Amministratore delegato sono esercitati dal Direttore generale, un “super Dg” pro tempore.
Trasparenza sui compensi, ma non per tutti. Saranno, infatti, resi pubblici gli stipendi dei “soggetti diversi dai titolari di contratti di natura artistica, che ricevano un trattamento economico annuo omnicomprensivo a carico della società pari o superiore a 200mila euro”. Le “star” non dovranno rendere pubblico alcun compenso.
Rai sempre più legata al governo. I contratti nazionali per lo svolgimento del servizio pubblico durano adesso tre anni e non più cinque. Il governo diventa sempre più centrale per la tv di Stato perché prima di ogni rinnovo dei contratti deve indicare gli indirizzi.
Il ddl affida al Governo la delega ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, un decreto legislativo per la modifica del testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici. A maggio scade la concessione del servizio pubblico, il Ministero dello Sviluppo economico potrà avviare una consultazione pubblica sugli obblighi del servizio medesimo.
Cambia anche la modalità di pagamento del Canone che verrà addebitato nella bolletta della luce. Per il 2016 l’importo è fissato a 100 euro, la prima rata (70 euro) si pagherà a luglio, i restanti 30 euro saranno spalmati nelle bollette successive. Dal 2017 il canone dovrebbe essere pagato in rate più piccole su base mensile per tutto l’anno.