Quo vado? (Film, 2015)
Quo vado? è un film originale e divertente che merita lo straordinario successo di incassi che sta riscuotendo, anche perché riesce nell’impresa impossibile di riportare al cinema persone di ogni età, quel pubblico popolare che affollava le sale negli anni Settanta. Era dai tempi delle pellicole interpretate da Franchi e Ingrassia che non vedevamo un simile fenomeno e che non ridevamo così di gusto.
In breve la storia, raccontata come un lungo flashback dal protagonista di fronte a una tribù africana, che dopo averlo catturato deve giudicare se merita di continuare a vivere. Checco (Zalone) è un ragazzo cresciuto nel mito del posto fisso che vive con i genitori (Micheli e Modugno), svolge un lavoro inutile in Provincia (ufficio caccia e pesca), non ha il peso di una famiglia e non si assume alcuna responsabilità. La sua vita cambia quando il governo vara la riforma della pubblica amministrazione decretando il taglio delle province. La perfida dirigente Sironi (Bergamasco) cerca di farlo dimettere con proposte economiche e un pressante mobbing a base di assurdi trasferimenti. Checco, su consiglio del senatore Binetto (Banfi), decide di non mollare – il posto fisso è sacro! – e accetta ogni nuova missione. Persino il Polo Nord, in una base scientifica, dove è chiamato a difendere la bella ricercatrice Valeria (Giovanardi) dagli attacchi degli orsi polari. L’amore finirà per cambiare un animo gretto ed egoista, votato a difendere soltanto i propri privilegi, ma prima che questo accada il pubblico dovrà farsi un sacco di risate.
Gennaro Nunziante – regista di tutti i film di Checco Zalone – gira la sua opera più compiuta, una commedia grottesca on the road, che porta lo spettatore a viaggiare dal sud assolato delle Puglie fino al profondo nord della norvegese Bergen, dove la notte dura sei mesi, passando per Calabria e Africa (pure se ricostruita in provincia di Latina). Fotografia perfetta, magiche sequenze delle nevi eterne e dei tramonti boreali, ma soprattutto comicità graffiante, battute dai precisi tempi comici e sceneggiatura che non fa una piega. Luca Medici si supera come musicista, realizzando una colonna sonora straordinaria, il cui pezzo principale (La prima repubblica) diventa virale non appena si ascolta, ma che contiene altri pezzi nuovi e citazioni che provengono dagli anni Settanta (Tornerai, Felicità…). Medici non è da meno come attore nei panni della maschera del nullafacente pugliese Checco Zalone, non sbaglia una battuta e interpreta in maniera naturale un ruolo che gli calza a pennello. Bravissima Eleonora Giovanardi nel ruolo di Valeria, la ricercatrice che fa capire a Checco il giusto modo di impiegare la vita, ma anche Sonia Bergamasco è una perfetta tagliatrice di teste. Maurizio Micheli e Lino Banfi sono chiamati a passare il testimone della loro comicità a un erede naturale come Checco Zalone. Micheli è il padre caustico affezionato al mito del posto fisso e degli assegni familiari; Banfi è il politico maneggione che ha trovato un lavoro a tutto il paese prima di essere rottamato. La storia tiene, nonostante alcune battutacce che possono apparire omofobe, razziste e maschiliste (ma in bocca a Luca Medici non lo sono!), la sceneggiatura non sbaglia un colpo e si conclude persino con una solida morale.
Un film imperdibile, se amate il cinema comico, che riconcilia con la produzione italiana e che si confronta – senza perdere la faccia – con il grande esempio della miglior commedia all’italiana.
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Regia: Gennaro Nunziante. Soggetto e Sceneggiatura: Gennaro Nunziante, Luca Medici. Musiche: Luca Medici. Fotografia: Vittorio Omodei Zorini. Montaggio: Pietro Morana. Scenografia: Alessio Vanucci, Valerio Girasole. Costumi: Francesca Casciello. Produzione: Pietro Valsecchi per Taodue Film. Distribuzione: Medusa Film. Durata: 85’. Genere: Commedia. Interpreti: Luca Medici (Checco Zalone), Eleonora Giovanardi (Valeria), Sonia Bergamasco (la dottoressa Sironi), Maurizio Micheli (Peppino, padre di Checco), Ludovica Modugno (Caterina, madre di Checco), Nini Bruschetta (il ministro Magno), Lino Banfi (senatore Binetto), Paolo Pierobon (ricercatore), Azzurra Martino (fidanzata di Checco).
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]