Casaleggio, chi è davvero costui?
Fino a pochi anni fa Gianroberto Casaleggio era semisconosciuto al grande pubblico, noto quasi solo allo zoccolo duro del Movimento 5 Stelle e a qualche appassionato di internet in cerca di informazioni più precise sulla struttura del “non partito” di Grillo. Poi le cose sono cambiate, soprattutto dopo il celebre fuorionda in cui Giovanni Favia a Piazza Pulita lo accusò direttamente di annientare la democrazia interna al movimento.
Da quel momento Casaleggio è dovuto uscire dall’ombra. Anche se va detto che non è che si sia mai nascosto di proposito, visto che era con Grillo sul palco del Teatro Smeraldo di Milano nel 2009 in occasione della fondazione dell’M5S. Ma sicuramente, per parecchio tempo, il guru di Grillo è rimasto in disparte, alimentando una marea di voci sul suo conto. E quindi, chi è in verità Gianroberto Casaleggio? Qual è il suo ruolo nell’aver portato il Movimento 5 Stelle da partito dal 3% a competitore del Partito Democratico?
E’ un manager e un esperto di strategie di comunicazione digitale, uno dei più bravi. Il guru dei 5 Stelle vanta un corposo ‘curriculum’ di collaborazione con importanti aziende italiane ed internazionali, da Telecom Italia a IBM, passando per JP Morgan Chase, Hewlett Packard, Philip Morris. E’ arrivato a Grillo attraverso l’intenso rapporto con Antonio Di Pietro, e la sua Italia dei Valori, di cui ha curato il Blog sino al 2010. La fondazione del Movimento Cinque Stelle è avvenuta, per sua stessa dichiarazione, il 4 ottobre 2009 per onorare San Francesco d’Assisi, di cui quel giorno viene celebrata la memoria in tutta la Chiesa Cattolica.
Riviste come Forbes o giornali come The Observer hanno inserito il blog di Grillo, che Casaleggio cura da dieci anni, tra i siti più influenti al mondo. Oltre al blog, Casaleggio cura la casa editrice Adagio. Dove ci sono informatica e affari, lì c’è lui, che è riuscito a trasformare in altro la popolarità del sito di Grillo. “Chi spera di trovare un blog in realtà entra in uno splendido negozio con un sistema di vendita che funziona benissimo” ha affermato Edoardo Fleischner, docente di Nuovi media e società alla Statale di Milano e coautore del saggio “Chi ha paura di Beppe Grillo?”. Secondo molti, almeno parte del successo ottenuto dal M5S alle elezioni politiche del febbraio 2013 e quello ottenuto alle elezioni amministrative del 2012 si basa sulle strategie elaborate da Gianroberto Casaleggio.
Le due parole più importanti nella strategia comunicativa del manager, ripetute molte volte da Beppe Grillo durante i suoi comizi, sono “rete” e “informazione”. In un’intervista, Casaleggio aveva detto: “Ognuno ha la sua informazione, ha la sua verità”. A livello politico questo messaggio è stato tradotto, e spesso citato durante le campagne elettorali, nell’incitamento a una diretta partecipazione dei cittadini, in modo da creare un’entità collettiva, facendo a meno della struttura organizzativa classica dei partiti: l’obiettivo è quello di creare un soggetto collettivo capace di prendere decisioni senza limiti ideologici, in una sorta di democrazia diretta.
E’ autore di numerose teorie, alcune bizzarre, altre ardite ma profetiche. Come il fatto che per il 2014 sarebbero sostanzialmente ‘defunti’ i quotidiani cartacei. Scaldalo, irrisione, poi i fatti gli hanno dato e stanno dando sostanzialmente ragione, visto che questi vivono ormai, e specie in Italia, di una vita sempre più precaria e destinata a sostanziale esaurimento (salvo alcuni appassionati e feticisti, che magari useranno tutti i media elettronici, ma avranno comunque, il piacere di avere in mano ogni tanto un buon vecchio quotidiano di carta).
Casaleggio è un uomo schivo e poco comunicativo. Le sue apparizioni pubbliche sono state poche in questi anni: l’ultima quella di Piazza San Giovanni, a Roma, durante la manifestazione del 2015 organizzata dal M5S nell’ultimo giorno di campagna elettorale. Dei suoi video futurologici, tipo Prometheus, più che le sparate andrebbero ascoltate le affermazioni di teoria della comunicazione. Esempio: “Il concetto di informazione statica, libri-articoli-immagini, si trasforma in flusso di conoscenza. La pubblicità è scelta dai creatori di contenuti, dagli stessi autori, e diventa informazione, confronto, esperienza”. O, nel libro citato: “Siamo tutti giornalisti. È la nuova figura del prosumer, insieme produttore e consumatore delle notizie. Niente filtri tra potere e cittadini”.
Scrive Casaleggio nel libro firmato con Grillo “Siamo in guerra. Per una nuova politica”, edizioni Chiarelettere, “in Rete non si possono oscurare le notizie, non si può mentire a lungo, è impossibile sottrarsi a questo nuovo “tribunale del popolo” perché la nostra identità ombra ci accompagna e influenza l’opinione che i navigatori hanno di noi”. Dopo il primo incontro con Casaleggio, nel 2004, dopo uno spettacolo del comico genovese a Livorno, Beppe Grillo disse di lui: “Questo o è un genio o è un pazzo”. Insieme a Casaleggio, Grillo ha studiato le strategie comunicative del movimento, utilizzando di volta in volta determinate parole chiave, che sono, secondo Casaleggio, quelle che funzionano meglio nella comunicazione politica. In un’intervista rilasciata dopo la pubblicazione, Casaleggio ha spiegato: “Non siamo un partito, non siamo una casta, siamo cittadini punto e basta”. La frase è entrata poi anche in una canzone che si sente spesso ai comizi di Grillo, cioè un pezzo del 2010 scritta dal gruppo rap Supa.
Tuttavia, basta fare una piccola ricerca in rete per rendersi conto dell’insofferenza della base del movimento alla sua figura. Nei siti e nei forum dei militanti grillini Casaleggio viene tratteggiato come un’entità oscura, un Richelieu che manipola pro domo sua la figura di Beppe Grillo. Secondo alcuni di loro, Casaleggio è un imprenditore che vuole fare i soldi. Grillo ed il suo movimento sono un’ottima strada per raccogliere una fortuna e mettere in piedi un piccolo impero. I supporters grillanti si dividono. Per i fedelissimi il loro guru è un ingenuo soggiogato dalla volontà imprenditoriale e capitalista del suo manager. Per gli scettici Casaleggio è la Yoko Ono di Beppe Grillo: ha fatto perdere la testa al “fondatore” e ora si deve togliere dai piedi.
Al netto della prosopopea e dei deliri complottisti, quella di Gianroberto Casaleggio rimane, pur sempre, una figura misteriosa.