Father and son (Film, 2013)

Hirokazu Kore-eda (Tokyo, 1962) è un interessante autore giapponese, che in Italia è stato studiato da Claudia Bertolé nel saggio Splendidi riflessi di ciò che ci manca (Pag. 180, Euro 14, Il Foglio Letterario) da aggiornare, visto che si ferma al 2013. Kore-eda inizia la propria attività presso la rete televisiva TV Man Union, famosa per produzioni di documentari. La sua opera prima è Lessons from a Calf (1991). L’esordio nel mondo della fiction è del 1995, con Maborosi, premio Osella d’Oro per la migliore fotografia alla Mostra del Cinema di Venezia. Accolti con favore dalla critica internazionale anche i successivi After Life, Distance, Nobody Knows, Hana, fino ai più recenti Still Walking, Air Doll, I wish. Il suo ultimo film, in concorso a Cannes, è Little sister, intensa indagine sui legami familiari che si creano tra tre sorelle e la figlia del padre, conosciuta durante il funerale di un genitore che da 15 anni era andato via di casa.

Prima di vedere l’ultima opera di Kore-eda è interessante riscoprire Father and son, intenso apologo familiare sull’importanza dei rapporti educativi che vanno ben oltre i legami di sangue. La storia racconta le vicende di Nonomiya Ryota, architetto di successo, grande lavoratore, uomo che fa dell’impegno una religione. La sua vita cambia quando – insieme alla moglie Midori – viene chiamato  a colloquio dall’ospedale di provincia dove sei anni prima era  nato loro figlio, Keita. La coppia riceve la notizia che è stata vittima di uno scambio di neonati, Keita è il figlio biologico di un’altra coppia, che sta crescendo il loro vero figlio, insieme a due fratellini, in una realtà economico – sociale molto più modesta.

Il film è scritto dal punto di vista del padre, mentre il lato femminile della vicenda vive in sottofondo, ma non è sentimentalmente meno importante. Il regista analizza i tormenti di Ryota che deve scegliere tra il figlio naturale e il bambino che ha cresciuto e amato per sei anni. La risposta finale, sotto forma di tesi posta  all’attenzione dello spettatore è che i legami di sangue non contino niente di fronte all’intensità di una vita passata assieme a un figlio, a lunghi anni fatti di rapporti educativi complessi, di litigi, di amore e di abitudini. Kore-eda è autore in senso completo, scrive e sceneggia la pellicola, che rifinisce in sala montaggio, assoluto padrone della tecnica e dei tempi cinematografici, conosce le regole della suspense e le applica al cinema sentimentale. Molti piani sequenza, brevi panoramiche come pennellate di vita, ralenti, soggettive inquietanti e introspettive per un cinema che è neorealismo dei sentimenti. Father and son è ben fotografato da Mikiya Takimoto, tra notturni cupi e giornate autunnali color ocra, passate lungo il corso di fiumi, campagna piovigginosa dove far volare aquiloni e periferia industriale di Tokyo. Struggente colonna sonora al pianoforte con alcuni brani di Bach, mai invasivi, ma di contorno alla storia.

“Nessuno tranne te sa fare il padre di tuo figlio!”, afferma un personaggio per sottolineare quanto sia importante la presenza del genitore accanto al proprio bambino, ma al tempo stesso il regista aggiunge che a legare non è il sangue ma l’educazione, la convivenza giorno dopo giorno. Il film è ben interpretato da attori ispirati che danno vita a personaggi mai monodimensionali, vere persone ricche di pregi e difetti. Nel cinema di Kore-eda non ci sono buoni e cattivi, ma uomini e donne, con le loro debolezze e le loro paure. Stupenda la soggettiva finale che accompagna Ryota in cerca di un abbraccio da parte di Keita, che fugge da lui perché si sente abbandonato, ma ancor più bella la soggettiva al contrario che abbandona i personaggi alla loro esistenza, quando rientrano in casa e sembrano aver capito che non possono modificare ciò che hanno costruito sino a quel giorno. Il sangue non cancella i sentimenti. Pare che la DreamWorks abbia acquistato i diritti del film. Non è una buona notizia, perché gli statunitensi possono solo realizzare un remake commerciale di un’opera che è pura poesia dei sentimenti. Da vedere.

. . .

Regia: Hirokazu Kore-eda. Soggetto e Sceneggiatura: Hirokazu Kore-eda. Fotografia: Mikiya Takimoto. Montaggio: Hirokazu Kore-eda. Musiche: Shin Yasui. Interpreti: Lily Franky, Isao Natsuyagi, Jun Fubuki, Jun Kunimura, Kirin Kiki, Machiko Ono, Masaharu Fukuyama, Megumi Morisaki, Yoko Maki. Drammatico. 120′. Produzione: Gaga, TV Man Union. Distribuzione: Bim. Giappone 2013. Data di uscita in Italia: 3 aprile 2014.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

Condividi
precedente

Il rispetto non va preteso ma conquistato

successivo

Bail-in, la normativa UE

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *