Quarto grado per il M5S

Il Movimento 5 Stelle, alla prima esperienza di governo in diverse amministrazioni italiane, sta dimostrando di avere non pochi problemi nel mantenere una linea politica coerente ed univoca. A sei mesi dall’elezione, il sindaco di Gela, Giovanni Messinese, è stato espulso dai 5  Stelle perché “fuori asse rispetto ai princìpi di comportamento degli eletti del movimento”. A Parma, il sindaco Federico Pizzarotti governa in costante polemica e scontro con i vertici pentastellati, ma con l’appoggio dei consiglieri comunali. Situazione inversa a Livorno, dove il sindaco Filippo Nogarin può vantare la fiducia assoluta dei vertici, ma conserva una maggioranza risicata (un solo voto) dopo i contrasti insorti con tre consiglieri pentastellati, poi espulsi dal Movimento per aver votato contro di lui.

A Quarto, la situazione è più grave. Un consigliere del movimento, Giovanni De Robbio, campione di preferenze, è stato indagato per voto di scambio e tentata estorsione aggravata ai danni del suo stesso sindaco, sempre del M5S, Rosa Capuozzo. Mentre l’inchiesta avviata dal PM John Henry Woodcock diventava stringente,  il Movimento ha espulso De Robbio il 14 dicembre.  Il sindaco Capuozzo, sentito in Procura prima di quella data, ricorda di essere parte lesa. E ribadisce di aver subito pressioni da De Robbio per assegnare lo stadio di Quarto, affidato fino ad allora a un sodalizio “per la legalità”, a privati (De Robbio, secondo le indagini, ne avrebbe promesso la gestione ad Alfonso Cesarano, boss della camorra locale).

Intanto sul web circolano con insistenza foto e video che ritraggono Luigi Di Maio e Roberto Fico mentre festeggiano e abbracciano Rosa Capuozzo la sera della vittoria elettorale a Quarto.  E Debora Serracchiani, esponente di punta del PD, affonda il colpo: “Di Maio e Fico a Quarto hanno fatto campagna elettorale a tappeto, dando lezioni di onestà. Chiariscano”.

Ma di cosa è accusata la povera Rosa Capuozzo, se le intercettazioni dei Carabinieri sembrano confermare la sua indisponibilità a farsi manovrare dagli emissari della camorra? La risposta è contenuta nella telefonata del 15 Dicembre scorso, nella quale Capuozzo, preoccupata,  informa la collega di partito Daniela Monfrecola, di aver  evitato di denunciare le minacce subite dall’ex consigliere De Robbio per non sollevare un polverone mediatico che avrebbe danneggiato  l’esperienza di governo del Movimento 5 Stelle  e perché in attesa di istruzioni dai  superiori nel Movimento. Grillo, dopo un lungo silenzio, è finalmente intervenuto per difendere il proprio sindaco: “Il sindaco M5S di Quarto e l’amministrazione sono parte lesa e non hanno mai ceduto alle pressioni politiche dell’ex consigliere De Robbio”.

La situazione è, improvvisamente, cambiata dopo che Roberto Saviano, con un tweet, ha chiesto le dimissioni della Capuozzo: “Il sindaco di Quarto deve dimettersi. Se non lo fa, il M5S aggiungerà una blackstar al suo simbolo”. Dal blog di Grillo arriva la “virata” dei 5 stelle, che “scaricano” il proprio sindaco: “Chiediamo con fermezza a Rosa Capuozzo di dimettersi e di tornare al voto. La strada dell’onestà ha un prezzo”.

La vicenda ha del grottesco, e del patetico. Il sindaco doveva essere immediatamente espulso o strenuamente difeso. Una delle due. Perché questo “ripensamento” improvviso? Il sindaco non era (ed è ancora) parte lesa? E poi: non era il M5S quello che aveva sempre tuonato contro i giornali, le pressioni della stampa e le sue campagne mediatiche? Ed ora si piega, senza batter ciglio, al tweet di Saviano, che, in quanto a moralismo, detta la linea? I pentastellati, che hanno sempre rivendicato il primato della purezza facendo dell’onestà il loro distintivo,  sono rimasti molto scossi da quest’indagine e le discussioni sul web lo confermano.

Inquietante è anche il caso di Gela,  nel ragusano dove quattro dei cinque consiglieri grillini hanno accusato il sindaco del loro stesso movimento di utilizzare “metodi clientelari”, e ne hanno ottenuto l’espulsione dal M5S: non era mai accaduto, è il primo caso di un sindaco “sfiduciato” dal movimento.

“Tutto ciò non fa che confermare, in realtà, il tentativo di normalizzazione intrapreso dal Movimento 5 Stelle, il tentativo di farsi spazio tra gli antichi interessi e vizi del Paese. Una brutta figura, dunque. Ma, soprattutto, una verginità ormai persa”, dice l’ex ideologo del MoVimento e docente universitario Paolo Bechi. Mentre la polemica continua, a Roma si avvicinano le elezioni amministrative. La città attende un nuovo sindaco.

©Futuro Europa®

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