Il viaggio di Arlo (Film, 2015)
Torna il fantastico mondo Disney-Pixar con un prodotto esaltante sotto l’aspetto degli effetti speciali e della tecnologia 3D, ma non meno interessante dal punto di vista dei contenuti. Non è facile far convivere le due cose ma in questa spettacolare rappresentazione della vita dal punto di vista dei dinosauri il risultato è raggiunto. Come sostiene il critico Fabio Canessa, i cartoni animati (ma è riduttivo chiamarli così) salveranno il cinema, forse per la pochezza del vero e proprio cinema – aggiungo sommessamente – non solo per il livello raggiunto dai prodotti di animazione. Il viaggio di Arlo di Peter Sohn e Bob Peterson parte dall’assunto fantastico di un mondo primitivo in cui i dinosauri non si sono estinti, ma convivono con i primi uomini. Non solo, sono proprio loro gli esseri evoluti, mentre i nostri antenati dispongono soltanto di intelligenza e istinto di tipo animalesco.
l film racconta la crescita fisica e morale di un dinosauro timoroso del mondo, rimasto orfano di padre, e la sua amicizia con il coraggioso Spot (un piccolo uomo che sembra un cagnolino), che lo accompagna nel viaggio e condivide mille peripezie. “Il film narra la storia di un fanciullo e del suo cagnolino, ma le parti sono invertite, il ragazzo è un dinosauro e il cagnolino è un ragazzo”, ha detto il regista Peter Sohn. Un affascinante viaggio nella preistoria, un paesaggio ricostruito alla perfezione con molte citazioni del cinema western, anche a livello musicale, e tipica morale disneyana con il tema della morte del padre e del figlio costretto a diventare adulto. Il viaggio iniziatico di Arlo contribuisce alla crescita e al superamento delle troppe paure, così come l’amicizia per un essere diverso come il piccolo uomo è un altro tema attuale. Infine abbiamo la perdita dell’amico, lasciato libero di seguire il suo mondo e di vivere tra i suoi simili, ma anche la riscoperta della famiglia da parte del dinosauro, che torna a casa per riabbracciare i propri cari. Il figlio prende il posto del padre, in un toccante finale, confermando la previsione del vecchio genitore: non solo potrà essere come lui, ma persino migliore.
I personaggi di contorno (la famiglia dei tirannosauri, lo stiracosauro, il velociraptor) non sono al livello di precedenti comprimari delle migliori produzioni Disney-Pixar, ma i due protagonisti sono fantastici, perfetti nella caratterizzazione di un’amicizia che supera le barriere della diversità, descrivendo due esseri agli antipodi che si accettano reciprocamente e collaborano per la buona riuscita del viaggio. Le animazioni e i disegni riproducono un paesaggio degli Stati Uniti ispirato alla Jackson Valley, ma anche alle montagne di Teton, alle cascate di Yellowstone e alle praterie del Montana, per finire con il Road Desert.
Curioso l’avvicendarsi dei registi: il film è stato diretto da Peterson (autore del soggetto) fino ad agosto 2013, quindi sostituito da Sohn – per problemi con la sceneggiatura – che ha ultimato le riprese. Uscito in Italia e negli USA il 25 novembre 2015. Da vedere insieme ai vostri figli.
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Regia: Peter Sohn, Bob Peterson. Soggetto: Enrico Casarosa, Bob Peterson. Sceneggiatura: Meg Lefauve. Produttore: Denise Ream. Produttore Esecutivo: John Lasseter. Case di Produzione: Walt Disney Pictures, Pixar Animation Studios. Distribuzione: Walt Disney Pictures. Musica: Thomas Newman, Mychael Danna, Jeff Danna. Durata: 93′. Titolo originale: The Good Dinosaur.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]