Spose di guerra
Una cosa è certa: questi tizi del Califfato hanno grande presa sulla ragazze; in Inghilterra quattro studentesse sono partite per la Siria proprio per sposare quattro “eroi”. Matrimoni approvati dai capi, come dire, da quelle parti non è solo l’amor a comandare. Due di loro sono diventate vedove subito, causa il lavoro usurante dei mariti.
Kadiza Sultana, 16 anni, Amira Abase, 15, e Shamima Begum, 15, hanno preso questa decisione romantica un anno fa; una quarta di cui non si sa il nome è partita dopo qualche mese. Il viaggio è cominciato da Gatwick verso la Turchia da dove poi hanno raggiunto la Siria. Amira ha sposato un jihadista australiano, ammazzato dopo pochissimo. L’altra vedova è Kadiza, la più grande del gruppo.
Tasnime Akunjee, l’avvocato di due delle famiglie delle fuggitive, ha dichiarato che i parenti sono preoccupatissimi e che dato che le loro figlie hanno preso questa decisione in età giovanissima, la colpa è dello Stato, loro sono vittime di chi governa, male aggiungo io, di chi non ha protetto le bimbe. È chiaro che le ragazze non sono anglosassoni di origine, che non appartengono all’upper class, che sono di religione musulmana. Però di qui a considerarle vittime ci vuole! Sicuro hanno seguito il tremolio delle loro mutandine e la voglia di far della loro vita un’avventura romantica.
Nelle comunicazioni con le loro famiglie a Londra, le ragazze hanno fatto sapere che l’ISIS ha vietato loro le comunicazioni via cellulare nella loro roccaforte di Raqqa, dove, nell’ultima comunicazione hanno fatto sapere di vivere; un bel posticino non c’è che dire. Le comunicazioni con il mondo esterno avvenivano attraverso internet cafè via Skype. Le ragazze erano tutte studentesse al Bethnal Green accademia nel East London. Qualche tempo fa il Ministro dell’Istruzione, Nicky Morgan, si è recato proprio nella scuola a est di Londra per lanciare un sito web anti-estremismo.
La speranza delle famiglie che le ragazze possano tornare si affievolisce. Pare che alle ragazze sia stata comunque offerta la scelta tra gli uomini selezionati dai capi, pensate che modernità; uomini ritenuti idonei non so in base a quale parametro. Comunque sicuramente più anziani; pare che uno di questo sia di origine canadese e abbia addirittura 20 anni di più della sua sposina.
La partenza di queste ragazze, è stato un duro colpo per la comunità musulmana nella zona est di Londra ed ha ben sottolineato come il Califfato sia un gran richiamo per alcuni giovani in cerca di avventure o in cerca di novità. Certo è che forse una nuova vita l’hanno trovata; sotto i bombardamenti insieme a uomini che della donna apprezzano solo certe parti anatomiche, che non danno importanza al fatto di avere rapporti sessuali con bambine o poco più.
Nel marzo dello scorso anno il Commissario di Scotland Yard, Sir Bernard Hogan-Howe, ha detto che se le ragazze decidessero di tornare potrebbero farlo senza timore di essere accusate di terrorismo, a meno che non emergano prove concrete della loro implicazione in fatti di violenza.
Fatti come questi, che non sono isolati perché ne sono successi in altre paesi europei, sono un segnale allarmante della capacità di reclutamento via web di questi assassini. Che trovano terreno fertile anche perché molte comunità non si sono mai veramente integrate, per ragioni varie e non tutte imputabili solo a loro. Manca sicuramente la giusta via, il buon senso delle azioni di tutti, il dialogo non peloso e soprattutto l’ascolto dei disagi. Questi assassini reclutano solleticando menti magari un pochino puerili, la possibilità di vite diverse, migliori. Peccato che per la maggior parte delle volte il sogno finisca in una misera camera sotto le macerie causate da un bombardamento.