Marcelo Rebelo de Sousa, Presidente conservatore e versatile

Portogallo – Eletto al primo turno Domenica 24 Gennaio con il 52,99% delle preferenze, il professore di diritto e commentatore star delle televisione Marcelo Rebelo de Sousa ha saputo giocare la carta dell’uomo super partes. E’ riuscito a superare di gran lunga l’indipendente di sinistra Antonio Sampaio Novoa che ha ottenuto solo il 22% dei voti. Il 9 marzo subentrerà al Capo dello Stato uscente Anibal Cavaco Silva, suo ex-compagno di partito nel conservatore Psd.

Marcelo Rebeiro de Sousa è un professore di diritto fuori dal comune, diventato popolare fuori dal suo ambiente conservatore per la sua lunga esperienza televisiva come commentatore politico. A 67 anni, colui che  rappresenta una delle personalità più influenti mai esistite nei 40 anni di democrazia portoghese, ha conquistato il vertice dello Stato dopo aver perso l’occasione di diventare Primo Ministro alla fine degli anni ’90. E’ un personaggio che il suo biografo Vitor Matos definisce “ambiguo e contraddittorio”, che ha vissuto al centro della vita politica portoghese da quando è nato. Rebelo de Sousa sembra essere il miglior esempio di potere mediatico del Paese. Nato a Lisbona nel 1948, deve il suo nome a Marcelo Caetano, che succederà a Antonio Salazar prima della fine del regime dittatoriale rovesciato nel 1974 e che era grande amico di famiglia. Suo padre, medico, è stato ministro e governatore coloniale sotto Caetano. Studente brillante, sognava già in tenera età di dirigere il Paese e si è spesso definito essere un “individuo formato per essere una speranza per il regime (dittatoriale) che aveva però deciso diversamente”. All’università si avvicina agli ambienti più moderati del regime, che chiedevano maggiore apertura, e si allontana dal suo mentore Caetano, eminente professore di diritto. Nel 1973 partecipa alla fondazione del settimanale Expresso, del quale diventa uno dei cronisti più temuti, con la censura sempre ai calcagni.

Con l’arrivo della Democrazia, prende parte alla fondazione del Partito Socialdemocratico (PSD, centrodestra) e diventa deputato all’Assemblea Costituente, senza mai abbandonare la sua carriera accademica. Deputato, eurodeputato, giureconsulto, la politica è la sua vita. All’inizio degli anni ’80, Rebelo de Sousa entra a far parte del Governo, prima come Segretario di Stato, poi come Ministro per i rapporti con il Parlamento. Dieci anni dopo, la sua prima grande sfida elettorale, come candidato sindaco di Lisbona, ma fallisce. E’ un elettrone libero della vita politica portoghese, criticato per la sua inclinazione all’intrigo e per la sua mancanza di lealtà. Ma non molla e torna protagonista della scena politica nel 1996 assumendo le redini del PSD, all’epoca all’opposizione. Sotto la sua direzione, il Partito si astiene più volte nel votare il bilancio dello Stato, permettendo al Governo socialista, a quei tempi in minoranza, di arrivare a fine mandato. Un fervente cattolico divorziato che ottiene un’importante vittoria quando vincono i “no” al referendum sull’aborto. A pochi mesi dalle elezioni politiche del 1999 però getta la spugna dopo veder naufragare il suo progetto di creare una coalizione di destra.  Già l’anno successivo il “Professor Marcelo” fa i primi passi nel ruolo di commentatore star, che distilla con grande eloquenza le sue piccole frasi ad ogni suo appuntamento televisivo la Domenica sera, davanti ad un numero di spettatori sempre crescente. Il popolo lo ama perché diverte, anche se i suoi detrattori criticano il suo passare con troppa leggerezza dai commenti politici a quelli di attualità economica o sportiva. Unico candidato di destra alle presidenziali di Domenica 24 Gennaio, ha corteggiato gli elettori del centro  definendosi un rappresentante della parte “sinistra della destra” e ripetendo all’infinito che non sarebbe stato un “contropotere” per il nuovo Governo socialista, portandosi garante della stabilità politica del Paese.

Ma cosa molto importante, con questa elezione Marcelo Rebelo de Sousa acquisisce un enorme potere: quello di sciogliere l’Assemblea. Questa prerogativa potrà essere utilizzata nella coabitazione che si sta prefigurando, se l’alleanza fragile sulla quale vive il Governo socialista crollasse. Il PS ha firmato degli accordi con la sinistra radicale per disporre della maggioranza, ma esigendo la Commissione Europea, la BCE e il FMI un abbassamento del deficit di bilancio – dal 3% al 2,6% – entro la fine dell’anno, questi accordi potrebbero andare in mille pezzi per motivi sia ideologici che politici. Ma non dimentichiamo che colui che viene a volte soprannominato “il camaleonte” è un elettrone libero, a servizio della destra, e che non rifiuterà a se stesso nessuna decisione. Agendo spesso nell’ombra, si è costruito un’immagine di centrista per guadagnare una dimensione che lo rendesse adatto alla Presidenza, in un Paese dove il Capo di Stato è innanzitutto garante del buon andamento delle istituzioni. Conoscendo le sue abilità tattiche, i suoi avversari politici non si fidano dell’imparzialità dichiarata. Capace si di adattarsi alle circostanze, ma pur sempre un vero conservatore, coinvolto in numerose associazioni caritatevoli e che si oppone con veemenza all’aborto e ai matrimoni gay.

Il quotidiano Publico scriveva il 25 gennaio che Marcelo Rebelo de Sousa sarebbe stato il “Presidente della Repubblica più intelligente, colto, simpatico e divertente di tutti i tempi”. Ciò non cancella la fama di temibile politico, che in quarant’anni di carriera ha creato e distrutto molti personaggi, facendo calare anche i consensi intorno al suo Partito. De Sousa ha definito “assurda” l’ipotesi di scioglimento del Parlamento al suo arrivo al palazzo presidenziale. La stabilità prima di tutto, “vanno evitati Governi che non durano che sei mesi o un anno”, ha ripetuto più volte, “non sarò il Presidente di nessun Partito”, e si è impegnato ad essere un “arbitro super partes”. Forse il Portogallo aveva bisogno di una personalità forte, ma solo il tempo saprà dircelo.

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