Eurispes, Rapporto Italia 2016

Il “Rapporto Italia. Percorsi di ricerca nella società italiana” ventottesimo Rapporto Italia Eurispes 2016 fornisce il quadro di un’Italia frenata da evasione fiscale, burocrazia e mancanza di innovazione. Questo è il fermo immagine che delinea la situazione sociale del nostro Paese, presentato dall’Eurispes a conclusione dell’indagine che annualmente conduce e che sono stati illustrati dal Presidente Eurispes, Gian Maria Fara. Nello stesso tempo, però, aumenta, anche, la fiducia nelle istituzioni, nelle forze dell’ordine, il consenso nei confronti delle cariche dello Stato, dell’intelligence e di quanti lavorano per la sicurezza del Paese.

La stessa immagine del Pontefice, Papa Francesco, si legge nel Rapporto, pur registrando un leggero calo, sta contribuendo a rilanciare “l’identità latina e cristiana dell’Europa” calo, comunque, meno pesante di quanto non avvenga, invece, per altre personalità della politica e dell’economia. Anche, come conseguenza indotta dalle vicende di cronaca di cui siamo tutti a conoscenza, in Italia aumenta la paura degli attentati e questo fattore ha inciso sulle abitudini degli italiani cambiandole profondamente. Ancora emerge un Paese che diventa sempre più ecologista e animalista.

Tanti dati da cui emerge che, finalmente, il 2016 presenta segnali di ripresa e l’aumento dell’ottimismo – dell’1,5% al 16,2% per quelli che segnalano un ottimismo lieve, dallo 0,0% al 1,1% per quelli che segnalano un netto miglioramento – e migliora la situazione economica delle famiglie; aumenta, come dicevamo, la fiducia degli italiani nelle istituzioni e il numero di quanti hanno fiducia nel governo – dal 18,9% del 2015 si passa al 28,6% con un balzo in avanti di quasi il +10% rispetto all’anno appena finito.

Il 47,3% degli italiani – con un + 13,4% rispetto al 2015 – indica per il 2016 una sostanziale stabilità economica del Paese. Il 14,7% – + 10,1% rispetto al 2015 – si dice convinto che la situazione migliorerà nel corso del 2016, dimezzandosi conseguentemente – dal 55,7% al 27,3% con un – 28,4% – la percentuale di quanti prevedono un peggioramento futuro. Pur permanendo una situazione di grave disagio sul versante delle economie familiari, infatti in controtendenza rispetto al 2015 il 40,7% indica un peggioramento della propria situazione economica, anche se il 12,3% (+ 9,4%) dice di aver registrato un aumento delle proprie risorse.

Sul fronte delle nuove tecnologie: il Computer portatile sorpassa quello fisso – 64,5% per il primo a fronte del 54,7% per il secondo; lo Smartphone e utilizzato dal 75,7% degli italiani e ricordiamo come solo nel 2015 erano il 67%; il Tablet/Ipad lo possiedono il 43,3% degli italiani mentre nel 2015 erano 36,8%. Gli italiani usano la Rete per cercare informazioni di loro interesse per il 97,8% degli italiani, per inviare e ricevere mail – per l’85,8% – per navigare sui Social Network – il 68,9% – guardare filmati su YouTube – il 66,8% -, controllare il proprio conto bancario – il 65,1% -, fare acquisti – il 55%.

Il Rapporto Italia è strutturato attraverso l’esplicazione di sei rapporti dicotomici, che sono analizzati nella la redazione di altrettanti capitoli (saggi) del Rapporto, a cui si aggiungono sessanta “schede fenomenologiche”. Le dicotomie riguardano le questioni che, per Eurispes, sono da considerare rappresentative dello scenario politico – sociale ed economico dell’Italia in questo momento storico, anche se non ne esauriscono in modo esaustivo le problematiche né gli ambiti del “Sociale”: libertà-necessità, religiosità-secolarizzazione, io-noi, menzogna-verità, programmazione-improvvisazione, fragilità-solidità. In sostanza viene fornita l’analisi e lo studio di “asset” che, se valorizzati, possono contribuire a rilanciare l’Italia, e non solo la sua immagine, nel mondo.

Sono, contemporaneamente, analizzate le criticità del nostro sistema Paese per quanto concerne gli aspetti sociali ed economici, ma anche i punti di forza come il “Made in Italy alimentare”, la moda il ritorno dei giovani alla terra, e i nuovi orizzonti tecnologici e offerti dai “big data” che rappresentano uno dei volani per una possibile ripresa dell’occupazione, così come la miniera d’oro, sempre in relazione all’occupazione e all’economia rappresentato da quello che strettamente rappresenta un “patrimonio dell’Italia”. Il comparto del restauro dei beni museali e culturali e le opportunità che si aprono per le nostre produzioni migliori nei nuovi scenari internazionali dei mercati.

Per Eurispes l’invidia è il “peccato che blocca l’Italia”. Tanto da dar luogo ad una vera e propria sindrome, quella che il Rapporto definisce come: “Sindrome dal Palio di Siena” che “non ci permette di trasformare la nostra potenze in energia”.  “L’Italia – come dice il Presidente Fara – è rallentata da una diffusa e radicata sindrome del palio di Siena, la cui regola principale è quella di impedire all’avversario di vincere, prima ancora di impegnarsi a vincere in prima persona. L’invidia e la gelosia, diventano il propellente indispensabile alla crescita e allo sviluppo se volte in positivo. Stimolano la concorrenza nel mercato privato, spingono comportamenti più virtuosi, apprezzabili e spendibili sul piano del ruolo e dell’immagine nel pubblico. Nel nostro Paese – prosegue il Presidente Eurispes – invidia e gelosia si traducono in rancore e denigrazione. Odiamo e denigriamo il nostro vicino più bravo, invece di impegnarci per raggiungere risultati migliori e superarlo in creatività, efficienza e capacità, spendiamo le nostre migliori energie per combatterlo. Un vero e proprio spreco di potenza, una filosofia di vita del contro invece che del per”.

Il Presidente sottolinea che i segnali di ripresa ci sono, ma l’Italia resta comunque un Paese incapace di “fare sistema, in una Società evanescente in cui sembra che il nostro Paese faccia di tutto per negare il proprio valore e che a noi manchino il gusto e il piacere di sentirci italiani, sottovalutando né di quelle prerogative in cui non siamo inferiori agli altri Paesi né di quei concittadini che hanno conseguito risultati di eccellenza”.

Dicevamo del “rapporto cittadini-Istituzioni” nel quale non si può fare a meno di notare che siamo in presenza di un aumento del consenso riposto nelle istituzioni con un 7,5% a cui fa da contraltare, specularmente, il livello del grado di sfiducia che si abbassa del 22,7% – dal 69,4% del 2015 al 46,7% del 2016 – che aumenta ancora di più la positività del dato percentuale. In aumento anche il consenso per il Presidente della Repubblica Mattarella che arriva al 52%, la fiducia nel Governo passa al 28,6% quest’anno rispetto al 18,9% del 2015 e il Parlamento raggiunge il 20% rispetto al 10,1% del 2015.

Il Presidente Fara, nella sua Relazione d’insieme illustrativa del Rapporto, si sofferma anche su Burocrazia e Fisco, che sono, “i due principali amplificatori della crisi che l’Italia sta vivendo, che trattiene il Paese e non gli permette di utilizzare le enormi potenzialità di cui ancora disponiamo per rilanciare lo sviluppo e l’economia “una potenza inespressa, imbrigliata e condizionata da un sistema di regole e vincoli soffocanti”. “…l’incremento incredibile della produzione legislativa necessaria a regolare la nuova complessità sociale ed economica, ha trasformato la burocrazia da esecutore prima in attore poi, poi ancora in protagonista ed ancora in casta e infine in vero e proprio potere al pari, se non al di sopra, di quello politico, economico, giudiziario, legislativo, esecutivo e dell’informazione” queste le parole del Presidente Eurispes.

Il tutto in una contesto estremamente sfaccettato per quanto riguarda le questioni etiche. Solo per citarne alcuni: l’eutanasia registra il favore del 60% degli italiani, l’adozione di bambini per coppie omosessuali il 29% dei consensi, aumenta il dato percentuale di coloro che si dichiarano favorevoli al matrimonio tra persone dello stesso sesso per il 47,8%, il 70% è contrario al suicidio assistito con un incremento del +3,5% rispetto al 2015, e la legalizzazione della prostituzione registra un calo dal 65,5% del 2015 al 57,7% del 2016.

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