Auguri a Milano
Milano è da sempre il motore economico e talvolta anche culturale d’Italia. Una città che serve da modello alle altre. È perciò importante che sia ben amministrata. Non lo è sempre stata nel passato (salvo forse all’epoca di Albertini, che stimo molto). Chi si ricorda della “Milano da bere” di craxiana e pillitteriana memoria? Pisapia, persona per bene, è apparso un po’ troppo condizionato dall’origine estremista. Non credo abbia fatto disastri (non ne aveva fatti neppure la Moratti, che è tutto dire) ma è il massimo che si può dire di lui.
Ora, a contendersi la poltrona di Palazzo Marino, sono due candidati di lusso. Non conosco Sala, ma il suo operato come Commissario dell’EXPO mi sembra costituisca un riferimento di prim’ordine. La sinistra ha scelto con lui un manager serio, moderato, non un servo sciocco del fanatismo suicida. Che sia stato votato alle primarie anche dalle comunità cinese (che pesa sì e no il 3% del totale) mi pare una stupidaggine alla Salvini. Vorrei vedere cosa direbbe se i cinesi sostenessero un candidato leghista alle primarie del centro-destra. Ma il problema non esiste: la Destra le primarie non le fa nemmeno morto! Là decidono i due o tre “padroncini”. Pare però che, sull’altro versante, anche SEL sia contraria a Sala e pensa di presentare un proprio candidato. Sala è stato scelto dagli elettori, non imposto dall’odiatissimo Renzi, ma il fatto non sembra preoccupare affatto né l’ometto con l’orecchino né i suoi lacrimosi amici, che ancora sognano Fidel Castro e Hugo Chavez. Certo, il loro sfasamento con la maggioranza della gente e la loro capacità di fare del male a sé stessi, all’intera sinistra e alla società civile, sono davvero enormi. Ma la loro ostilità mi sembra un’ottima raccomandazione per il candidato democratico.
Conosco invece da più di vent’anni Stefano Parisi. Lo conobbi quando, molto giovane ancora, era Capo della Segreteria di Gianni De Michelis al Ministero degli Esteri. Avevo con lui frequenti contatti nella mia veste di Direttore Generale degli Affari Economici. L’ho sempre trovato intelligente, aperto e del tutto corretto. Su De Michelis non mancavano ombre, su di lui non ve n’è nessuna. Una mattina alle 7 i Carabinieri andarono a casa sua per una perquisizione, a seguito di una denuncia che avevo fatto io per una vicenda alquanto oscura che apparentemente chiamava in causa la Segreteria del Ministro. Rimasi sorpresissimo, perché Stefano non c’entrava nulla e quella denuncia l’avevo fatta con il suo pieno consenso, anzi aveva insistito proprio lui perché procedessi. De Michelis, preoccupatissimo, mi chiese di chiarirlo alla Procura della Repubblica, cosa che feci subito e Stefano non ebbe più alcun fastidio. Le disavventure del suo mentore non lo hanno mai coinvolto né danneggiato. Ha continuato una brillante carriera pubblica e poi di imprenditore privato, nel segno dell’efficienza e dell’integrità. Una volta tanto, Berlusconi ha fatto una buona scelta.
Chiunque vinca dei due, Sala o Parisi, la Città sarà bene amministrata nei prossimi anni. Speriamo di poter dire lo stesso di Roma. Intanto, auguri Milano!