I viaggiatori della sera (Film, 1979)
I viaggiatori della sera di Ugo Tognazzi è un film insolito che Paolo Mereghetti sul noto Dizionario definisce “una specie di apocalisse degli anziani dal tono vagamente fantascientifico”.
Il tono è da film di fantascienza, il soggetto deriva da un romanzo di Umberto Simonetta, sceneggiato da Tognazzi e Sandro Parenzo. Siamo in un futuro indefinibile dove vediamo un attempato disc-jockey (Tognazzi) spedito in vacanza obbligata insieme alla moglie giornalista (Vanoni). I figli e il nipotino si limitano ad accompagnarli e sono consapevoli che quella vacanza è una sorta di confino, un allontanamento dalla società. Nel mondo futuro immaginato da Simonetta si pubblica un solo giornale, si chiede il voto per i bambini di 13 anni e il potere è saldamente nelle mani dei giovani. Poliziotti vestiti di bianco vigilano come esercito di salute pubblica, mentre orwelliani altoparlanti ricordano regole e prescrizioni. Una legge prevede che una volta raggiunta l’età di 49 anni i cittadini debbano abbandonare ogni attività per trasferirsi in assurdi villaggi turistici. I giovani sono grigi e amorfi, mentre i vecchi hanno tanta voglia di far caciara e divertirsi. I locali sono fantascientifici distributori di bibite e liquori tutti uguali, il caffè viene prodotto da un macchinario impersonale e il servizio al tavolo non è contemplato. I villaggi vacanza sono lager di lusso, dove si pratica un gioco che mette in palio una crociera, ma da quel viaggio premio non torna mai nessuno.
Il film prende spunto dal romanzo e lo modifica aggiungendo un movimento di resistenza degli anziani per realizzare un finale più duro. Non è un lavoro unitario, parte come analisi della vecchiaia, d’impostazione crepuscolare, ma si perde nel clima cupo della seconda parte e in un’esagerata orgia erotica che coinvolge gli anziani. Ornella Vanoni – mai così nuda e sensuale – si scopre ottima attrice, mentre Corinne Clèry compie una breve incursione sexy come addetta al villaggio che favorisce la fuga degli anziani. Finale nerissimo con Tognazzi che perde la moglie (vince la crociera) e viene ucciso dal nipotino al termine di un terribile gioco. Ottima l’ambientazione in un incredibile villaggio vacanze delle Canarie, a Lanzarote, tra brulli panorami vulcanici e il lavoro scenografico di Uberto Bertacca. Il film esce penalizzato da un assurdo divieto ai minori di anni diciotto.
Tema fantapolitico insolito per un film italiano, ottimi gli interpreti, soprattutto Tognazzi e Vanoni, coppia innamorata in esilio, ma confuso a livello di sceneggiatura, soprattutto nella seconda parte. Ci sono anche Carmen Russo, visibile per pochi secondi insieme a Tognazzi nella cabina di regia della radio privata, e Ricky Tognazzi, aiuto regista e inserviente del villaggio. Condivisibile il giudizio di Morandini (due stelle): “Esaurito lo spunto di partenza, si gira un po’ a vuoto anche perché i personaggi di contorno sono sciapi”. Echi di Marco Ferreri e de Il fischio al naso, anche se “un Ferreri dei poveri”, come sostiene Mereghetti (una stella e mezzo). Troppo duro Marco Giusti (Stracult), che vede tette e culi in funzione salvifica, ma non digerisce il fantastico futuribile.
Ugo Tognazzi (Cremona, 1922 – Roma, 1990) comincia la carriera nel dopoguerra come attore teatrale, diventa protagonista di molti film comici ed è tra i principali artefici della commedia all’italiana. Attore brillante di modesti film interpretati in coppia con Raimondo Vianello, ma anche di riuscite caratterizzazioni comico – grottesche con registi del calibro di Luciano Salce (Il federale, La voglia matta…), Marco Ferreri (La donna scimmia) e Mario Monicelli (Amici miei). Da regista firma una manciata di pellicole: Il mantenuto (1961), Il fischio al naso (1966), Sissignore (1968), FBI – Francesco Bertolazzi investigatore (1969 – serie TV), Cattivi pensieri (1976) e I viaggiatori della sera (1979).
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Regia: Ugo Tognazzi. Soggetto: Umberto Simonetta (romanzo omonimo edito da Mondadori). Soggetto Cinematografico: Sandro Parenzo. Sceneggiatura: Sandro Parenzo, Ugo Tognazzi. Fotografia. Ennio Guarnieri. Montaggio: Nino Baragli. Musiche: Toti Solér, Xavier Battlés. Arrangiamento ed Esecuzione: Toti Solér, Santi Arisa, Xavier Battlés. Scenografia e Costumi: Uberto Bertacca. Direttore di Produzione: Gino Santarelli. Architetto: José Luís Galicia. Aiuto Scenografo: Pasquale Germano. Aiuto Regista: Ricky Tognazzi. Aiuto Regista Aggiunto: Ramiro De Maetzu. Operatore alla macchina: Renato Ranieri. Fotografo di Scena: Sandro Borni. Fonico: Carlo Palmieri. Microfonista: Piero Fondi. Produttore: Franco Committeri. Case di Produzione: Juppiter Generale Cinematografica spa (Roma), Brujula Film sa (Madrid). Produttore Associato: Il Quadrifoglio spa. Teatri di Posa, Colore e Suono: Cinecittà. Doppiaggio: C. D.. Direttore del Doppiaggio: Anna Maria Savagnone. Effetti Sonori: Cine Audio Effects. Mixage. Fausto Ancillai. Durata: 108’. Genere: Fantascienza. Interpreti: Ugo Tognazzi (Orso), Ornella Vanoni (Nicki), Roberta Paladini (Anna Maria), Corinne Clery (Ortensia), Pietro Brambilla (Francesco), José Luís Lopez Vazquez (Simoncini), William Berger (Cochi Fontana), Manolo De Blas (Bertani), Deddi Savagnone (Mila), Leonardo Benvenuti (Zafferi), Enrico Tricarico, Sergio Antonica, Ricky Tognazzi, Carmen Russo, David Fernadez Alvaro (il bambino Antonluca).
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]