Agricoltura, approvato Ddl contro caporalato e lavoro nero
Dopo un’estate rovente dove il fenomeno del caporalato è apparso in tutta la sua forza ed ha portato dietro di sé morti assurde, persone talmente sfruttate da morire per il troppo lavoro e per compensi esigui, il Mipaaf (Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali) ha reso noto che il Consiglio dei Ministri ha approvato, finalmente, il Disegno di Legge per bloccare tale dilagante manifestazione in agricoltura.
L’iniziativa legislativa ha l’obiettivo di rafforzare l’azione di contrasto alla diffusione del fenomeno criminale dello sfruttamento dei lavoratori con un intervento organico e coordinato delle Istituzioni. Il Disegno di Legge introduce strumenti operativi contro il caporalato tanto dal lato amministrativo quanto dal lato penale. Le principali novità riguardano il rafforzamento della operatività della Rete del lavoro agricolo di qualità, creata con la Legge Competitività e attiva dal 1 settembre 2015.
Con la norma si estende l’ambito dei soggetti che possono aderire alla Rete, includendovi gli sportelli unici per l’immigrazione, le istituzioni locali, i centri per l’impiego e gli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura e i soggetti abilitati al trasporto di persone per il trasporto dei lavoratori agricoli. Allo stesso tempo si stabilisce un ampliamento delle funzioni svolte dalla Cabina di regia della Rete stessa, che è presieduta dall’Inps e composta da rappresentanti di sindacati, organizzazioni agricole e Istituzioni.
Con la nuova legge le amministrazioni statali saranno direttamente coinvolte nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro nel settore agricolo, attraverso un piano congiunto di interventi per l’accoglienza di tutti i lavoratori impegnati nelle attività stagionali di raccolta dei prodotti agricoli. L’obiettivo è tutelare la sicurezza e la dignità dei lavoratori ed evitare lo sfruttamento ulteriore della manodopera anche straniera. Il piano sarà stabilito con il coinvolgimento delle Regioni, delle province autonome e delle amministrazioni locali nonché delle organizzazioni di terzo settore.
Per la prima volta si decide di estendere le finalità del Fondo, di cui alla legge n. 228 del 2003, in tema di vittime della tratta, per intendersi umana, anche alle vittime del delitto di caporalato, considerata l’uguaglianza dell’offesa e la frequenza dei casi registrati in cui la vittima di tratta è anche vittima di sfruttamento del lavoro. Con l’intervento normativo si stabiliscono nuovi strumenti penali per la lotta al caporalato. L’estensione dell’arresto obbligatorio anche al reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, con l’introduzione della responsabilità amministrativa degli enti per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. L’estensione, da un lato, della confisca obbligatoria, anche per equivalente, al crimine di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, dall’altro dell’istituzione della confisca cosiddetta estesa o allargata. L’introduzione di una circostanza attenuante per il reato di sfruttamento del lavoro, per chi si sia efficacemente adoperato per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati e per l’individuazione degli altri responsabili ovvero per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite.
Il Disegno di Legge appare, nel contenuto, ben articolato e, se concretizzato, efficace; a questo punto, si auspica una rapida approvazione in Parlamento.