NCD, alla ricerca dell’identità perduta

Il Nuovo centro destra sta un poco al centro, pochissimo ormai a destra e pure un po’ a sinistra. Il partito del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, scalda i motori in vista delle prossime amministrative ma la strada da percorrere è diversa in ogni città. Se a Milano gli ex forzisti sembrano intenzionati ad appoggiare la candidatura di Stefano Parisi, sostenuto da tutto il centrodestra, a Roma la musica cambia e le simpatie Ncd virano verso Alfio Marchini.

Certo, nelle ultime ore la posizione di Guido Bertolaso è un po’ meno solida, dopo l’exploit di Matteo Salvini che ha detto di “volersi prendere qualche giorno”, per capire se davvero l’ex capo della Protezione civile sia un candidato che possa piacere ai romani. Un mezzo dietrofront che, inevitabilmente, rischia di penalizzare la scelta fortemente voluta da Silvio Berlusconi per il Campidoglio e consegna un’immagine disunita del centrodestra. Ancora prima, però, delle parole del segretario leghista, il ministro Alfano aveva già fatto capire, ospite In Mezz’ora su RaiTre, di preferire Marchini: “Abbiamo sempre visto con favore la candidatura di Alfio Marchini”, aveva precisato Alfano. “Ci riuniremo nei prossimi giorni ma credo che sosterremo un candidato civico come Marchini”.

A Milano, invece, la musica cambia. La corsa di Parisi, subito ravvivata dallo scandalo tangenti in Regione, nominato scudiero del centrodestra unito solo dopo la vittoria di Giuseppe Sala nelle primarie Pd, può contare nel supporto dei centristi alfaniani. Quanto possa pesare, elettoralmente parlando, non è molto chiaro. Bisognerà aspettare i prossimi sondaggi, ma gli ultimi di certo non preannunciano numeri da stravolgere l’ago della bilancia. Anzi, tutt’altro. Quindi avanti così, nel paradosso. Può una forza politica proveniente dalla scissione con Forza Italia, quindi eletta in Parlamento con i voti di Berlusconi, governare insieme a Renzi il Paese, con Maroni la Lombardia e appoggiare chi vuole nelle prossime amministrative? Assolutamente sì, pare.

La questione è più che altro di coerenza politica perché – aspettiamo sempre con fiducia i prossimi sondaggi – il peso elettorale del Ncd si attesta ormai a qualche punto percentuale. La dura battaglia di Alfano e dei suoi parlamentari sul disegno di legge Cirinnà evidenzia, se ancora ce ne fosse bisogno, le incongruenze palesi tra centristi e Pd su tematiche importanti quali i diritti civili e le adozioni tra coppie omosessuali. Insomma vale tutto, o quasi. D’altronde, la politica è sempre stata così: le convenienze elettorali prima di tutto. Allora diventa inutile chiedersi perché la gente faccia sempre più fatica ad andare a votare.

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