Unioni civili, la pagella
La legge sulle Unioni Civili votata dal Senato rappresenta un compromesso equilibrato, il solo possibile “hic et nunc”. Certo, sarebbe stato meglio arrivarci attraverso un dibattito ampio e sereno, senza crociate, insulti, colpi bassi. Ma la politica italiana è quello che è, e ci ha da tempo abituati alle “bagarre” che alle volte precludono ogni soluzione e altre fanno sì che ci si arrivi egualmente, ma per la strada peggiore.
Vediamo di formulare una pagella ai protagonisti di questa vicenda. Il Governo ha mostrato buon senso nel non far proprio l’art. 5 sull’adozione. Ha sbagliato cercando la sponda dei 5 Stelle, ma si è poi ripreso cercando il consenso in seno alla propria maggioranza. Ha posto il voto di fiducia di fronte all’ostruzionismo consistente nella valanga di centinaia di emendamenti che avrebbero di fatto impegnato per mesi il Senato e messo in pericolo qualsiasi risultato serio. Ha portato a casa il primo passaggio delle legge e mantenuto compatta la sua maggioranza. Merita dunque un sette.
Alfano e il NCD: hanno avuto un comportamento comprensibile e positivo. Hanno accettato l’impianto del DDL Cirinnà, ma hanno messo alcuni paletti molto fermi e hanno ottenuto che fossero rispettati. Hanno dimostrato che la loro presenza nella maggioranza (al contrario di qualche sciocchezza che leggo qua e là) è utile e importante. Alfano è stato attaccato per aver detto che sono state evitate “misure contro la natura”. Poteva evitare di dire una cosa che per alcuni è offensiva. Voto, comunque: un otto pieno.
Movimento 5 Stelle: hanno tenuto un comportamento ambiguo ed erratico. Nonostante le chiacchiere dei loro migliori esponenti, hanno mostrato che lì si fa quello che decide il padrone, senza nessuna attenzione agli interessi generali. Meriterebbero uno zero, ma alla fine la decisione di uscire dall’Aula per non votare la fiducia a Renzi ma non esprimersi contro la Legge Cirinnà è stato un modo di salvare capra e cavoli. Resta l’incapacità di assumersi a viso aperto le proprie responsabilità. Voto: quattro.
Forza Italia: francamente, vedere arroccato in difesa dei valori morali un partito che continua a riconoscersi nel pluridivorziato e bunga-bunghista Berlusconi fa un po’ ridere. I più intelligenti in quel partito (non i pupazzi del ventriloquo alla Gasparri) hanno cercato una linea comprensibile dichiarando che appoggiavano comunque la legge in molte delle sue parti. Avrebbero allora dovuto offrirsi sin dall’inizio a discuterla e votarla, facendo fronte con NCD e la componente cattolica del PD. Ma hanno seguito gli ordini di scuderia per un’opposizione vociante, sulla linea della Lega. Quando il testo è stato emendato della parte più ostica, sono stati messi alle corde, giacché era ovviamente difficile per loro votare la fiducia al Governo. Avrebbero potuto uscire anche loro dall’Aula, come i grillini. Hanno preferito votare contro, dimostrandosi irrilevanti. Non meritano più di quattro.
Il PD ha mostrato ancora una volta di essere composto di varie anime. Che però si sono ricomposte votando la fiducia. Merita sei, ma differenziato al suo interno. La componente cattolica merita almeno un otto. La sinistra massimalista merita sì e no quattro.
La Lega ha confermato le sue caratteristiche peggiori: insulti, ostruzionismo, volgarità. Voto: non più di due. SEL: ma che diavolo voleva, Vendola? Sposarsi con il suo “boy-friend”, magari con il velo e i fiori d’arancio? Voto: non più di due. Il buffone che, reagendo all’abolizione nel testo dell’obbligo di fedeltà, ha inviato un progetto di legge per abolirlo dal Codice Civile per le coppie eterosessuali, non merita nemmeno zero.
Il Movimento per la Famiglia ha fatto la sua battaglia, legittima ma di retroguardia. A un cattolico (come chi scrive) le unioni dello stesso sesso non possono piacere. Ma da cittadino deve riconoscere che sono ormai una realtà diffusa, che riguarda decine di migliaia di altri cittadini e vanno quindi regolate. E deve dirsi rassicurato perché sono cadute nella Legge le parti che più avvicinavano le Unioni al matrimonio (che a norma della Costituzione è cosa diversa, come la Consulta ha stabilito). Adesso i rappresentanti del Movimento promettono vendette politiche contro Renzi e minacciano un referendum abrogativo (dimenticando come andò a finire quello contro il divorzio). Sono in sintonia con la loro coscienza, cosa sempre rispettabile, ma non con quella collettiva di una società laica e civile. Meritano al più un sei di simpatia. Ma tra loro c’è Giovanardi. Ero tentato di dare anche a lui un sei di stima, perché capisco il suo dramma intimo di veterocattolico. Ma poi ha detto una cosa infelice e orribile: “Ora facciamo le unioni tra cane padrone”. Zero!
La Chiesa ufficiale, nell’insieme, si è comportata con dignità. Non ha fatto le barricate (sarebbe stato strano che le avesse fatte dopo le parole di Papa Francesco sui gay). Il solo passo falso è stato l’accenno del Cardinale Bagnasco all’opportunità di un voto segreto, che però non era un invito ma una semplice – e legittima – osservazione sul problema di coscienza. Ho già scritto che non capivo e non condividevo il virtuoso sdegno di alcuni. La Chiesa è geneticamente restia alle novità, ma alla fine rispetta sempre la laicità dello Stato. Del resto, essa parla ai credenti, non alla generalità dei cittadini e sta ad ognuno, nella propria coscienza, seguire o no il suo insegnamento. Voto: un otto pieno.
In conclusione. Al Senato è passato un testo accettabile, che non dovrebbe offendere nessuna persona ragionevole. Ora vedremo cosa succederà alla Camera. Dove speriamo (senza sperarci veramente) che le cose vadano in modo più degno.