Consiglio UE: migrazioni, serve soluzione congiunta

A maggio dello scorso anno è stata presentata dalla Commissione Europea, l’Agenda europea sulla migrazione, che ha rappresentato il primo passo per definire un approccio globale e sistematico, di tutti i Paesi dell’Unione Europea, al problema della migrazione e alla gestione di tutti gli aspetti e problematiche collegate ai flussi migratori.

Fin da quando divenne Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker rese la politica migratoria una delle dieci priorità dei suoi orientamenti politici e affidò a Dimitris Avramopoulos, Commissario con competenza speciale per la Migrazione, l’incarico di elaborare una nuova “Politica Migratoria” in cooperazione con gli altri Commissari e coordinati dal primo Vicepresidente Frans Timmerman. Sulla base di quanto stabilito dall’Agenda il 27 maggio, il 9 settembre e il 15 dicembre dello scorso anno sono state presentate le prime tre tranche di attuazione della strategia d’azione definita.

L’ultimo Consiglio Europeo sulla migrazione della scorsa settimana ha confermato, unanimemente, la necessità di un approccio globale e coordinato a questo problema, l’esigenza non più differibile di una “soluzione europea” alla crisi dei rifugiati “dobbiamo procedere insieme a livello europeo” queste le parole del Presidente Juncker e la conclusione determinata dal Consiglio nella sessione dedicata alla migrazione. “Dobbiamo creare una sintesi tra diversi approcci. Non vi è alcuna buona alternativa a un piano globale europeo” queste le parole del Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk che, proseguendo, mette in evidenza come una soluzione europea del problema non riguarda solo le decisioni prese a Bruxelles, ma anche quelle prese nella Capitali europee “…dobbiamo accettare, ma allo stesso tempo cercare di migliorare il coordinamento di tali decisioni”.

“La strategia globale concordata produrrà risultati soltanto se tutti i suoi elementi saranno perseguiti congiuntamente e se le istituzioni e gli Stati membri agiranno insieme e in totale coordinamento”. Juncker prosegue “…prima della riunione c’era ancora chi dubitava della necessità di affrontare la crisi dei rifugiati insieme alla Turchia. Oggi abbiamo confermato che non ci sono alternative a una buona cooperazione con la Turchia. Prima della riunione c’era chi dubitava della necessità di un approccio europeo. Abbiamo detto all’unanimità che dobbiamo procedere a livello europeo e che le iniziative nazionali individuali non sono raccomandabili. Spero che nei nostri prossimi incontri andremo avanti più rapidamente perché in occasione di questo Consiglio tutti hanno confermato all’unanimità di voler risolvere il problema con un meccanismo di ricollocamento, mentre in precedenza alcuni avevano preso le distanze da questa soluzione”.

La Commissione Europea, in vista di questo Consiglio aveva presentato una “Comunicazione” in cui, sostanzialmente, rafforzava la politica di asilo e migrazione e rendeva noto che le azioni prioritarie dell’Agenda della Migrazione erano state attuate, sottolineava i principali settori d’intervento in cui fossero necessarie azioni correttive urgenti ed elaborava proposte che fossero in grado di fornire agli Stati membri strumenti necessari per ottimizzare la gestione delle varie problematiche: triplicazione della presenza in mare, un nuovo sistema di solidarietà in caso di emergenza per ricollocare i richiedenti asilo, una mobilitazione del bilancio UE per un ammontare di dieci miliardi di euro per affrontare la crisi dei rifugiati e assistere i Paesi più colpiti, un nuovo quadro di coordinamento e cooperazione per i Paesi dei Balcani occidentali, assistenza da parte della NATO nelle attività di ricognizione, controllo e sorveglianza degli attraversamenti illegali nel Mar Egeo, rafforzare l’operazione di FRONTEX coordinandosi con la NATO e avviare un piano d’azione rapido ed efficace con la Turchia, elemento, quest’ultimo, fondamentale per contrastare  la tratta e il traffico di migranti oltre che per arrivare a un numero di ingressi di immigrati in Grecia dalla Turchia che sia sostenibile e controllato.

Azione coordinata che, tra l’altro, oltre che per contenere i flussi migratori, proteggere le frontiere esterne, ridurre la migrazione irregolare è necessaria anche per salvaguardare lo spazio di Schengen. A proposito di Schengen, il 12 febbraio 2016 il Consiglio ha adottato una Raccomandazione per ripristinare il “normale funzionamento dello spazio Schengen”, in modo sinergico con i Paesi UE, dando il totale sostegno a quegli Stati membri che si trovano alle prese con la risoluzioni di problemi complicati e cruciali come quello della Migrazione. Occorre far in modo, si legge nella Risoluzione, che sia “ripristinata una situazione in cui tutti i membri dello spazio Schengen applichino appieno il codice frontiere Schengen e respingano alle frontiere esterne i cittadini dei Paesi terzi che non soddisfano le condizioni d’ingresso o che non hanno presentato domanda d’asilo pur avendone avuta la possibilità”.

Volontà unanime del Consiglio è di accelerare i tempi di attuazione di tutto questo per pervenire a un accordo politico nel Semestre di Presidenza dei Paesi Bassi e rendere le decisioni operative al più presto.

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