Da Expo a Human Technopole

I dati sull’ultimo EXPO di Milano sono controversi e dibattuti, sia sull’affluenza dei visitatori che sul bilancio, in rosso, che si chiude con un buco intorno ai 30 milioni. Stando ai dati forniti dal consiglio di amministrazione della società Expo Spa l’auspicato livello minimo del pareggio di bilancio non è stato raggiunto per un mancato guadagno di 32,6 milioni di euro rispetto alle spese sostenute, con costi di gestione pari a circa 4 milioni mensili.

Dopo mesi di trattative e un voragine equivalente a un buco nero di spese di gestione per mantenere le strutture di EXPO Milano 2015 il Governo, tramite il MEF, è entrato nella società Arexpo Spa, proprietaria dei terreni, con una maggioranza relativa con un aumento di capitale di circa 50 milioni. Sarà proprio Arexpo che, per Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si occuperà di seguire il Progetto di “Human Technopole – Italy 2040”, Polo Tecnologico coordinato dall’ “IIT” (Istituto Italiano di Tecnologia) di Genova che è stato presentato non molto tempo fa al piccolo Teatro di Milano alla presenza del Presidente del Consiglio, Renzi e del Ministro Martina.

Nel Decreto si pone attenzione anche ad un altro aspetto fondamentale: la fase del “Fast post Expo” ovvero il periodo transitorio prima dell’avvio del Polo Tecnologico e subito dopo lo smantellamento dei padiglioni di Expo. Infatti l’IIT dovrebbe iniziare i lavori dei suoi laboratori tra tre mesi, ma solo su 30 mila metri quadrati, mentre per il Polo Universitario e i Centri di Ricerca potrebbe volerci più tempo. Nel Decreto si parla, infatti, di “fase transitoria diretta ad assicurare l’uso collettivo delle aree o di parte di esse prevenendone, nel contempo, il possibile degrado” (sembrerebbe che anche la Triennale abbia progetti per una nuova Fiera nel settore dell’Architettura).

Senza dubbio “Humane Technopole” è un progetto ambizioso, un Polo di Ricerca che vuole realizzare un progetto scientifico con un approccio innovativo, multidisciplinare e integrato sul tema della salute e dell’invecchiamento, l’intenzione è quella di integrare medicina, big data, nanotecnologie e nutrizione. Le aree di ricerca del “Polo” sono cinque: tecnologie per il welfare e per fronteggiare l’invecchiamento; medicina di precisione, integrando la genomica e la big data analysis per sconfiggere le malattie neurodegenerative; tecnologie multidisciplinari per l’alimentazione, la nutrizione, l’agronomia; materiali sostenibili, nanotecnologie verdi, ciclo dell’acqua e gestione dei rifiuti; soluzioni innovative per preservare e valorizzare il patrimonio culturale ed artistico del nostro Paese. E appare evidente l’unicità di questo progetto italiano a livello mondiale.

Realizzando così nuove conoscenze scientifiche e nuove scoperte tecnologiche per far tornare l’Italia ad essere leader mondiale nel campo dell’avanguardia della ricerca, dell’eccellenze scientifica, delle tecnologie create dall’uomo “…il simbolo di un nuovo Umanesimo” come lo ha definito Renzi.

Dicevamo che la guida del progetto è stata affidata all’IIT di Genova, che si avvarrà della collaborazione dell’Institute for International Interchange di Torino e della Edmund Mach Foundation di Trento insieme al contributo dell’Università Statale di Milano, del Politecnico di Milano, di Assolombarda, dell’European Molecular Biology Laboratory, del Weizman Institute, dell’IBM, di Google, della Bayer, di Dupont, di St Microelectronics, della Ferrero, di Barilla, del CREA, di GlaxoSmithKline, della Novartis, della Nestlè, di UnileverSyngenta, della Fondazione Umberto Veronesi, della Fondazione Benetton, della Fondazione San Paolo e della Fondazione CRT.

©Futuro Europa®

Condividi
precedente

Italia delle Regioni e dei Comuni

successivo

Verdini, Homo Novus?

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *