Deadpool (Film, 2016)

Deadpool di Tim Miller rende bene il concetto di americanata, di gran moda negli anni Settanta, espresso con disprezzo da cinefili dal palato fine usi a guardare Antonioni e Fellini, al massimo Visconti e Ferreri. Ecco, per Deadpool non serve scomodare simili parametri di riferimento, perché anche un appassionato come me di cinema bis e di film del filone supereroistico (Spider Man, Ant Man e persino i Fantastici Quattro) storce la bocca. Certo, la sceneggiatura di Deadpool proviene da un fumetto Marvel, quindi la dimensione resta quella dell’eroe di carta, non possiamo attenderci svolazzi psicologici, ma questo mercenario chiacchierone creato da Fabian Nicieza (testi) e Rob Liefeld (disegni) è non poco deludente.

Un super eroe per adulti, sboccato, violento, molto sopra le righe, creato nel 1991 per la rivista New Mutants, il cui vero nome è Wade Winston Wilson, da poco protagonista di una serie di albi, spesso in coppia con Cable. Il film ricavato dal fumetto è basato su un umorismo così nordamericano e così da teenager che può piacere soltanto a queste due tipologie di pubblico, infatti pare che sia un successo al botteghino, cosa che ci rincuora, perché se una stupidaggine fracassona come questa riesce a portare i giovani al cinema almeno riveste una funzione sociale. Magari lo stesso pubblico decide di entrare in sala anche per vedere Jeeg Robot d’acciaio, un vero film di supereroi, basato su un soggetto e una sceneggiatura, scritto e diretto da un giovane talento italiano, il debuttante Gabriele Mainetti.

Deadpool è un lavoro grottesco, surreale, pieno di trovate bizzarre e bislacche, ricco di nonsense, zeppo di battaglie a base di effetti speciali tra improbabili buoni e cattivi. Tutto il senso della storia risiede nella vendette di Deadpool che per non morire di tumore finisce nelle mani di un perfido individuo che lo sfigura e lo rende invincibile. Al tempo stesso la sceneggiatura mette in campo l’amore tra Winston e Vanessa, una prostituta romantica conosciuta in un infimo locale gestito da un amico dell’eroe che con le sue battute vorrebbe far ridere. La storia narra (si fa per dire) la ricerca della donna rapita dal cattivo da parte di Deadpool e il tentativo di vendicarsi di chi ha sfigurato il suo volto, aiutato da un paio di X-Men. Lieto fine assicurato, dopo una serie interminabile di finte risate (ma i teenager si divertono davvero), un po’ di sangue e una miriade di effetti speciali computerizzati. Di memorabile il solito cameo dell’immortale Stan Lee – padrino di un simile personaggio, lui sì un supereroe! – che appare in una rapida sequenza. Deadpool, ci dicono i critici veri, sarebbe l’ottava pellicola della serie X-Men. Non ce n’eravamo accorti. C’era parsa soltanto l’ennesima americanata.

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Regia: Tim Miller. Soggetto: Fabian Nicieza, Rob Liefeld. Sceneggiatura: Rhett Reese, Paul Wernick. Fotografia: Ken Seng. Montaggio: Julian Clarke. Effetti speciali: Alex Burdett, Dylan Broughton Cole, Hatchwell. Costumi: Angus Strathie. Musiche: Junkie XL. Scenografia: Sean Haworth. Produttore: Simon Kinberg, Ryan Reynolds, lauren Shuler Donner. Produttore esecutivo: Stan Lee, Jhonaton Komack Martin, Rhett Reese, Aditya Sood, Paul Wernick. Casa di Produzione: Marvel Entertainment, TSG Entertainment, The Donner’s Company. Distribuzioone: 20th Century Fox. Interpreti: Ryan Reynolds, Morena Baccarin, Ed Skrein, T.J. Miller, Gina Carano, Brianna Hildebrand, Andre Tricoteaux, Laslie Uggams, Jed Rees, Karan Soni, Style Dayne, Kyle Cassie, Isaac C. Singleton Jr.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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Un Commento

  • Film divertente, e se non piace al critico è sicuramente da vedere. Non parla degli attori, tutti sconosciuti o quasi. Se l’attore principale è stato pagato a tempo per aver mostrato il suo volto alle telecamere non arriviamo a cinque minuti. Il resto sono effetti speciali ed un gran bel fumetto, molto ben fatto. Tirare così tanto succo da una rapa è un’arte a noi sconosciuta.

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