Giap, il Generale che studiava Napoleone
Il Generale Vo Nguyen Giap, morto all’età di 102 anni, è stato l’architetto delle vittorie del Vietnam comunista contro la Francia e gli Stati Uniti, successi che hanno fatto di lui un’icona popolare malgrado, una carriera politica spezzata dal Regime comunista.
Considerato come uno dei principali strateghi militari della Storia, ha inflitto nel 1954, nella conca di Dien Bien Phu (nord-ovest), una pesante sconfitta alle truppe coloniali francesi, evento fondamentale per la nascita di un Vietnam indipendente e la fine della dominazione francese in Indocina. Nei successivi 20 anni, questo figlio di contadino “colto”, con una perfetta padronanza del francese, continua a dirigere le sue truppe durante la guerra del Vietnam contro gli Americani e i loro alleati del Vietnam del Sud, fino alla caduta di Saigon il 30 Aprile del 1975. “Quando ero giovane, sognavo di vedere un giorno il mio Paese unito e libero”, racconterà più tardi in diverse interviste, “Quel giorno è diventato realtà (…) Era come voltare pagina in un capitolo di Storia”. Nonostante sia stato messo all’angolo senza troppa delicatezza in questi ultimi trent’anni, i suoi momenti di gloria fanno di questa icona popolare la figura più emblematica del Vietnam moderno, subito dopo il fondatore del Partito Comunista vietnamita, Ho Chi Minh. E’ un personaggio mitico ed eroico del Vietnam. Nato il 25 Agosto del 1911 nella provincia centrale di Quang Binh, Giap, fine conoscitore di Napoleone, non era destinato alla carriera militare. Ma le tattiche di questo autodidatta, formato alla strategia militare a colpi di letture, ispireranno i combattenti del Mondo intero per decenni. Arrivato ad Hanoi per insegnare storia, fugge alla fine degli anni ’30 in Cina dove incontra lo “Zio Ho”, che lo incarica di fondare l’esercito rivoluzionario Viet Minh alla fine del 1944. Nel frattempo, il suo odio per la potenza coloniale non cessa di crescere, alimentata dal decesso della sua prima moglie in una prigione francese.
Nel 1945, Giap diventa Ministro degli Interni del primo Governo auto-proclamato del Vietnam, prima di passare alla Difesa l’anno successivo, incarico che manterrà al Nord per più di 30 anni. Malgrado la sua vittoria a Dien Bien Puh, la sua influenza si indebolisce dopo la morte di Ho chi Minh nel 1969 e durante la riunificazione del Vietnam, Giap non è già più a capo dell’esercito del Vietnam del Nord comunista. Entra in aperto conflitto con il numero uno del Regime, Le Duan, che distruggerà la sua carriera politica e il suo successore a capo delle forze armate, Van Tien Dung, gli “ruba” una grande fetta della scena. Ma anche in questa circostanza, per il fatto che mantiene comunque l’incarico di Ministro della Difesa, gli analisti gli attribuiscono ancora un ruolo chiave di stratega. “Dietro ad ogni vittoria, si nascondeva Giap, che ne era la forza motrice”, dirà uno dei suoi rari biografi, Cecil Currey. Nel 1980, viene sostituito alla Difesa, poi, nel 1982, escluso dall’ufficio politico del Partito Comunista. E la sua messa al bando non si ferma qui: mantiene il posto di vice-Primo Ministro, ma si occupa essenzialmente di Scienze, Tecnologia e Pianificazione familiare. Viene espulso definitivamente dal Comitato centrale del Partito nel 1991.
Durante le “grandi” commemorazioni di Dien Bien Puh, nel 1994 e 2004, a Giap viene comunque “permesso” di comparire accanto ai dirigenti. Anche il suo centesimo compleanno gli vale una pioggia di saluti dai parte dei più alti dirigenti vietnamiti, che gli rendono persino visita all’ospedale militare dove era ricoverato da un paio d’anni. Anche se politicamente molto indebolito, gli verranno attribuite sporadiche lettere di denuncia della piaga della corruzione o di progetti industriali, con interessi cinesi, giudicati “pericolosi” per la sicurezza del Paese. Nel 2006, aveva scritto che il Partito Comunista “era diventato uno scudo per i responsabili corrotti”. Nel 2009, scrive una lettera aperta nella quale unisce la sua voce alle critiche contro un progetto molto controverso del Governo per lo sfruttamento di Bauxite negli altopiani nel centro del Paese.
Centinaia di migliaia di vietnamiti sono scesi per le strade di Hanoi, piangendo e pregando al passaggio del corteo funebre del Generale Vo Nguyen Giap. Un camion militare ha trasportato per le vie della capitale il feretro avvolto nella bandiera del suo Paese, dopo due giorni di lutto nazionale. Ignorando le sue critiche contro il Partito alla fine della sua lunga vita, e trent’anni di “purga” da parte dei nuovi dirigenti a capo del regime, gli è stato concesso un funerale di Stato, mettendo in luce le sue caratteristiche di “eroe comunista”, come se si volesse rafforzare la sua legittimità. Giap “è il Generale del Popolo e il suo nome resterà per sempre scolpito nella Storia della Nazione”, ha dichiarato alla televisione il Segretario generale del PCV Nguyen Phu Trong. La morte di colui che è riuscito a sconfiggere sia i Francesi che gli Americani è “una grande perdita” per il popolo e per il Paese, ha sottolineato Trong.
“Sono i funerali più solenni che il Vietnam abbia mai avuto dopo quelli del Presidente Ho Chi Minh”, ha dichiarato alla stampa un anziano funzionario. In effetti questo tipo di manifestazioni ,che vedono assembramenti immensi, sono molto rare in Vietnam dove il Partito Comunista al potere controlla al millimetro la regia degli anniversari ufficiali e dove gli assembramenti popolari vengono regolarmente dispersi con la forza. Anche se era stato messo più volte nell’ombra, Giap era ancora immensamente popolare, anche tra i giovani che non hanno conosciuto la guerra. Denunciando pubblicamente alcune derive del Regime, soprattutto la corruzione endemica, aveva offerto un sostegno implicito ai dissidenti, sempre restando leale al Partito, il “suo” Partito.
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