Colombia, trattative ad un punto cruciale con le FARC
A L‘Avana riprendono oggi le trattative per un accordo di pace tra le delegazioni delle FARC (Forze armate rivoluzionarie colombiane), una guerriglia comunista, e i rappresentanti del Governo della Colombia. È un anno che le forze della guerriglia comunista, la più longeva dell’America Latina, e i rappresentanti colombiani si incontrano per porre fine ad una guerra che è costata durante 50 anni più di 220.000 morti e quattro o cinque milioni di sfollati. Certamente la situazione e i rapporti di forze tra Stato e guerriglia sono cambiati profondamente. Il secolo XX si chiudeva con l’ennesima trattativa tra FARC e governo colombiano.
Il fallimento delle trattative determinò il controllo diretto dei guerriglieri di ampie zone del territorio del paese sudamericano, mentre l’80% del paese soggetto ad incursioni dei guerriglieri comunisti che sequestravano le persone per ricavarne risorse finanziarie; fermo restando che la loro attività è finanziata principalmente dalla produzione e dal mercato della cocaina. Ci vollero gli otto anni della presidenza di Alvaro Uribe e i sostanziosi aiuti finanziari degli USA per riportare la sovranità dello Stato in tutto il paese. Le FARC furono ridotte in alcune zone isolate e lontane del paese, da dove tuttavia continuano a compiere sanguinose azioni terroristiche.
Il nuovo presidente Juan Manuel Santos eletto nel 2010 continua la dura azione militare e nel contempo si dichiara disposto a trattare una pace tra governo e FARC. Sotto l’azione energica di Santos vengono colpiti nel 2010 il numero due dell’organizzazione, Mono Jojoy, e nel 2011 addirittura il massimo leader dei guerriglieri comunisti, Alfonso Cano. Dopo vari tentativi in Norvegia si verifica un primo incontro per aprire trattative di pace che vengono trasferite successivamente a Cuba. In quindici incontri sui cinque punti concordati, viene raggiunto l’accordo solo sui problemi agrari. Le trattative si arenano sullo spinoso problema della partecipazione politica delle FARC una volta raggiunto l’accordo. Gli osservatori sono unanimi nell’affermare che le trattative sono ad un punto cruciale: o si raggiunge un accordo o le elezioni presidenziali del prossimo anno impediranno di andare avanti.
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