Altri orrori, altre sciocchezze, altre mascalzonate
Le tragedie che avvengono in Europa ci toccano da vicino, mentre guardiamo con un po’ di distanza quelle che accadono in Africa o in Asia. Però il massacro di cristiani in Pakistan, tra cui una trentina di bambini, dovrebbe dolerci quanto quelli di Parigi e Bruxelles. Quegli innocenti sono stati trucidati a causa della loro religione, che è la nostra. E ci sarà ancora qualcuno in giro a chiedere il “dialogo”. A rivendicare il massacro sono stati i Talibani, non l’ISIS. Cambia poco, la matrice è la stessa e tra tutti questi gruppi corre un filo di barbaro fanatismo che li accomuna. E il peggio è che, mentre contro l’ISIS c’è una coalizione che bene o male lo combatte, i Talibani agiscono indisturbati in larghe zone dell’Afghanistan e del Pakistan. La cosa è grave perché il Pakistan è di fatto un regime militare, con un esercito sovradimensionato e servizi segreti potentissimi. Come si può capire che lasci quegli assassini operare sul suo territorio? E che accadrà in Afghanistan quando la NATO, com’è naturale, se ne andrà?
Di fronte a eventi così complessi , anche da noi c’è sempre qualcuno pronto ad approfittarne per fare una mascalzonata. Questa volta è toccato al senatore Gasparri, che si è scagliato contro i nostri Servizi, dichiarandoli corrotti, inefficaci, inutili e via dicendo. Il tiro era naturalmente diretto “per elevazione” al loro responsabile politico, il Ministro Alfano. Molto giustamente, il senatore Cicchitto di NCD ha difeso i nostri agenti e osservato che non è proprio il momento di attaccare e indebolire gli organi che devono vegliare per la nostra sicurezza. Gli 007 italiani non sono angeli, in passato si sono macchiati di varie colpe, ma ritengo che stiano facendo un lavoro ragionevolmente efficace, tenendo conto delle circostanze. Possono sbagliarsi, ma basta guardare a Paesi che consideriamo “seri”, come Francia e Belgio, per capire quanto sia facile sbagliarsi. Ma suggerire che staremmo addirittura meglio senza l’opera di quei Servizi, significa andare direttamente contro l’interesse primordiale del Paese, per un miserabile calcolo politico. Io spero solo che la voce di Gasparri sia una voce isolata, che non rappresenti la posizione di Forza Italia – Partito che mi ostino a considerare responsabile – e che qualcuno di quel Partito smentisca i suoi detti irresponsabili.
Accanto alle mascalzonate, non mancano vere e proprie fumisterie. Ricordate il grillino Di Maio, che sentenziava che la colpa di tutto è di chi vende armi all’Arabia Saudita? Con moltissima perplessità, ho visto che il Papa non è lontano da questa teoria: ha detto, solennemente, che dietro la mano degli assessini ci sono i fabbricanti (anzi, “i fabbricatori”) di armi, che non vogliono la pace. Troppo comodo, accusare sempre e solo l’Occidente, cioè noi stessi, di tutti i mali del mondo, ignorandone le radici ben più profonde, ignorando per esempio la lotta secolare che oppone Sciiti e Sunniti e attualmente divide Iran, Turchia, Arabia Saudita, Qatar e li fa muoversi per bande opposte. Che il Sommo Pontefice non prenda la testa di una Crociata anti-islamica, che pratichi e predichi l’ecumenismo, va benissimo, se non lo facesse esporrebbe i cristiani a pericoli anche maggiori. Ma se non può chiamare le cose con il loro nome, se non può puntare il dito contro i massacratori di innocenti, almeno non accrediti errori pericolosi, che ci fanno scordare chi è e dove sta il vero nemico. I fabbricanti di armi hanno infinite colpe, ma non prospererebbero se non ci fosse un terreno di fanatismo e di odio – nazionale, religioso, razziale – già predisposto e non ci fossero leader pronti a tutto pur di afferrare e mantenere un potere fatto di sangue. Non solo nell’Islam, si capisce. Ho vissuto in seno alla NATO tutte le vicende della guerra per la Bosnia negli anni Novanta, dietro c’erano sedicenti cristiani, come Milosevic, Karazic, Mladic, che ritenevano di avere la missione di sterminare quanti musulmani potessero (e la strage di Srebrenica ha poco da invidiare ai massacri dell’ISIS e dei Talibani). Ma alla fine sono stati tutti condannati da un Tribunale dell’ONU e sconteranno in prigione i loro crimini. Quando vedremo giudicati e condannati i responsabili delle barbarie islamiste?
Sempre nel campionario dello sciocchezzaio nazionale, ora Eugenio Scalfari, che poche settimane fa reclamava un Ministro delle Finanze europeo, ora chiede un Ministro dell’Interno europeo per vincere il terrorismo. Sulla carta, non fa una piega, nella realtà, è una pura e semplice… Come definirla? Diciamo per cortesia un’utopia. La politica è, senza dubbio, l’arte di rendere il necessario possibile, ma un limite alla possibilità c’è sempre. Sono tra quelli che da decenni sognano un’Europa federata, ma sono anche tra quelli che sanno che si tratta per ora di un sogno lontano dalla realtà. Lo so, di fronte a ogni evento rischioso e difficile, c’è sempre qualcuno che, o accusa l’Europa di inefficienza e vuole uscirne, o chiede “più Europa” (io, in verità, di fronte a fatti che hanno una chiara dimensione bellica, direi casomai “più NATO”). Con tutto il rispetto per Scalfari, sono due posizioni egualmente insulse. Non perdiamo tempo a bamboleggiarci tra utopie e fughe in avanti. Facciamo quello che è necessario e possibile fare ora, subito: agire in modo preventivo contro le cellule terroristiche a casa nostra, rafforzare e soprattutto rendere efficace la collaborazione tra servizi occidentali (questa collaborazione esiste, si è visto per esempio che olandesi e belgi erano stati avvertiti da turchi e greci dei movimenti sospetti dei terroristi poi implicati nella strage di Bruxelles e che la CIA da tempo li aveva segnalati come pericolosi; si tratta quindi più che altro di ampliare la capacità di ogni servizio nazionale di far tesoro dei dati ricevuti).
Tra tante notizie buie, però, uno squarcio di luce: la riconquista di Palmira da parte dei siriani. Avevo a suo tempo ricordato con struggimento la bellissima città romana violentata dagli assassini dell’ISIS, ora non posso che esultare al saperla di nuovo salva. E mi chiedo, e non è la prima volta dall’inizio della crisi siriana, se alcuni grandi Paesi occidentali non abbiano commesso un grossolano errore a sposare con tanto entusiasmo la causa contro Bashar Assad, illudendosi che contro di lui ci fossero perfetti democratici e non terroristi tipo Al-Qaeda e ISIS. E se questi stessi Paesi non dovranno correggere un po’ la loro linea, se apparirà che Assad, con l’aiuto iraniano e soprattutto russo, è davvero in grado di cancellare dal Medio Oriente l’orrore degli jihadisti.