Progetto banca dati DNA

Finalmente, da pochi giorni, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al Regolamento della “Baca dati nazionale del DNA” e del “Laboratorio centrale per la Banca dati nazionale del DNA” (Decreto Presidente della Repubblica), di cui all’art. 5 della L. 30 giugno 2009, n. 85.

E’ fin dal lontano 1998 che l’Italia insegue il progetto della costituzione di una Banca del DNA, vista come strumento di prevenzione, accertamento e repressione di reati. Ricorderemo come l’allora Ministro della Giustizia Gian Maria Flick presentò al Senato, nel 1998 appunto, il Disegno di Legge: “Disciplina dei prelievi di campioni biologici e degli accertamenti medici coattivi nel procedimento penale”, che non riuscì mai a diventare Legge dello Stato. Nel corso degli anni si sono susseguiti vari altri Disegni di Legge, senza che, comunque, fino ad oggi, nessuno di questi fosse stato mai adottato dal Parlamento.

Dovevamo arrivare alla proposta di Renzi e dei Ministri della Giustizia Andrea Orlando, dell’Interno Angelino Alfano, della Salute Beatrice Lorenzin e del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, dei giorni nostri, perché fosse approvata dal Consiglio dei Ministri e divenisse Legge. Il DPR disciplina, anche, lo scambio dei dati dei profili genetici dei condannati sul DNA per le finalità di cooperazione transfrontaliera di cui alle Decisioni del Consiglio dell’Unione Europea n. 2008/615/GAI e n. 2008/616/GAI del 23 giugno 2008, riguardanti il potenziamento della cooperazione transfrontaliera tra la polizia e le autorità giudiziarie dei Paesi UE per combattere il terrorismo e la criminalità transfrontaliera in modo più efficace e per finalità di collaborazione a livello internazionale delle operazioni di polizia (ex art 12 L. 85/2009). Le disposizioni riguardano, inoltre, lo scambio automatizzato di informazioni sui “profili DNA”, dei “dati dattiloscopici” e dei dati di immatricolazione di veicoli, sempre in riferimento alle azioni di lotta al terrorismo e criminalità oltre che per la cooperazione di polizia transfrontaliera.

I Paesi dell’Unione Europea, in base a quanto stabilito, devono essere in grado di assicurare che i dati personali trattati siano protetti dai rispettivi Ordinamenti Nazionali, garantendo sull’esattezza e attualità dei dati, provvedendo a prendere misure idonee a rettificare o cancellare dati inesatti o i dati che sono stati trasmessi in maniera erronea. I dati personali, stabiliscono queste Decisioni del Consiglio dell’Unione Europea, devono essere eliminati se non più necessari allo scopo per cui erano stati resi disponibili o se il tempo di archiviazione, previsto dalle rispettive legislazioni nazionali sia scaduto.

La Banca dati del DNA, tra le altre cose, contribuirà ad agevolare l’identificazione di persone scomparse attraverso l’acquisizione di elementi informativi che consentano di arrivare ad ottenere profili di DNA per effettuare i confronti necessari e farà capo al Ministero dell’Interno, mentre il Laboratorio Centrale al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Il trattamento dei dati personali utilizzati, è stato definito, dovrà avvenire sempre nel rispetto di quanto definito dal Codice in materia di protezione dei dati personali (D. Lgs. 30/6/2003 n. 196 s.m.i.), mentre il compito di vigilanza e controllo sulla trasmissione e ricezione di queste informazioni è affidato al Garante per la protezione dei dati personali, che conserverà le informazioni utilizzate per diciotto mesi, cancellandole alla scadenza.

Sul piano pratico il DPR comporterà più controlli ai caselli autostradali e posti di blocco e come dichiara il Capo della polizia, Alessandro Pansa “…prefetti e questori saranno invitati a predisporre ogni misura di soccorso tecnico e sanitario per gestire eventuali emergenze”. Lo strumento della Banca Dati, ovvero il software realizzato, sarà organizzato, quindi, sia in funzione di un utilizzo immediato per finalità investigative a livello nazionale sia per un impiego più ad ampio respiro sul piano di collaborazione internazionale tra Stati. Ed è il Ministro Alfano a sottolineare come, con la Banca Dati e il Laboratorio, e in coordinamento al Ministero di Giustizia, sia stato realizzato “un passo avanti che ha pochi precedenti in Europa e che consentirà l’archiviazione di dati, dal punto di vista scientifico, e del DNA, che saranno importantissimi sia nella lotta al terrorismo che in quella alla criminalità organizzata e nel contrasto all’immigrazione irregolare”.

Si va ad aggiungere, a questo, quanto sottolineato dal ministro Orlando che evidenzia come questi rappresentino “un passo fondamentale per aumentare la sicurezza del Paese e che il Laboratorio per la raccolta dei dati, con tutte le garanzia previste dalla Legge sulla Privacy, consentirà non solo di prevenire e agevolare le indagini, ma anche di affrontare in maniera risolutiva casi che sono tutt’ora restati irrisolti, alla luce della strumentazione disponibile” e delle nuove soluzioni tecnologiche  messe a disposizione dal progresso e dell’opportuno utilizzo di Studi scientifici e di  strumenti di innovazione.

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