Panama Papers e altri scandali
Non si fa a tempo ad apprendere di uno scandalo che ne scoppia un altro maggiore o si aggravano quelli già noti. Ora è la volta dei “Panama papers”. Una filtrazione all’interno di un poderoso studio legale panamense, Mossack e Fonseca, ha rivelato i nomi di migliaia di persone e imprese che hanno conti e società di comodo nei cosiddetti “paradisi fiscali”. Un gigantesco sistema montato dai legali panamensi per aiutare la gente a evadere imposte o a lavare denaro di origine dubbia o criminosa. La faccenda è solo all’inizio e le ricadute in molti Paesi sono ancora tutte da misurare.
In Italia, l’affare Guidi non sembra rientrare. Sono convinto che la Ministra Boschi non c’entri niente e lo stesso Premier Renzi possa giustificare politicamente il suo operato. Ma la posizione della signora Guidi non può ritenersi sanata con l’atto dovuto delle dimissioni. Quanto sta emergendo in questi giorni dalle intercettazioni telefoniche che vengono man mano svelate, farebbe pensare purtroppo che il suo coinvolgimento a favore del suo compagno, Gemelli, sia andato al di là di una semplice telefonata “inopportuna”. Occorre dunque che la Giustizia faccia il suo corso.
Mi è spiaciuto l’attacco di Renzi ai PM di Potenza. Difendersi attaccando i giudici pensavo fosse un sistema craxiano-berlusconiano che il PD e il suo leader avessero ripudiato. I PM di Potenza saranno più o meno equilibrati, più o meno zelanti, più o meno sensati, questo lo dimostreranno gli sviluppi giudiziari, ma in definitiva fanno il loro mestiere, come lo facevano quelli che indagavano le malefatte di Berlusconi. La Giustizia ha comunque nel suo seno una serie di equilibri e contrappesi che correggono gli eventuali errori o tendenziosità di un singolo ufficio giudiziario. Vediamo dunque come si svilupperanno le cose.
Nel frattempo, agitarsi per le dimissioni del Governo, se da parte dell’opposizione è cosa normale, lo è molto di meno da parte della fronda interna al PD e del resto della sinistra radicale. Questi dovrebbero sapere che il Paese ha bisogno di tutto – in un momento che resta delicatissimo dentro e fuori le nostre frontiere – meno che di una nuova crisi. Al di là di questo Governo ci sono presumibilmente solo elezioni anticipate, dall’esito incertissimo. Perciò i vari Vendola, Speranza, Fassina, Cuperlo e compagnia, non solo remano contro gli interessi del Paese, ma compiono dal punto di vista politico un’operazione suicida. Non la prima in cui, nel corso della nostra storia anche recente, la sinistra si è distinta per l’infinita capacità di farsi danno da sola.