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Olio. M5S: ecco ‘storia segreta oro verde’ che Pd vuole insabbiare – “Una ‘storia segreta dell’oliò che il Pd vuole insabbiare nascondendosi dietro una risoluzione inefficace, che tradisce, depotenziandola, la relazione approvata all’unanimità dalla Commissione parlamentare d’inchiesta Contraffazione. Per questo, dopo aver provato a collaborare con proposte d’integrazione al loro testo che ci hanno svuotato, abbiamo presentato una nostra risoluzione che riprende quegli aspetti dell’inchiesta parlamentare omessi dal Pd nel proprio provvedimento”. Lo denunciano i deputati del M5S della Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni di Contraffazione. “La storia segreta dell’olio d’oliva va avanti dal 2011 ed ha per protagonisti una decina di etichette molto note, che hanno formato un cartello: un blocco d’imprese, produttori e distributori,  attive per lo piú al Centro Italia che importano olio da Spagna, Grecia,Tunisia. In molti casi lo acquistano da società alle quali risultano collegate, controllando così i prezzi e quindi  il mercato- spiega il deputato 5stelle Francesco Cariello- Un tempo in queste aziende italiane si spremevano olive: oggi ci sono solo dei silos, cisterne per stoccare olio di diverse provenienze venduto poi con l’etichetta made in Italy. A rivelarlo è un’indagine di Agenzia delle Dogane, Corpo Forestale dello Stato e Guardia di Finanza. Dalle audizioni in Commissione Contraffazione è emerso che questo fenomeno è ancora in atto ed il Ministero delle Politiche Agricole ne è ben consapevole ma non fa nulla per contrastarlo. Ecco perché il Pd ha cestinato gli aspetti piú scottanti della relazione: per non mettere in difficoltà il Governo”.(Dire)

Codice appalti: M5s, Renzi e Delrio escludono petrolio da gare – “Perché il governo con le nuove norme sugli appalti targate Renzi-Delrio esclude il petrolio dall’applicazione del codice?”. Lo chiedono i parlamentari del Movimento 5 Stelle Claudia Mannino della Commissione Ambiente Camera e Andrea Cioffi della Commissione Infrastrutture Lavori Pubblici del Senato. “Con un’abile gioco delle tre carte nel nuovo testo all’articolo 121 comma 1 lettera a, il ‘lobbydipendente’ Renzi ed il falso innovatore Delrio cancellano dalla messa a gara l’estrazione di petrolio” spiegano Mannino e Cioffi secondo i quali “tale esclusione non è direttamente in contrasto con le direttiva europea 25/2014 perché lo Stato ha la possibilità di questa esclusione”. Per questo i parlamentari 5 Stelle chiedono: “perché tanta attenzione a tutelare gli interessi delle lobby del petrolio e invece non si è recepita con la stessa attenzione la promozione delle concessioni relative agli approvvigionamenti industriali in autoconsumo elettrico da fonti rinnovabili nel rispetto del diritto dell’Unione Europea, come chiede il Consiglio di Stato nel parere sul Codice del 21 marzo 2016?” . Nel vecchio testo sul codice degli appalti all’articolo 212, affermano, “questa esclusione non c’era. Cosa è accaduto? Chiediamo trasparenza e Renzi, Delrio e tutto il governo devono andare a casa”. (ANSA).

Parchi, arriva carta di Fontecchio, “serve cambio di rotta” Da Italia Nostra a Wwf, stop modifiche alla legge 394 – Basta degrado del territorio “serve un cambio di rotta”. A 25 anni dalla legge 394 su parchi e aree naturali protette e mentre in Senato, in commissione ambiente, sono in votazione modifiche alla legge, ambientalisti, gestori di parchi e rappresentanti delle istituzioni e della cultura si riuniscono a Roma per presentare la ‘Carta di Fontecchio’ con una serie di proposte per un progetto “radicalmente diverso e rivoluzionario” . E lanciano l’appello a governo e parlamentari per uno stop alle modifiche: “si convochi la Terza conferenza nazionale sulle aree protette e si elabori un testo di ampio respiro, che dia alle aree protette italiane l’importanza che meritano”. Le perplessità riguardano il merito di molte delle proposte messe al voto in commissione ambiente: “dal delicato e rischioso meccanismo delle royalties al cosiddetto controllo faunistico, che in sostanza si traduce nella possibilità di cacciare nei parchi, fino ad una serie di incerte e discutibili scelte gestionali e di rappresentanza”. Frutto di un lavoro avviato due anni fa, la Carta di Fontecchio, spiegano gli autori, nasce invece dalla consapevolezza, condivisa dalla maggioranza delle grandi associazioni ambientaliste, “dell’opportunità di ricalibrare la Legge quadro 394/91, non solo sulla base dei nuovi e sempre piú urgenti bisogni di tutela della biodiversità e dei mutamenti occorsi nella società ma anche per trasformarla nell’importante tassello di un progetto radicalmente diverso e persino rivoluzionario, secondo un percorso ispirato e sostenuto anche dall’Enciclica Laudato sì”. Il punto di partenza “è il cambiamento della logica di sviluppo basato fino ad ora a un modello economico ormai non più compatibile come la crescita solidale”, fa notare aprendo il dibattito, l’ex ministro della cultura Massimo Bray, oggi padrone di casa come direttore dell’Enciclopedia Italiana. Dopo di lui il presidente di Italia Nostra Marco Parini, sottolinea che “le aree protette vanno vissute come un’opportunità, e non come limiti”, mentre il dg Wwf Gaetano Benedetto, denuncia la fine della “spinta culturale e politica che portò alla formulazione della legge quadro 394. Recuperare quella forza è il punto dal quale ripartire per dare un futuro ai parchi italiani”.  Francesco Scoppola, dg Belle arti e paesaggio del ministero di beni culturali e turismo, si sofferma sull’altissima densità abitativa italiana (“sei volte la densità media del pianeta”) e ricorda che parchi e aree verdi “sono aree vitali”. Impossibile pensare ai parchi come ai musei in termini economici -dice- semplicemente perché essi rappresentano una necessità per la nostra stessa sopravvivenza”. (ANSA).

©Futuro Europa®

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