La terra vista dalla luna (Film, 1966)
La terra vista dalla luna di Pier Paolo Pasolini è una fiaba surreale contenuta nel film collettivo Le streghe (1966), firmato da Mauro Bolognini, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Pier Paolo Pasolini e Franco Rossi. Gli interpreti del segmento più lirico della pellicola sono Totò, Silvana Mangano, Ninetto Davoli.
Il vedovo Ciancicato Miao sposa Assuntina dai capelli verdi, ma vivono in una baracca e vorrebbero salire nella scala sociale, migliorare la condizione umana, perché – dice Pasolini – l’uomo non è mai contento di quel che possiede. Assuntina mette in scena un finto suicidio al Colosseo, mentre Totò, Ninetto e altri compari (riconoscibile il caratterista Ennio Antonelli) incitano i curiosi a offrire denaro per evitare il suicidio. Una buccia di banana gettata da due buffi personaggi che sembrano usciti dalle comiche (un uomo vestito da donna e un individuo grasso con barba e baffi interpretato da Laura Betti) fa cadere nel vuoto Assuntina. La donna ricompare nella parte finale della pellicola sotto forma di fantasma, padre e figlio accettano la nuova realtà, perché in fondo la vita e la morte sono due aspetti dell’esistenza.
Una fiaba morale girata tra le baracche delle borgate romane che riprende una povera società paleoindustriale, tra degradazione e campagne incolte, inserendo tre assurdi personaggi in un contesto realistico. Magica Silvana Mangano con i capelli verdi, che sembra una diva del muto, non parla, si esprime con lo sguardo e con i gesti, occhi allucinati e sognanti, perduti nel vuoto. Totò è uno Charlot con i capelli biondi, sembra un clown, un personaggio uscito da una comica degli anni Trenta. Mirabile la battuta: “La vita è sogno e le ideologie finiscono sotto le scarpe”, pasoliniana ma con un incipit desunto da Calderon. Ninetto Davoli è bravissimo nei panni del figlio innamorato della matrigna, con i capelli rossi, lo sguardo ingenuo, gli occhi meravigliati del borgataro. Pier Paolo Pasolini è poetico, compone un ritratto-omaggio di Silvana Mangano, stralunata e surreale come la storia narrata, per dipingere le emozioni liriche degli anni Sessanta. Dino De Laurentiis, marito della Mangano (1930-1989), realizza il secondo omaggio cinematografico della moglie dopo il film a episodi La mia signora (1964) di Tinto Brass. Stupenda la musica di Ennio Morricone.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]