Solare sotto la pioggia
Mentre noi ancora siamo a “trivella Sì, trivella No” in Cina vanno oltre; hanno pensato pannelli solari che funzioneranno anche con la pioggia. Un’idea rivoluzionaria che potrebbe cambiare il destino del fotovoltaico a volte penalizzato dalla variabilità delle condizioni climatiche di una determinata zona. Con un cielo nuvoloso, infatti, le celle fotovoltaiche attualmente presenti sul mercato sono in grado di generare solo una produzione a regime molto basso o addirittura nullo. Limite che ha spesso tenuto lontano molti dall’effettuare un investimento di questo tipo.
L’idea è stata sviluppata da due diversi team di ricercatori, uno proveniente dalla Ocean University of China di Qingdao, nella Cina orientale, e l’altro dalla Yunnan Normal University di Kunming, nel Sud del Paese. Le due equipe di ricercatori hanno realizzato una cella solare ricoperta da un sottilissimo strato di atomi di grafene. Questo materiale, dotato di una buona conducibilità, permette agli elettroni di fluire liberamente attraverso la sua superficie. Posto in una soluzione acquosa conferisce al materiale la capacità di legare una coppia di ioni caricati positivamente con una coppia di suoi elettroni in quella che è nota come «reazione acido-base di Lewis».
Il sistema sembra semplice, dipende tutto dalla reazione che l’acqua provoca al contatto con questo materiale. Il grafene risulta quindi essere uno dei materiali più innovativi e la scoperta del suo possibile utilizzo anche in campo fotovoltaico è stata portata alla luce anche grazie a un team di specialisti del Politecnico di Milano. Chissà se tutto questo sarà presto realtà; chissà se finalmente invece di tagliare si daranno fondi a queste Università che rappresentano le nostre eccellenze.
Qui da noi siamo davvero speciali a far sembrare tutto difficile, impossibile e irraggiungibile. Eppure bei cervelli ne abbiamo. Se andate a leggere un documento del giugno 2015, la “Strategia Energetica Nazionale” – che in sostanza è il documento di programmazione e indirizzo nel settore energetico a livello nazionale, dopo oltre vent’anni dall’ultimo Piano Energetico Nazionale – si legge che gli obiettivi e le priorità della SEN sono quelli di una riduzione di circa 14 miliardi l’anno di acquisti energetici dall’estero (rispetto ai 62 miliardi attuali, e -19 rispetto alle importazioni tendenziali 2020), con la riduzione dall’84 al 67% della dipendenza dall’estero. Ciò equivale a circa 1% di PIL addizionale e, ai valori attuali, sufficiente a riportare in attivo la bilancia dei pagamenti, dopo molti anni di passivo.
Mi piacerebbe saper cosa si è fatto. Così, tra una trivellazione e l’altra.