Le intercettazioni non si toccano, parola di Matteo

“Il Governo non ha intenzione di rimettere mano alla riforma delle intercettazioni”, ha detto il premier Renzi qualche giorno fa, intervistato dal Tg5. Come dire, di riforme il Governo ne ha già altre da portare avanti. Le intercettazioni sono tornate ad essere argomento di stretta attualità dopo il caso del petrolio che ha portato l’ormai ex ministro Federica Guida a rassegnare le dimissioni. “Certo che le intercettazioni servono. Servono per scoprire i colpevoli, ma tutti gli affari di famiglia e i pettegolezzi sarebbe meglio non vederli sui giornali”, ha detto il presidente del Consiglio. “Molti magistrati non passano queste informazioni. Spero che ci sia buon senso da parte di tutti”.

Teoricamente, tutto giusto. Le intercettazioni sono uno strumento indispensabile ai magistrati per le indagini, inutile negare che spesso però sui giornali finiscono anche particolari che con l’inchiesta di turno c’entrano come i cavoli a merenda. “La pubblicazione di intercettazioni davvero non pertinenti è già vietata dalla legge penale quantomeno dal reato di diffamazione”, ha precisato Pier Camillo Davigo, nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati. “Se non rientrano in quel reato o sono pertinenti oppure si tratta di fatti che attengono all’operato di un pubblico ufficiale. Nel qual caso la pubblicazione è lecita”. Insomma, secondo l’Associazione nazionale dei magistrati una nuova legge non serve: “Se si ritiene che le pene per la diffamazione non siano adeguate, basta aumentare quelle. Il resto è superfluo”, ha concluso Davigo.

Resta il problema. Una riforma sulle intercettazioni è ferma al Senato, già approvata dalla Camera a settembre. Nessuno nell’Esecutivo vuole toccare le indagini, piuttosto la pubblicazione degli ascolti. E’ la solita faccenda legata alla tutela della privacy. L’articolo 30 della legge che riforma il processo penale riguarda la possibilità di pubblicare le intercettazioni. Renzi vorrebbe riequilibrare il rapporto tra interesse pubblico e privacy, la difficoltà sta nel trovare il compromesso. Mettere mano alla materia è terreno insidioso: cosa sia interesse pubblico e cosa altro, invece, debba restare protetto nella sfera della privacy si presta ad una larga discrezionalità. Matteo Renzi dice che le intercettazioni non si toccano. Per ora, perché alla fine della riforma del processo penale, si dovrà affrontare anche l’articolo 30, proprio quello delle intercettazioni. E su questo punto l’Anm non sarà dello stesso parere del governo. Succede così da circa vent’anni. Anno più, intercettazione in meno.

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