Ricordando Karina
Karina Huff era il nome d’arte di Carrina Corona Elizabella, una bella attrice bionda con gli occhi azzurri, nata a Londra il primo gennaio del 1961 e scomparsa tre giorni fa. Noi la conoscevamo soprattutto come scoperta dei Vanzina che la lanciarono in Sapore di mare 1 e 2, per poi replicare con Vacanze di Natale e La partita. I più addentro alle cose del cinema di genere non la dimenticano interprete de Il gatto nero – The Black Cat di Luigi Cozzi, film purtroppo mai distribuito sul mercato italiano. E come dimenticare Voci dal profondo e La casa nel tempo del maestro dell’horror Lucio Fulci? Le nuove comiche di Neri Parenti è il suo ultimo film, ma prima interpreta Animali metropolitani di Steno, Domani mi sposo e Giochi d’estate. Televisione, riviste patinate, copertine di Playboy, Blitz e un po’ di gossip. Un giorno infausto – il 18 aprile del 2016 – se la porta via un tumore al seno, a soli 55 anni. Per ricordarla rivediamo The Black Cat.
The Black Cat (1989) di Luigi Cozzi si doveva chiamare De Profundis e sarebbe stato un titolo più adeguato. Per maggior precisione la pellicola viene battezzata Edgard Allan Poe’s The Black Cat. Luigi Cozzi si adegua e inserisce un gatto nero che appare sulla scena con il compito di sottolineare i momenti di tensione e alcune apparizioni insolite. La produzione è statunitense (Worl Picture srl e 21 St Century Film Corporation), garantisce a Cozzi buoni mezzi e soprattutto la presenza di un cast adeguato. Florence Guerin e Caroline Munro sono le ottime protagoniste femminili che recitano a dovere la loro parte accanto a Urbano Barberini, Brett Halsey, Luisa Manerì, Karina Huff, Alessandra Acciai, Giada Cozzi, Michela Marsina, Jasmine Maimone e Antonio Marsina. La fotografia notturna è dell’esperto Pasquale Rachini, gli effetti speciali sono di Armando Valcauda, le musiche suggestive sono del grande Vince Tempera. Il montaggio rapido e serrato è di Piero Bozza, Luigi Cozzi scrive, sceneggia e dirige un film prodotto da Piero Amati, ma lo firma con lo pseudonimo anglofono di Lewis Coates.
Una pellicola come The Black Cat è un vero peccato che non sia uscita sul mercato italiano. Nessuno l’ha voluta per via delle tante scene splatter, per gli efferati delitti e per le orribili apparizioni di una strega che vomita di tutto sulla povera Florence Guerin. La pellicola contamina le tematiche dell’orrore con elementi fantascientifici e nasce come omaggio a Dario Argento, soprattutto al suo film Suspiria (1977). Cozzi vuol fare un fanta-horror stile Carrie – lo sguardo di Satana di Brian De Palma (1976) e parlare dei poteri extra sensoriali di due mutanti. La storia si sviluppa attorno a due donne dai grandi poteri mentali ed è un film di fantascienza mascherato da horror. Vediamo una mutante cattiva che è consapevole dei suoi poteri per mezzo dei quali vorrebbe dominare il mondo dopo aver eliminato la rivale. L’altra mutante (Florence Guerin) invece è buona ma inconsapevole di possedere un potere che una volta rivelato le permette di vincere la battaglia contro il male. Il finale vede la Guerin, finalmente consapevole dei suoi grandi poteri mentali, dare vita a uno scontro epico con la mutante cattiva che viene sconfitta in un fantasmagorico gioco di luci e di fantastici effetti speciali.
Il film mette in scena l’invasione del mondo della realtà da parte del mondo della fantasia e crea una dimensione sospesa tra realtà e sogno, tra apparizioni surreali e atroci delitti. Sono molte le scene da ricordare di un film molto ben riuscito che noi abbiamo visto con fatica nella versione in lingua inglese.
Ottimi effetti che si ispirano anche a Nightmare – Dal profondo della notte di Wes Craven (1984) per via di un incubo terribile che tormenta la donna e a un certo punto minaccia di ucciderla. La tensione è una delle cose migliori della pellicola che procede con colpi di scena continui e incubi surreali che svaniscono al mattino. Karina Huff è molto brava nella breve parte che deve interpretare ed è credibile il terrore che manifesta quando parla della storia di Levana e la ritiene una vera maledizione. Per tornare in vita Levana deve portare via un bambino e pare che abbia scelto il figlio della Guerin, ma è tutta una macchinazione della perfida balia. Karina Huff muore in modo molto spettacolare: la mutante cattiva le fa esplodere il cuore nel petto in un trionfo di splatter che fa la gioia degli appassionati. Le sequenze con Karina Huff terrorizzata sono da antologia, l’attrice è molto brava, ma altrettanto ottimi sono gli effetti speciali dell’esplosione del suo corpo. Lucio Fulci e Joe D’Amato non avrebbero saputo fare di meglio. Citiamo anche interessanti giochi di luce, trenini che si muovono da soli e televisori che si accendono all’improvviso. Molto sensuale Caroline Munro che già aveva lavorato con Cozzi in Star Crash. Il faccia a faccia finale vede una lotta tra il bene e il male a base di esplosioni e di effetti fantascientifici.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]