Barriere al Brennero, Italia chiede intervento UE
Sono ore particolarmente concitate per l’Europa sul tema dei migranti e della gestione dei flussi costanti di persone verso tutte le aree del continente. In queste settimane, agli onori della cronaca è balzata la vicenda dello scontro diplomatico tra Austria e Italia, mediate dall’Unione europea, riguardo la paventata decisione austriaca di erigere una barriera al Brennero per impedire l’arrivo di profughi provenienti dall’Italia. In seguito alla dichiarazione del ministro della difesa austriaco Hans Peter Doskozil di voler chiudere completamente il confine con l’Italia in caso di perdita del controllo della situazione migratoria, ha preso il via un vespaio di polemiche e una serie di petizioni per bloccare un progetto del genere.
La preoccupazione dell’Austria sarebbe dovuta alla presunta inefficienza del sistema di controllo italiano sul passaggio dei migranti, insieme alla già precedente decisione della Germania di respingere nuovi flussi ai suoi confini. In questo modo, temendo di diventare una sorta di “sala d’attesa” per migranti, l’Austria ha pensato di reintrodurre controlli rigidi alla frontiera del Brennero, ripristinando quegli uffici doganali utilizzati tanti anni fa. Se fino a qualche settimana fa si parlava di ruspe e mezzi da lavoro pronti a erigere un vero e proprio “muro” di 250 metri, adesso lo scenario sembra cambiato e per questo l’Austria ha già accusato le autorità italiane di mentire sui controlli ai confini. In particolare, il principale quotidiano austriaco, Krone Zeitung, indirizza il dissenso del governo di Vienna verso le critiche “false e bugiarde” dell’esecutivo di Matteo Renzi, che in questa occasione avrebbe protestato molto di più di quanto non abbia fatto riguardo al confine con la Francia, dove in precedenza sono stati respinti oltre 10 mila migranti.
Nel mezzo di questo scenario politico ingarbugliato, il governo italiano ha pensato di cercare una mediazione al dissidio bussando alla porta dell’Unione europea. Per mezzo di una lettera ufficiale inviata al Commissario UE per l’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, i ministri dell’Interno e degli Esteri Angelino Alfano e Paolo Gentiloni hanno formalmente chiesto alla Commissione europea di verificare urgentemente se le misure adottate dalle autorità austriache siano conformi alle regole del “codice frontiere” del protocollo di Schengen, con riferimento ai principi di necessità, proporzionalità e leale cooperazione.
A una prima analisi, sembrerebbe che il ripristino dei controlli interni con l’Italia non sia supportato da “elementi fattuali”, cioè da evidenze numeriche di un aumento dei flussi dallo scorso gennaio ad oggi (principio di necessità); riguardo alla proporzionalità, tale azione sembra esagerata in quanto è previsto un ripristino dei controlli “in caso di minaccia grave all’ordine pubblico o alla sicurezza interna”, condizione che attualmente non sembra una realtà in atto. Nel comunicato, i ministri invitano poi la Commissione Ue a valutare la violazione del principio di leale cooperazione, dato che la chiusura dei confini potrebbe avere un impatto notevole sul settore dei trasporti e sulla libera circolazione delle merci.
Nello scontro diplomatico tra i due Stati membri tenta di mediare anche il Capogruppo del Partito Popolare Europeo al Parlamento UE, il tedesco Manfred Weber: «L’Italia non va lasciata sola. Dobbiamo fare di tutto per evitare che al Brennero si crei una seconda Idomeni». Il rischio infatti sarebbe, alla chiusura dei confini, che l’Italia debba affrontare l’emergenza migranti senza gli strumenti di accoglienza adeguati, dando vita ad altri turbolenti campi profughi come quelli già visti in Grecia. Prosegue Weber: «L’Italia è grande e forte e deve controllare i suoi confini e registrare i migranti. L’Austria ha già fatto molto, ma al Brennero per il momento non si registrano flussi che giustificano una sospensione di Schengen. Infine, Bruxelles deve fare la sua parte per consentire l’applicazione del mandato delle Nazione Unite contro gli scafisti. Arno Kompatscher – il governatore dell’Alto Adige-Sud Tirol – si è detto fiducioso che i controlli al Brennero possano essere evitati con una sforzo comune dell’Unione europea».