Rassegna stampa estera

Un naufragio misterioso,  trafficanti di uomini che non si fermano davanti ai nuovi muro e riaprono vecchie strade pur di non fermare i loro affari, la crisi dei migranti che si fa sempre più pressante all’arrivo dell’estate e che, ancora una volta dovremo affrontare da soli.  Temi importanti affrontati dalla stampa estera questa settimana, ma non solo. Commenti sui referendum, in particolare il  “flagello del quorum” che avvelena la democrazia e la “vittoria” di Renzi che esce indenne da questa poco appassionante tornata elettorale (almeno per quanto riguarda gli elettori che sembrano sempre più disamorati della politica). Troviamo anche un po’ di mafia, che, agli occhi degli osservatori appare sempre potente nonostante arresti eccellenti e antipatiche ripicche legate al caso Regeni: l’Italia viene paragonata all’Egitto in campo di “sparizioni” .

Cathy Macherel titola così il suo articolo pubblicato sulla Tribune de Genève: Un naufrage très mysterieux en Mediterranée. Scrive che “l’Italia lunedì ha dato la notizia di centinaia di dispersi al largo dell’Egitto. Ma nessuno conferma il fatto” e si chiede: “una nuova tragedia di grande ampiezza è avvenuta nelle ultime ore nel mediterraneo, causando la morte di centinaia di persone? Lunedì la notizia è riecheggiata in tutta Europa.  Ovviamente: le autorità italiana affermavano averne la certezza. Il Ministro italiano degli Affari Esteri , Paolo Gentiloni, evocava ‘diverse centinaia di morti’, e la triste notizia veniva commentata anche dal Presidente Sergio Mattarella. Da parte loro, le autorità somale affermavano che 500 persone si trovavano a bordo di quelle imbarcazioni. Ma, un totale mistero planava sulla notizia, pubblicata per prima dalla BBC in arabo e poi ripresa dai media italiani. In giornata però, né l’Egitto, né l’Agenzia europea Frontex, né l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, a Ginevra, erano in grado di confermare questo naufragio (…) In serata le autorità italiane si mostravano più prudenti, precisando che stavano cercando di contattare le autorità egiziane per avere conferma della notizia. Una certezza: L’Italia è molto preoccupata dalla ripresa delle traversate del Mediterraneo centrale (…) Roma moltiplica i moniti ai suoi partner europei, mostrandosi molto critica sul sigillo posto alla via dei Balcani voluta dalla Germania”. (…) Brutta cosa dubitare sui morti, ma succede quando se ne perde il conto. E le preoccupazioni sono reali, soprattutto per quanto riguarda , l’efferatezza dei trafficanti di vite umane.

Anche il San Francisco Gate scrive della riapertura delle vecchie vie in risposta alla chiusura della strada dei Balcani. “Quando più di 800 persone sono annegate lo scorso anno su una nave affollata diretta verso l’isola più meridionale dell’Italia, Lampedusa, l’Unione Europea aveva schierato una flotta di navi in servizio permanente che ha slavato centinaia di vite per quello che risulta essere uno dei viaggi più pericolosi del mondo. Ma un anno dopo il disastro più letale per i migranti avvenuto in Europa, gli sforzi umanitari e securitari al largo delle coste della Libia devono far fronte ad una sfida sempre più grande per catturare i contrabbandieri e portare i richiedenti asilo verso la salvezza.  Gli esperti dicono che il giro di vite in materia di migrazione alle frontiere dell’Unione Europea, fa si che il passaggio dal sud del Mediterraneo esercitato giornalmente dai trafficanti che operano in Libia è già cresciuto rispetto a 12 mesi fa. Finora quest’anno 24.000 rifugiati sono arrivati in Italia attraverso questa strada e decine di migliaia sono in attesa di partire (…) Ora che le autorità europee stanno lavorando all’arresto del flusso di migranti in arrivo dal Mediterraneo orientale e li stanno riportando dalla Grecia alla Turchia, gli analisti hanno anticipato che i richiedenti asilo in arrivo dal Medio Oriente e dall’Asia potrebbero rivedere nella Libia la più allettante porta d’ingresso verso l’Europa.” (…)  E la solidarietà dell’Europa vacilla sempre più.

In tutto questo stato di allerta su come fare a gestire un’emergenza che ormai è diventata prassi, vengono lanciati sul web strani, se non inquietanti appelli, come quello riportato da Francesa de Villasmundo su Media Press Info: ‘Musulmani venite in Italia’. Spiega la giornalista che “La legge anti moschea votata all’inizio di Aprile in Veneto, ha suscitato turbamento nella comunità musulmana. Un’emozione che si traduce con un appello lanciato via Facebook dal  gruppo Rumiya Al-Mawu  (comunità musulmana internazionale che conta 80.000 iscritti e che ha sede in Italia, ndr) ai musulmani del mondo intero ad invadere l’Italia (…) ‘Se la comunità islamica in Italia fosse più forte e numerosa questo non sarebbe successo’, continua il post scritto in italiano e arabo (…)”. La de Villasmundo conclude il suo commento affermando che “questi gentili invasori musulmani hanno trovato già due alleati di peso per la loro opera di conquista: il vescovo di Venezia che si è scagliato contro questa legge anti moschea in nome della libertà religiosa. E soprattutto Papa Francesco che ha riportato con se, da Lesbo, tre famiglie musulmane. Con tali appoggi, la colonizzazione dell’Italia da parte del mondo musulmano rischia di essere un gioco da bambini”. Quello che preoccupa invece è come si giochi con le parole e con il fuoco.

Politica. Bruno Kaufmann su Swissinfo dalla sua rubrica  “punto di vista” da un giudizio sul rapporto tra quorum e democrazia.  “Negli ultimi venti anni gli italiani hanno potuto dare direttamente il loro parere per 31 leggi nazionali. Ma in 27 casi – compreso quello sulle trivellazioni petrolifere in mare di questo weekend –  il  loro voto è stato semplicemente invalidato per via di una disposizione che uccide: partecipazione insufficiente. E’ tempo di finirla con questo flagello (…) Non è per il sole, né per i gelati che ho fatto il viaggio. Ero qui (a Roma,ndr) come osservatore del 31° referendum popolare su una legge nazionale approvata dal Parlamento italiano 20 anni fa. Nel corso degli ultimi decenni, l’Italia ha fatto numerosi sforzi per diventare un Paese stabile, moderno ed efficiente. Un Paese che non si accontenta a contemplare la sua gloriosa storia – come la Grecia -, ma che ha anche il potenziale di innovare e di influenzare tutto un continente con grandi idee e soluzioni promettenti.” Kaufmann racconta la storia degli ultimi referendum, e spiega il  ostro articolo 75 della Costituzione per poi affermare “ciò che potrebbe sembrare a prima vista come una ragionevole esigenza per arrivare a una buona partecipazione è in effetti una minaccia per la democrazia – e non solo in Italia, ma ovunque dove vigano regole simili (…) Come osservatore ho potuto costatare come una regola simile a quella italiana abbia ritardato il progresso democratico  a Taiwan all’inizio del 2010. E’ triste vedere come una democrazia matura come l’Italia possa cadere nella stessa trappola, in modo quasi masochista (…) E’ tempo di svegliarsi, ‘Bella Italia’, e semplicemente abolire quel quorum che rimette in questione la tua democrazia potenzialmente molto viva.”

Da questo bistrattato referendum esce indenne Renzi, come scrive Philippe Ridet. (…) “Se una maggioranza dei votanti sembra aver risposto “si” al limite delle concessioni, del loro voto non si terrà conto (…) Ecologisti, membri della sinistra alternativa, del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord speravano almeno contraddire in parte il Primo Ministro Matteo Renzi che aveva invitato gli italiani a disertare le urne. UN responsabile politico può incitare i suoi cittadini a non applicare il loro dovere elettorale? La domanda ha dominato la fine della campagna, senza tuttavia appassionare le folle. Con la loro partecipazione, gli anti-Renzi, speravano sottolineare la fine della seduzione del Presidente del Consiglio sugli italiani (…) Dovranno rivedere la loro tabella di marcia. Ance se il risultato di Domenica, complicato e poco mobilitante, non  puà anticipare i risultati delle altre consultazioni più politiche, rappresenta una nuova vittoria per Renzi sui suoi oppositori.” (…)

Anche James Politi sul Financial Times scrive di come il fallimento di questo referendum abbia costituito una spinta per Renzi. “Domenica sera Matteo Renzi ha beneficiato di una importante impulso politico dopo il fallimento del referendum sulle trivellazioni in mare aperto, al quale il Primo Ministro si era opposto insieme al mondo dell’industria petrolifera della terza economia dell’eurozona (…) Renzi aveva pregato gli italiani di non votare, argomentando che il referendum – chiesto da un pugno di governatori regionali –  era inutile perché avrebbe minacciatola dipendenza energetica e lasciato senza lavoro molte persone (…) Gli oppositori di Renzi speravano che lo scandalo scoppiato nell’industria petrolifera, che ha portato alle dimissioni della Ministra per lo sviluppo economico, Federica Guidi, avrebbe potuto girare a loro favore e aiutare a raggiungere il quorum. Ma le dismissioni a sorpresa della Ministra Guidi non sembra siano state sufficienti a far loro cogliere l’attimo”.

Mafia e Isisi affiancate. Non è la prima volta. Ishaan Tahroor sul Washington Post riporta l’intervista del Procuratore Franco Roberto che afferma: “ Lo Stato Islamico  e i suoi amici terroristi soffrirebbero se la cannabis venisse depenalizzata”. Nella stessa intervista precisa il WP Roberto mette in luce i legami esistenti tra i gruppi estremisti e il crimine organizzato italiano. “Franco Roberto è sia a capo dell’antiterrorismo che dell’antimafia, un portafoglio congiunto che è stato creato l scorso anno. Parlando con l’Agenzia di stampa ha detto che depenalizzando la marijuana – o addirittura rendendola legale –  si andrebbero and intaccare le reti illegali che traggono profitto dalla sua produzione e dalla sua vendita. In particolare lo Stato Islamico trae molti profitti dalle rotte di contrabbando dalla Libia verso l’Europa (…) La mafia italiana trae dal commercio della droga una cifra stimata intorno ai 35 miliardi di euro l’anno.” (…) Finora la guerra globale alla droga sembra essere stata disastrosa, come dimostra anche la lettera aperta firmata da più di 1000 figure mondiali di spicco e inviata al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.

Al-Masry Al-Youm nell’edizione in inglese dell’Egypt Indipendent riporta la notizia della scomparsa nel nostro Paese del cittadino egiziano Adel Moawwad. Ne avevamo già parlato, ma questa volta la strumentalità della notizia è disarmante: “Adel Moawwad, membro della comunità egiziana, è una tra le migliaia di persone scomparse in Italia”. I commenti sono superflui.

Cathy Macharel, Un naufrage très mystériex en Méditerranée,  Tribune de Genève,18 Aprile 2016; AP per San Francisco Gate, Refugee traffic rising along deadly route to Italy,  17 Aprile 2016; Francesca de Villasmundo,  L’appel des musulmans à colonizer l’Italie, Media Presse Info, 19 Aprile 2016; Bruno Faufmann, Italie: comment le Fléau du Quorum empoisonne la démocratie, Swissiinfo, 18 Aprile 2016; Philippe Ridet, Matteo Renzi sort indemne du référendum sur les forages, Le Monde, 17 Aprile 2016; James Politi, Boost for renzi as oil drilling poll fails, Financial Times, 17 Aprile 2016; Ishaan Tahroor, The lates idea for defeating the Islamic State: Legalize pot, The Washington Post, 18 Aprile 2016; Al-Masryn, Adel Moawwad is among thousands missing in Italy: Egypt community member, Egypt Independent, 17 Aprile 2016.

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