Mozes, il pesce e la colomba (Film, 2016)

Uno pensa al cinema ungherese e dentro di sé dice: Dio mio, no! Chissà che noia! E invece eccolo il film che non ti aspetti: una commedia sarcastica, surreale, fantastica, un romanzo di formazione che profuma di Ingmar Bergman nascosto da un apparato comico come nella vecchia commedia all’italiana per la regia di Virág Zomborácz. In breve la trama. Mozes è un giovane insicuro, diplomato un teologia, appena uscito da un ospedale psichiatrico, che convive con un padre pastore protestante dalla personalità forte, una madre succube e una zia prepotente e perfida. Una sorellina adottiva – triste, trascurata e oggetto di persecuzioni da parte dei bulli della scuola – completa la famiglia. Quando il padre di Mozes muore per infarto cardiaco, il figlio continua a vederlo, come se lo spettro fosse rimasto sulla Terra per completare una missione. E infatti scomparirà non appena il ragazzo riuscirà a confrontarsi con le sue paure e si deciderà a crescere. Finale metaforico con la colomba che vola, il pesce liberato nel lago, Mozes che incontra una ragazza e finalmente riesce a vivere senza complessi e frustrazioni.

Virág Zomborácz, al debutto nel lungometraggio dopo una serie di corti, con questo lavoro vince il Bergamo Film Meeting 2015. Una piccola casa come Lab80 è disposta a distribuirlo, senza doppiaggio, con sottotitoli (nel mio caso sovratitoli), ma in Toscana si è visto solo a Firenze e nel mio Cineclub preferito, a Follonica. Inutile stare a raccontarci la stessa storia, che ormai conoscete a memoria se leggete questa rubrica: perché il cinema di qualità – italiano o straniero – viene distribuito poco e male mentre le sale restano in balia della più totale incultura? Mistero.

Mozes, il pesce e la colomba è un piccolo gioiello di comicità surreale, diverte e fa pensare, approfondisce il rapporto padre – figlio, racconta il male di vivere, il disagio familiare, l’ipocrisia della religione e la malignità di un piccolo paese di provincia. Fotografia stupenda, tecnica di regia priva di sbavature, attori diretti con mano ferma, per noi sconosciuti ma molto bravi, originalità assoluta, persino nei titoli di coda che cominciano prima della sequenza finale e si scompongono in lettere non appena scorrono. Cercatelo, ché ne vale la pena!

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Regia: Virág Zomborácz. Interpreti: Márton Kristóf (Mozes), Laszló Gálffi (il padre), Zsolt Anger, Eszter Csákányi, József Gyabronka, Gergely Kocsis, Zsolt Kovács, Andrea Petrik, Szabolcs Thuróczy. Durata: 95’. Genere: Commedia Psicologica.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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