25 aprile, settantuno anni di Libertà

La lezione del 25 aprile 1945: i diritti  di libertà e della partecipazione democratica vanno difesi giorno per giorno con il servizio disinteressato alla cosa pubblica nei comuni, nelle nuove province nelle regioni e nel governo centrale. La riscoperta dei valori e dei  diritti  di libertà,  di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e della partecipazione democratica vale tanto più per la nostra Costituzione, che è costata sacrifici personali e collettivi e sofferenze, sino al sacrificio della vita, ai nostri padri e che oggi, spesso,  viene messa in discussione e, nei numerosi casi di corruzione e di malgoverno della cosa pubblica, di fatto svuotata nei suoi cardini fondamentali.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, così ha sintetizzato  il significato del 25 aprile di fronte alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma al Quirinale il 21 aprile scorso:

Il rifiuto convinto e incondizionato di ogni sopraffazione, di ogni totalitarismo, giustificati da qualsivoglia credo politico e religioso, la lunga lotta, talvolta anche personale, per affermare coraggiosamente i principi di libertà, di riguardo alla dignità umana, di pace e di giustizia nel rispetto dei propri ideali e dei giuramenti prestati, rappresentano valori nobili tramandati dal moto spontaneo delle coscienze che ha reso non soltanto importante, risolutiva ma eroica la guerra di liberazione dal nazifascismo.

Lunedì prossimo, 25 aprile, dopo aver deposto, come ogni anno, una corona d’alloro all’Altare della Patria per ricordare tutti i Caduti, abbraccerò idealmente dal Piemonte – così come l’anno scorso da Milano – tutti gli altri luoghi che videro l’eroismo, la sofferenza, e tante volte la morte, di tanti italiani che si sacrificarono per ridarci libertà e democrazia.

Marzabotto, Boves, la Benedicta sull’Appennino Ligure, Sant’Anna di Stazzema, Porta San Paolo, Cefalonia e Kos, le Fosse Ardeatine, sono luoghi diventati tristemente noti, e non dimenticabili, per gli efferati eccidi e gli scontri di cui sono stati testimoni. A questi luoghi si aggiungono le tante carceri italiane, i lager tedeschi con gli oltre 600.000 militari internati, e gli altri luoghi dove si consumarono innumerevoli tragedie.

Non si può neppure stilare un elenco di località e di episodi tragici in base all’ordine definito dal numero di vittime perché ogni vita, anche singola, è sacra. Ma sono numerosi i luoghi che testimoniano la sofferenza e l’impegno civile che il nostro Paese ha sviluppato in quel periodo per approdare alla democrazia, alla libertà, alla Repubblica.

Quindi ricordare e celebrare la liberazione dal nazifascismo non deve limitarsi a far volgere il nostro sguardo e i nostri pensieri a un periodo tragico del nostro passato. Deve piuttosto richiamarci ai valori di quanti ne furono protagonisti e artefici, alla loro energia, alla loro volontà e al loro coraggio che in quei giorni di barbarie permisero alla nostra Nazione di risollevarsi. Così è stato con l’Italia democratica nei settant’anni di vita repubblicana, così deve continuare ad essere nel presente e nel futuro del nostro Paese.

Questa energia e la volontà di sollevarsi e ricominciare sono un patrimonio della nostra storia e della nostra gente che, come in una corsa, passa il testimone di mano in mano, per trasmettere valori e fiducia alle nuove generazioni.  Il nostro Paese è depositario di tradizioni millenarie, di civiltà, di cultura, di umanità, di accoglienza, che il mondo ci invidia e ammira.

Ripercorriamo insieme gli  eventi salienti della Liberazione culminata nel 25 aprile 1945. La Resistenza contro il nazifascismo iniziò dopo l’8 settembre 1943 e finì all’inizio del mese di maggio del 1945. Il 10 luglio 1943 gli Alleati sbarcavano in Sicilia al comando del generale George Patton. Era l’inizio della liberazione d’Italia, come disse il generale Eisenhower, per “ristorare l’Italia come nazione libera”.

Tutto cominciò con la presa di Pantelleria, poi, nell’arco di un mese, le forze anglo-americane liberarono l’intera isola, giungendo a Messina il 17 agosto. Il 3 settembre l’ottava armata inglese di Montgomery sbarcava in Calabria, sei giorni dopo gli americani al comando del generale Clark prendevano terra a Salerno. Il 1° ottobre Napoli viene liberata, ma la linea Gustav, all’altezza di Montecassino, blocca l’avanzata alleata fino alla primavera del ‘44. A giugno l’avanzata alleata libera Roma, ma è ancora arrestata dal secondo poderoso baluardo difensivo tedesco, la linea Gotica. Solo nella primavera del ‘45 la linea cade, la Toscana è libera e le truppe alleate irrompono nel Nord Italia.

Il 21 aprile 1945 le truppe del generale Alexander entrano a Bologna, nei giorni successivi gli Alleati raggiungono Milano, Genova, Venezia. Il 25 aprile troveranno molte città già liberate dalle truppe partigiane del Comitato di Liberazione Nazionale. Nelle città la popolazione insorge contro le truppe d’occupazione nazista e contro i fiancheggiatori fascisti. I tedeschi sono in rotta verso i valichi alpini e a Dongo, sul lago di Como, Mussolini viene catturato dai partigiani. La cronaca breve della “Campagna d’Italia”  non rende certamente conto delle sofferenze e dei dolori patiti in quegli anni dalla popolazione civile.

25 aprile 1945-2016  la 71’ Ricorrenza della Liberazione: ricorda gli uomini e le donne di tutte le età e le condizioni sociali che si sono battuti e sono morti per garantire i diritti democratici dei quali tutti, indistintamente, oggi godiamo.

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