Consiglio UE, giusto processo per i minori
Nel marzo scorso il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria la direttiva 2013/0408 (COD) dal titolo “Criminal proceedings: procedural safeguards for children suspected or accused” sulle garanzie procedurali per la tutela dei minori indagati o imputati in processi penali nei 28 Stati europei, in modo che questi siano capaci di esercitare il proprio diritto a un processo equo. La scorsa settimana la direttiva ha ottenuto anche il consenso dal Consiglio dei ministri dell’Unione europea.
Si tratta di una svolta storica nella legislazione dell’UE, che di fatto segna la nascita del giusto processo penale minorile europeo: per la prima volta, infatti, viene introdotta una specifica disciplina di procedimenti penali nei confronti di chi non ancora raggiunto la maggiore età e non possiede ancora tutti gli strumenti per difendere la propria posizione a livello giudiziario. Ogni anno, circa un milione di minori in Europa entra formalmente in contatto con le forze dell’ordine e con la giustizia penale, per un totale del 12% della popolazione coinvolta in un processo. Dunque un sistema giudiziario a misura di minore è nella maggioranza dei casi la condizione necessaria per il reinserimento sociale dei ragazzi autori di reati, e ovviamente per la prevenzione delle recidive.
Il provvedimento contempla il diritto per i minori indagati o imputati nei procedimenti penali di avvalersi di un difensore. L’obiettivo primario è stabilire garanzie standard affinché i minori indagati o imputati nei procedimenti penali siano in grado di comprendere e seguire il procedimento, esercitare il loro diritto a un equo processo, evitare la recidiva e promuovere il proprio reinserimento sociale. Gli Stati membri devono garantire tale opportunità, tenendo conto delle specifiche esigenze del minore in materia di protezione, istruzione, formazione e reinserimento sociale. Ogni minore, infatti, deve essere sottoposto a valutazione individuale, e, in caso di privazione della libertà, ha il diritto di ricevere un esame medico per valutare lo stato fisico e mentale generale.
Stabilendo norme minime comuni sulla protezione dei diritti procedurali di minori indagati o imputati, la direttiva 2013/0408 (COD) punta a rafforzare la fiducia degli Stati membri nei sistemi giudiziari penali degli altri Stati, per facilitare il riconoscimento reciproco delle decisioni in materia penale. Tali norme minime comuni dovrebbero inoltre rimuovere ostacoli alla libera circolazione dei cittadini nel territorio degli Stati membri.
Se l’interessato ha già compiuto i 18 anni al momento in cui diventa indagato o imputato in un procedimento penale, ma il reato è stato commesso quando era minore, gli Stati membri sono incoraggiati ad applicare le garanzie procedurali previste dalla presente direttiva fino al compimento dei 21 anni, almeno per quanto riguarda i reati commessi dal medesimo indagato o imputato e che sono oggetto di indagini e azioni penali congiunte, in quanto indissociabili dai procedimenti penali che sono stati avviati nei suoi confronti prima che compisse 18 anni.
E’ compito degli stati membri fare in modo che in qualsiasi fase del procedimento la privazione della libertà personale del minore sia limitata al più breve periodo possibile, considerando l’età e la situazione personale. Un accento particolare viene posto anche sulla formazione specifica per il personale che si occupa di casi sui minori, che deve riguardare diritti, tecniche appropriate di interrogatorio, psicologia minorile e comunicazione.
A seguito della pubblicazione della direttiva sulla Gazzetta ufficiale dell’UE, gli Stati membri avranno tre anni per recepirne le disposizioni nella legislazione nazionale. Danimarca, Regno Unito e Irlanda hanno deciso di non partecipare all’adozione della normativa e non saranno vincolati a rispettare le nuove regole.