Dio WiFi
Il progresso lento, inesorabile e determinato arriva ovunque; non c’è barriera che tenga, entra nella vita della gente e la cambia. Non sono cambiamenti rapidi; arrivano cose buone e cose meno buone. Le cose meno buone sono quelle che si palesano più velocemente.
A L’Avana fino a poco tempo fa i giovani, i vecchi, le famiglie alla sera o nei fine settimana camminavano sul Malecon spensierati, parlando e ridendo, bevendo birra o altro. Guardavano l’altra gente che passava, un musicista che improvvisava, un amico che li salutava. Adesso ancora accade questo, ma si sono sviluppate altre aree dove le persone si riuniscono, i punti WiFi. Lì, giovani, vecchi e famiglie passano il loro nuovo tempo e invece di guardare il cielo e parlare tra di loro, fissano uno schermo acceso e parlano con qualcuno che sta da qualche parte. Sicuramente bello per una mamma parlare con il figlio che magari non ritorna da tanto. Sicuramente.
Però, accanto a tutto questo si è sviluppata una rincorsa al denaro che prima non esisteva. I cubani sono per loro natura un popolo gentile; disponibili e aperti, sempre pronti a parlarti, a rispondere alle tue domande. Spesso mi è capitato di camminare per qualche via della città e di essere approcciata, con molta carineria, da persone che mi chiedevano se mi occorreva qualcosa; gente che mi offriva il suo aiuto solo per la voglia di essermi in qualche modo utile, anche solo per trovare una direzione.
Adesso, rapidamente, gli approcci si sono evoluti. Spesso offrono servizi, tipo Taxi economici, dato che i taxi sono rincarati, come tutto del resto, in maniera esponenziale; oppure ti offrono un ristorante speciale, buono, di qualità; ti seguono fino allo sfinimento come fanno a Marrakesh, dove ti adottano autodefinendosi guide ufficiali senza che nessuno le abbia minimamente richiesto il servizio. E sono seccanti. Mai come ultimamente mi è accaduto questo. E mi dispiace molto. Tutto ciò accade perché ormai le nuove generazioni hanno altri dei: il Dio Smartphone ha più seguaci di Maometto, tutti vogliono essere connessi.
Ora però temo altre negative espressioni del progresso. Io non so come il Governo cubano potrà arginare questa tendenza; tutte queste novità portate dalla prossima fine dell’embargo forse non possono essere controllate come dovrebbero. Gli ideali della rivoluzione rimangono confinati alle generazioni più vecchie; i giovani vogliono i jeans ultimo modello, la canotta alla moda, una machina nuova. A loro importa molto meno di quello che importava ai loro padri e ai loro nonni. E questo è davvero triste; siamo spettatori di grandi cambiamenti, sperando che la dignità di questo meraviglioso popolo rimanga intatta.