Silencio Vivo per la XVI Biennale Donna
Ferrara – In questi giorni alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara è in corso una mostra che mette a nudo le emozioni umane e lo fa attraverso le opere di artiste di origine latinoamericana. La mostra prende il nome di Silencio Vivo. Artiste dall’America Latina e raccoglie i lavori di note artiste che amano confondere e stupire il loro pubblico trasformando le emozioni in effetti visivi e opere interattive.
L’esposizione, che si concluderà il 12 Giugno, rientra nel progetto che da anni porta avanti la Biennale Donna (sospeso a causa del terremoto che ha colpito Ferrara nel 2014), che focalizza la propria attenzione sulle questioni socioculturali, identitarie e geopolitiche che influenzano i contributi estetici dell’odierno panorama delle donne artiste. Presso il Padiglione d’Arte Contemporanea sono state riunite le opere delle poliedriche artiste Anna Maria Maialino, Teresa Margolles, Amalia Pica e Ana Mendieta, scomparsa giovanissima.
La mostra, che ripercorre i temi caldi del panorama sociale dell’America Latina, si apre con le opere dell’eccentrica Anna Mendieta, il suo lavoro per quanto bere è stato uno dei più ricchi e incisivi. Il percorso, curato dal Lola G. Bonora e Silvia Cirelli, conduce il visitatore attraverso le Siluetas, figure dal forte impatto emotivo, e le numerose documentazioni fotografiche delle azioni performative create dalla Mendieta. Nata a Cuba, Ana Mendieta trasmette alle sue opere l’aria della sua terra, emerge forte il legame con questa cultura con i rituali magici e l’amore per la natura, con cui sembra di essere in costante contatto. Insomma osservando i corpi da lei immortalati si viene pervasi da una forte energia vitale e ci si sente quasi in contatto con l’universo.
A fare dei corpi uno strumento di comunicazione emozionale è anche Anna Maria Maiolino, Italiana trasferitasi in Brasile per lavoro. Attraverso le sue opere si entra in contatto con le difficoltà e le paure che gli emigranti devono affrontare, l’artista infatti ha vissuto con terrore e sconcerto gli anni del regime dittatoriale in Brasile e ciò l’ha portata e riversare il fiume di pensieri sensazioni ed emozioni vissute in quelle che lei chiama “photopoemaction”. Tra le sue opere spiccano anche installazioni di ceramica e sculture dove si percepisce forte il senso di creazione e distruzione che lega l’individuo alla natura.
Somiglianti, ma di diverso impatto emotivo, sono le opere di Teresa Margolles; le installazioni proposte per la Biennale Donna, tra cui Pesquisas, travolgono lo spettatore obbligandolo a riflettere sulla terribile situazione che zone remote del Messico sono costrette a vivere, come Ciudad Juarez, dove la criminalità ha raggiunto enormi proporzioni e la gente vive costantemente a contatto con la morte e la violenza. Una situazione che l’artista vuole denunciare e porta ignoro per il mondo per far conoscere ciò che le autorità locali abbandonano all’oblio o negano.
Il percorso si conclude con le opere della poliedrica Amalia Pica, amante della comunicazione e dei mezzi che essa mette a disposizione, ci mette difronte ai vari equivoci che essi spesso creano alienando, perdendo così la loro funzione di condivisione. L’artista per porre l’individuo di fronte a questi limiti usa ogni mezzo dai video al disegno, dalla performance alle istallazioni; sono opere che richiedono l’interazione e creano uno scambio ludico ma al tempo stesso riflessivo.
L’esposizione è organizzata dal Comitato Biennale Donna dell’UDI, di cui fanno parte Lola G. Bonora, Anna Maria Fioravanti Baraldi, Silvia Cirelli, Anna Quarzi, Ansalda Siroli, Dida Spano, Antonia Trasforini, Liviana Zagagno, e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, con il sostegno del comune di Ferrara e della Regione Emilia-Romagna.