Buon compleanno Golda

Era il 3 maggio del 1898 quando Golda nacque a Kiev da una famiglia molto modesta. Tempo d’immigrati, di famiglie che si trasferivano per fuggire la fame e la povertà, in cerca di una vita dignitosa, sicuramente migliore. Niente è cambiato alla fine, lo stesso fenomeno che viviamo adesso solo in aree geografiche differenti. La sua famiglia infatti migrò negli Stati Uniti.

Poi , appena sposata, la decisione di andare in Palestina. Dello Stato d’Israele nemmeno l’ombra, ancora; il territorio era sotto il Protettorato Britannico. Ma lei, Golda Meir, è già convinta che la creazione di uno Stato ebraico sia l’unica soluzione possibile per garantire la sicurezza degli ebrei. Va a vivere in un Kippur, sceglie una vita in mezzo alla comunità, forma le sue idee socialiste, comincia il suo percorso politico. E’ già un personaggio. Poi un susseguirsi di incarichi prestigiosi fino a essere nominata, il 24 febbraio 1969, quarto Premier d’Israele.

Una donna di grande personalità, il personaggio più forte in Israele dopo Ben Gurion, il Padre della Patria. Quando si dimette da Primo ministro, nel 1974, le sue idee sono rimaste immutate e Israele è ormai una realtà di cui il mondo deve tenere conto. «Ha capelli grigi e ricciuti. Un viso stanco e grinzoso, un corpo pesante sorretto da gambe gonfie, malferme, di piombo. Come mia madre, ha quell’aspetto da massaia ossessionata dalla pulizia. Perché, capisci, sono donne che non usano più. E la cui ricchezza consiste in una semplicità disarmante, una modestia irritante, una saggezza che viene dall’aver sgobbato tutta la vita». Così la descrive Oriana Fallaci. Era una donna assolutamente indifferente all’aspetto fisico, da alcuni definita in modo poco gentile “il miglior uomo d’Israele”.

Non fu facile la sua vita politica. Nel 1972, durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera, un commando palestinese dell’organizzazione terroristica Settembre Nero, distrugge a colpi di mitra il sogno di alcuni atleti israeliani. Golda non cede al ricatto dei terroristi che chiedono la liberazione di loro compagni detenuti in Israele; ne muoiono 9, il Paese è in lutto. Poi, lei ordinerà una caccia all’uomo e il Mossad, il Servizio segreto israeliano, ucciderà i mandanti della strage con un’operazione durata anni.

Donna di poche parole e molti fatti. Ma anche donna capace di amare, di essere preda di passioni. Andò avanti quasi vent’anni il legame con Albert Pharaon; una relazione scandalosa: lui  un arabo benestante, banchiere, appassionato di cavalli. E lei Golda Meir, la pasionaria del sionismo. Un libro bellissimo ne racconta la storia. Una storia impossibile, quasi uno scherzo del destino. Che forse testimonia che ci sono cose che non ci è dato comprendere, comandare, dominare; che la ragione non vince sempre sulla passione. Si chiama vita, sia che a viverla sia una donna del popolo o un Capo di Stato. Buon compleanno Golda.

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