Stop etichette a semaforo, libero export delle Dop italiane

Il Parlamento europeo si è finalmente espresso sulla Relazione Kaufmann relativa al programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione europea, nella quale si invitava la Commissione a «riesaminare la base scientifica, l’utilità e la fattibilità del regolamento 1924/2006 nonché eventualmente a eliminare il concetto di profili nutrizionali», ovvero quelle soglie tecniche di determinati nutrienti cosiddetti critici (come grassi, grassi saturi, zuccheri, sale).

La bocciatura dell’etichetta a semaforo restituisce libertà alle esportazioni delle principali denominazioni Made in Italy, dal Prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano e Grana Padano, ma anche agli oli extravergine di oliva, alla mozzarella o alle nocciole che sono state tra le vittime illustri della normativa adottata ingiustamente dal Regno Unito che colpiva il 60% delle produzioni italiane. Fino ad ora la Commissione non si era mai pronunciata in modo definitivo riguardo alle etichette ed aveva, di fatto, tollerato la decisione della Gran Bretagna di far adottare tale sistema dal 98% dei supermercati inglesi con un ostacolo alla libera circolazione delle merci che sta mettendo in pericolo alcuni settori cardine dell’export Made in Italy.

L’Italia insieme ad altri 15 Paesi si era schierata per la revisione di questo elemento distorsivo del mercato, già un mese, fa durante i lavori del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea a Bruxelles. Le etichette a semaforo, adottate solo in Gran Bretagna, non erano altro che un’informazione visiva con bollino rosso, giallo o verde, posto sugli alimenti, ad indicare il contenuto di nutrienti più o meno critici per la salute. La segnalazione sui contenuti di grassi, sali e zuccheri non si basava sulle quantità effettivamente consumate, ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanza. Il sistema finiva per escludere, paradossalmente, dalla dieta alimenti sani e promuoveva, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale.

Da un indagine Nomisma, prendendo in considerazione le nostre Dop Parmigiano-Reggiano e Prosciutto di Parma,  si era evidenziato un calo nelle vendite e nelle quote di mercato dei prodotti quando questi venivano etichettati con il sistema a semaforo, contro un incremento delle vendite degli stessi prodotti quando non etichettati. Si andava dal -14% per il Prosciutto di Parma Dop al -13% fatto registrare dal Parmigiano Reggiano Dop .

Finalmente si è posto fine ad informazione semplicista e grossolana nella classificazione nutrizionale che portava ad identificare molte eccellenze italiane come potenzialmente pericolose per la salute dei consumatori, concetto assolutamente falso anche sul piano scientifico. Dopo questi fatti si rende sempre più necessario l’obbligo d’indicare in etichetta l’origine degli alimenti come ha chiesto il 96,5% degli Italiani nella consultazione pubblica online condotta dal Mipaaf.

Alla Francia, in seguito ad una analoga consultazione, è stato concessa l’autorizzazione dall’Unione Europea di introdurre un sistema di etichettatura di origine per carne e latte contenuti nei prodotti trasformati, perché nel regolamento comunitario N.1169 del 2011 entrato in vigore il 13 dicembre del 2014, esiste questa possibilità. Allora perché l’Italia non agisce come la Francia per tutelare i propri prodotti?

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