Il Made in Italy dal Medioevo ai nostri giorni

Famoso in tutto il mondo e ricercato per la sua inconfondibile eleganza e sobrietà, il Made in Italy ha una storia antica che in pochi conoscono. L’artigianato italiano vanta estimatori in tutto il mondo e la sua notorietà si deve non solo alla bravura e precisione manuale degli appassionati artigiani, ma anche allo sfoggio che la classe nobile ne faceva già nel Medioevo.

La notorietà del fabbricato in Italia si è estesa a tutto il mondo grazie alle classi agiate che nei loro salotti sfoggiavano maioliche, argenti, mobili e tessuti italiani. La diffusione della pregiata forgia delle armature italiane si deve soprattutto ai sovrani, da Carlo V a Emanuele Filiberto di Savoia, che erano soliti commissionare le loro armature dai Negroli a Milano. La presenza dei prodotti italiani si riscontra in ogni mercato noto, probabilmente i pregiati damaschi veneziani e genovesi fecero la loro comparsa anche sul ambìto mercato della seta di Valencia.

Oggi una ricca collezione di manufatti italiani è stata riunita presso la Reggia di Venaria, dove rimarrà fino al 10 Giugno prossimo, in una mostra che ripercorre la sua cronologia storica. Fatto in Italia. Dal Medioevo al Made in Italy, questo il nome dell’esposizione curata da Alessandra Guerrini, raccoglie una ricca testimonianza della manifattura italiana suddivisa per regioni che porta con se la storia del territorio di appartenenza, infatti ogni regione era nota per una specifica arte.

Possedere un monile con la dicitura “Fatto in Italia” significava appartenere alla classe nobile, era ciò che oggi definiamo uno status symbol, per questo le opere di manifattura italiana erano molto richieste e spesso anche copiate, come accade oggi, e di questo ne fa testimonianza il tessuto trecentesco di Palazzo Madama (forse utilizzato come gualdrappa da cavallo) eseguita nel Mediterraneo orientale copiando i modelli italiani.

Il comitato scientifico per la selezione delle opere formato da Vincenzo Abbate, Fulvio Cervini, Marzia Cataldi Gallo, Davide Gasparotto, Guido Guerzoni, Silvio Leydi, Massimo Negri, Paulus Rainer, Carmen Ravanelli Guidotti, Maria Ludovica Rosati, Michele Tomasi, Susanna Zanuso, ha operato un’attenta selezione seguendo due chiavi di lettura. Prima di tutto si è cercato di dare risalto alla produzione artistica in se scegliendo esemplari differenti e di diverso materiale, ma ricchi di significato e con una storia da poter raccontare; in secondo luogo si è operata la scelta facendo luce sulle varie tecniche di lavorazione sviluppatesi per territorio, le antenate delle odierne imprese familiari, che hanno sviluppato nel tempo i loro marchi di riconoscimento.

Il percorso espositivo, dunque, viaggia in parallelo mostrando da una parte i vari materiali – metallo, bronzo, tessuto, maiolica, corallo, vetro e avorio- e dall’altra offre una mappa storica del loro utilizzo e del territorio di appartenenza. Così la prima sala si apre con una esposizione dedicata all’arredo domestico con i prodotti di Venezia, non c’era casa dove non si facesse sfoggio dei damaschi o delle maioliche intarsiate, qui si possono anche ammirare cristalli e specchi in cornici di avorio.

Si prosegue poi verso la sala dedicata ai monili di bronzo, destinati all’arredamento, diffusi nel territorio di Padova; nella sala successiva lo sguardo cade su una vasta esposizione di armature e oggetti metallici di precisione orafa, destinati ad arricchire le collezioni di corte, provenienti da Milano. Il percorso prosegue verso una sala dedicata alla maiolica, dove si possono riconoscere i diversi stemmi nobiliari che fanno capire quanto diffusa e ricercata fosse la manifattura italiana per il corredo nuziale; proseguendo si giunge in una sala dedicata alle sete e ai velluti di Genova, nota sia per la produzione che per il commercio.

La ricostruzione storica, a cui hanno collaborato il Victoria and Albert Museum, il Louvre, il Museo dei Tessuti e delle Arti decorative di Lione, il Museo di Capodimonte, il Museo Nazionale del Bargello e il Castello Sforzesco, termina con l’esposizione di coralli di manifattura siciliana, una sorpresa per molti sarà scoprire quanto quest’isola fosse famosa per le raffinate e complesse creazioni modellate con questo prezioso mollusco.

La mostra si conclude con Fatto in Italia. Poetiche contemporanee dedicata alla manifattura contemporanea, curata da Barbara Brondi & Marco Rainò, che rappresenta in un certo senso l’evoluzione di quanto presentato in precedenza. Molte di queste opere dal particolare e innovativo design sono il frutto della conoscenza dei materiali e della sperimentazione, nel rispetto delle mutevoli esigenze del destinatario. Osservando queste produzioni si avrà la percezione del presente, dove la storia e la lezione dell’artigiano si riconoscono nelle produzioni ripetibili di tipo industriale, e del futuro dove la ricerca della praticità e utilità spingono l’artigiano alla sperimentazione come nelle creazioni uniche e di difficile riproduzione dei pezzi di design.

Lo scopo di vedere affiancate opere così differenti e distanti nel tempo diventa chiaro nel momento in cui si riesce a comprendere che l’interazione tra creatività e saper fare sono una componente costante della manifattura italiana, le si riconosce quel quid in più che permette alla passione e alla produzione artigiana di sconfiggere l’oblio del tempo tramandandosi di generazione in generazione. In più questa peculiarità ha reso il made in Italy un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo.

©Futuro Europa®

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