Nervi, architetture per lo sport al MAXXI

Roma – Le creazioni del made in Italy, famose in tutto il mondo, ci portano al MAXXI (Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo), che dedica una mostra al lavoro svolto dall’architetto Pier Luigi Nervi e dal suo team. La carriera dell’architetto risale agli anni Sessanta e rappresenta uno dei cavalli di battaglia del patrimonio italiano, il talento più innovativo dell’epoca e richiesto in tutto il mondo. La mostra Pier Luigi Nervi. Architetture per lo Sport, curata da Micaela Antonucci con Annalisa Trentin e Tomaso Trombetti dell’Università di Bologna, ospita l’intero lavoro svolto dall’architetto, dalle strutture realizzate alle proposte rimaste nel cassetto, sfidando il visitatore ad acquisire una maggiore consapevolezza del patrimonio culturale lasciato in eredità. Fotografie, disegni, bozzetti, plastici e documenti testimoniano il lavoro svolto dall’architetto, oltre cento materiali provenienti dall’Archivio Pier Luigi Nervi ora parte della collezione MAXXI Architettura, che accompagneranno il visitatore in un percorso cronologico suddiviso in tre sezioni.

Il percorso si apre con la sezione Sperimentazioni ed innovazioni che va dal 1929 al 1949 e raccoglie tutti i lavori svolti alla ricerca di strutture e materiali che combinati insieme rendono non solo funzionale ma anche esteticamente gradevole l’opera. Il progetto dello stadio comunale Giovanni Berta di Firenze, il progetto per lo Stadio del Littorio di Livorno e il progetto per lo stadio di Torino, sono solo alcune della testimonianze dell’uso innovativo dell’allumann-matt una speciale lega anti ossidante usata per le pensiline metalliche. Il percorso continua tra i vari lavori e progetti sviluppati con altri valenti collaboratori, come quella con Cesare Valle con il quale realizzò, tra il 1943 e il 1947, lo stadio di Rio de Janeiro da 150.000 posti. Questa struttura innovativa e rivoluzionaria, caratterizzata dalla sovrapposizione di un secondo anello di gradinate in cemento armato a sbalzo sopra quello inferiore, si basava sul precedente progetto dello stadio da 120.000 posti di Roma, proposto in occasione dei Mondiali di calcio del 1934 e mai realizzato.

Nella sezione Campione del Cemento, che raccoglie i lavori dal 1950 al 1960, spicca il progetto dello stabilimento Kursaal del Lido di Ostia, realizzato in collaborazione con Antonio Lapadula e perfetto esempio del boom economico. Qui risalta la figura a forma di fungo del ristorante e la struttura in ferrocemento, brevettato dall’architetto Nervi, del trampolino dal dinamico profilo di una H dalle aste verticali oblique iscritta in un cerchio. I progetti dell’architetto Nervi sono anche protagonisti dei lavori in occasione dei Giochi della XVII Olimpiade del 1960, per i quali ha realizzato con Marcello Piacentini il Palazzo dello Sport all’EUR, costituito da una copertura a cupola di 100 metri di diametro “plissettata” realizzata con elementi prefabbricati ondulati e circondato da un anello vetrato; con Annibale Vitellozzi il Palazzetto dello Sport, caratterizzato dalla tipica calotta “nervata” in cemento armato (divenuta la firma che contraddistingue i suoi lavori) realizzata con elementi prefabbricati romboidali e sostenuta da un giro di pilastri sagomati a Y;  con il figlio Antonio lo Stadio Flaminio, formato da 92 telai strutturali in cemento armato a due cerniere che variano in altezza e in larghezza disegnando una sinuosa curva che abbraccia il campo da gioco.

L’ultima sezione, Dall’Italia al mondo, raccoglie le opere elaborate tra il 1971 e il 1979 e lo vede impegnato in progetti all’estero, dall’Europa all’America fino all’Africa. In questi anni viene spesso supportato dai figli a causa della difficoltà negli spostamenti, ma sarà una presenza sempre costante e attenta. Tra questi lavori vale la pena citare il GoodHope Center di Cape Town in Sud Africa, il primo impianto sportivo multirazziale realizzato in piena apartheid che non prevedeva percorsi separati tra bianchi e neri, realizzato insieme al figlio Antonio in joint-venture con lo studio Colyn&Mering.

La fondazione MAXXI, grazie alla collaborazione con il Centro regionale Sant’Alessio e Margherita di Savoia per Ciechi e con l’associazione ‘Amate l’Architettura’, ha reso la mostra agibile a tutti. Una passeggiata intorno al Palazzetto dello Sport permetterà di esaminare la struttura realizzata, mentre una visita in mostra coadiuvata dal modello in plexiglass del Palazzetto dello Sport, realizzato da Aureliano Capri e Elettra Renzi studenti dell’ISIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Roma), metterà in evidenza il sistema di scarico a terra delle forze pensato da Nervi per l’edificio, mentre tavole tattili semplificheranno la comprensione dell’insieme delle opere.

La Fondazione MAXXI, insieme alla mostra, presenta la pubblicazione dell’inventario dell’archivio Pier Luigi Nervi, che rappresenta il risultato di complessi lavori di ordinamento dell’archivio e vuole fornire un valido strumento di lavoro e punto di partenza per future ricerche e fa parte di una sezione specifica della collana editoriale Quaderni del Centro Archivi del MAXXI Architettura.

Questa esposizione, che si concluderà il 2 Ottobre prossimo, ci insegna ad essere più consapevoli del patrimonio artistico che ci circonda e ci ricorda che tutte le opere, che possano piacerci o no, raccontano delle storie che aspettano solo di essere ascoltate.

©Futuro Europa®

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