L’eretica (Film, 1975)

Armando De Ossorio Rodriguez, nato a La Coruna il 6 aprile del 1918, è uno dei migliori registi horror iberici, definito da alcuni un eterno ragazzo con il sogno del cinema, perché fin da bambino è attratto dalla settima arte. Nato da famiglia benestante e di cultura elevata, fan di Greta Garbo e di Ernst Lubistch, s’innamora del Dracula di Tod Browning e del Frankenstein di James Whale, che contribuiscono a far nascere in lui la passione per il genere horror. Dopo gli studi superiori abbandona l’Università e si dedica a scrivere adattamenti radiofonici di opere letterarie, studia giornalismo e si trasferisce a Madrid. Primi cortometraggi datati 1942: El misterio de la endemoniada e El ultimo carneval. A sorpresa, visto il personaggio, entra in banca e torna a La Coruna, ma dopo sette anni nuova fuga verso il cinema in direzione della capitale. Collabora ancora con la radio, lavora nella pubblicità e scrive soggetti per il cinema, ma non è soddisfatto di come i registi li realizzano. Per questo decide di mettersi in proprio e nel 1956 realizza il primo lungometraggio: Bandera negra, perseguitato dalla censura franchista, che emargina il regista.

Il suo secondo film esce nel 1964 ed è un western: La tumba del pistolero, seguito da Malenka (1968), diventato un classico del cinema iberico. I suoi horror migliori escono nei primi anni Settanta e si caratterizzano per un’insolita vena esoterica legata ai templari. Alcuni titoli: La noche del terror ciego, El ataque de los muertos sin ojos, El buque maldito, La noche de las gaviotas (in Italia noto come Terror beach o La notte dei resuscitati ciechi). De Ossorio cavalca la moda dell’horror, genere che ama, e gira pellicole cult come Las garras de Lorelei, La noche de los brujos e La endemoniada (uscito in Italia come L’eretica). Il regista galiziano gira anche Pasion prohibida (1980), un erotico – genere che non lo coinvolge più di tanto – interpretato dalla diva del tempo Susana Estrada. Dopo un flop (unico in carriera) come Serpiente del mar (1984) decide che è il momento di lasciare il cinema e di occuparsi di scrittura e televisione. Muore il 13 gennaio 2001 a Madrid.

L’eretica (il titolo originale La endemoniada è ben più calzante) è uno dei pochi film di De Ossorio che si sono visti sul territorio nazionale – insieme alla saga dei resuscitati ciechi – ed è un lavoro che risente del grande successo de L’esorcista (1973) di William Friedkin, ma presenta una sua ben precisa originalità. Esorcistico molto esoterico, collegato a temi di stregoneria, racconta le vicissitudini di una setta di adoratori di Satana che decide di sacrificare un bambino al principe delle tenebre. La polizia indaga e scopre una strega, Madame Guiterre, responsabile del rapimento, che non solo rifiuta di parlare ma per non subire ulteriori pressioni si getta dalla finestra e si uccide. Non è finita qui, perché la strega torna dalla morte e s’impossessa della giovane Susan, figlia del Ministro degli Interni, e la trasforma nella reincarnazione della divinità Astarot. Nessuno in famiglia è disposto ad ammettere la possessione demoniaca della ragazzina, anche se si comporta in modo stranissimo e violento, fino a rapire il cuginetto per sacrificarlo a Satana. L’esorcista Padre Juan decide di intervenire e di impedire altri misfatti in nome del dio delle tenebre, mettendo in scena una lotta contro il male senza esclusione di colpi, che porta in primo piano una vecchia storia d’amore del passato.

Armando De Ossorio ha visto e amato L’esorcista, perché gira sequenze che ricordano la pellicola statunitense, come la levitazione dell’indemoniata, il cambiamento di voce e i comportamenti satanici, ma il suo film è tra gli esorcistici più originali perché gode di una sceneggiatura legata al mondo della stregoneria. Ottimi gli effetti speciali, visto il periodo storico, soprattutto il suicidio della strega, la trasformazione in fantasma e la possessione demoniaca, ma non è da meno la battaglia finale tra il prete e la presenza malefica. De Ossorio non dimentica la vocazione al melodramma tipica del cinema iberico inserendo una parte romantica che condiziona le azioni del prete nel corso dello scontro con le forze del male. Un ottimo film, ben fotografato con toni ocra, cupo e malinconico, molto vicino per ispirazione a L’anticristo (1974) di Alberto De Martino e L’ossessa (1974) di Mario Gariazzo, inferiore al primo ma superiore al secondo per tensione e realizzazione. Un film legato ai tempi in cui l’horror europeo sfornava prodotti d’imitazione che rivaleggiavano con gli originali d’oltreoceano. Tempi lontani, purtroppo.

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Regia: Armando De Ossorio. Soggetto e Sceneggiatura: Armando De Ossorio. Fotografia: Vincente Minaya. Trucco: Ramon De Diego. Produttore: Isaac Hernandez. Produttore Esecutivo: Julio Vallejo. Musiche: Diergo Victor. Montaggio: Pedro Del Rey. Produzione: Richard Films. Interpreti: Marian Salgano, Julian Mateos, Tota Alba, Fernando Sancho, Lone Fleming, Angel Del Pozo, Kali Hansa, Daniel Martin, Marian Salgado, Roberto Camardiel, Maria Kosti.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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