Parlamento UE, approvata riforma Europol
E’ stata approvata la scorso 11 maggio dal Parlamento UE la riforma della legge che disciplina l’Europol, ovvero l’Agenzia di Polizia Europea. Il principale obiettivo del provvedimento sarà di intensificare la lotta al terrorismo e al crimine organizzato, migliorando la cooperazione tra gli Stati membri soprattutto nel settore informatico e nello scambio di informazioni utili in ambito investigativo. Da oggi la governance di Europol verrà rinnovata e renderà il suo mandato e i suoi poteri più compatibili con quelli di paesi terzi, così da poter rispondere più rapidamente e con maggiore efficacia a eventuali minacce future.
La novità più rilevante della riforma consiste nella creazione della Internet Referral Unit (IRU), l’unità speciale di Europol per il monitoraggio di Internet: a questo organo sarà consentito di contattare direttamente i gestori di social network come Facebook per chiedere che una pagina web gestita dall’Isis o da altre organizzazioni criminali venga cancellata, bloccando più rapidamente la diffusione della propaganda terroristica. Grazie alla IRU, che riunisce autorità di polizia provenienti da 12 diversi Stati membri, attualmente già 4.700 contenuti digitali sono passati sotto esame e in 3.200 casi ne è già stata richiesta l’eliminazione dal web.
La riforma appena approvata aumenterà anche la capacità di controllo del Parlamento UE su Europol, dando inoltre ad Eurojust – l’agenzia europea di cooperazione giuridica – la possibilità di accedere alle informazioni conservate nei propri archivi.
Pareri contrastanti si stanno sollevando in seguito all’approvazione della riforma Europol: da un lato, i soggetti e gli organismi che operano nel settore della protezione dei dati vedono il provvedimento con sospetto, temendo che Europol possa diventare un’autorità dai poteri eccessivi: ciò deriva forse dal fatto che l’IRU potrà richiedere che gli internet service providers forniscano ulteriori informazioni sugli utenti sospetti, ad esempio su eventuali visite a siti terzi considerati pericolosi. D’altro canto, la maggioranza degli eurodeputati ritiene infondate queste preoccupazioni: a differenza dell’Fbi statunitense, ad esempio, Europol agisce solo da supporto alle autorità di polizia nazionali, senza poter intervenire direttamente nei singoli Stati membri.
Nel corso dei tre anni di negoziati per la riforma in seno al Parlamento europeo, il Gruppo PPE è riuscito a confermare la presenza di due priorità chiave: l’inclusione di una base legale per la Internet Referral Unit e la possibilità per Europol di ricevere informazioni da soggetti privati. Il Capogruppo PPE al Parlamento UE, Manfred Weber: «Le persone in Europa oggi si aspettano più sicurezza dall’Europa, in relazione al terrorismo e al crimine organizzato internazionale. Abbiamo bisogno di una risposta europea sulla sicurezza, con più cooperazione tra gli Stati membri. E oggi è un giorno importante, perché finalmente Europol è stata rafforzata».
Già attiva dal 1999 e con sede all’Aia nei Paesi Bassi, Europol è ufficialmente l’agenzia dell’Unione europea per la cooperazione sull’applicazione delle leggi, e agisce da base per il dialogo tra le diverse autorità nazionali degli Stati membri. Le aree di intervento su cui opera sono molteplici: la prevenzione e la lotta contro il terrorismo; il traffico illecito di stupefacenti; la tratta di esseri umani; le reti d’immigrazione clandestina; il traffico illecito di materie radioattive e nucleari; il traffico illecito di merci; la lotta contro la falsificazione dell’euro; il riciclaggio dei proventi di attività criminali internazionali. Tra le principali funzioni specifiche, Europol agevola lo scambio di informazioni fra gli Stati membri, raccogliendone e analizzandone le segnalazioni; comunica ai servizi competenti degli Stati membri le informazioni che li riguardano, avvisandoli immediatamente dei collegamenti rilevati fra più fatti delittuosi. Ogni Stato membro designa un’unità nazionale incaricata di svolgere tali funzioni, che a sua volta invia all’Europol almeno un ufficiale di collegamento, col compito di difendere gli interessi della propria divisione in ambito europeo.