Michel Temer, un astuto giocatore di poker

Brasile – Un tempo alleato di Dilma Roussef, Michel Temer prende il posto della Presidente decaduta dopo mesi di caos politico e istituzionale. I brasiliani lo conoscono poco e chi lo conosce non è propriamente dalla sua parte.

La storia di Dilma Roussef è finita lo scorso 12 Maggio, quando una grande maggioranza di senatori l’ha allontanata dal potere. Nel giro di poche ore il suo posto è stato preso da Michel Temer, suo vice-presidente, che accusa di ‘colpo di Stato’ istituzionale. In piena tormenta, il gigante emergente dell’America Latina è ha un bivio, dopo 13 anni di governi guidati dal Partito dei lavoratori (PT), era iniziata nel 2003 dall’ex Presidente Luiz Inacio Lula de Silva, che ha presidiato il boom socio-economico brasiliano degli anni 2000. I senatori hanno votato con larga maggioranza (55 voti favorevoli su 81) l’apertura formale del processo di destituzione dell’impopolare dirigente di sinistra, accusata di manipolazione dei conti pubblici, dopo una sessione storica cominciata nella mattina di mercoledì 11 Maggio. Dilma Roussef, 68 anni, è stata automaticamente allontanata dalla presidenza per un massimo di 180 giorni, nell’attesa del giudizio finale dei senatori quando verrà richiesta una votazione di 2/3 di loro (54 su 81), già passata giovedì, che perfezioni la destituzione. Questo potrebbe accadere a Settembre, tra i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro (5-21 Agosto) e le elezioni amministrative di Ottobre.  La feroce battaglia politica che serpeggia da mesi all’interno delle istituzioni brasiliane è arrivata al suo culmine appena tre mesi prima dell’apertura dei Giochi Olimpici di Rio, aggiudicati con foga nel 2007 all’ex Presidente Lula, mentor politico della Rousseff e in un momento di grande crescita economica. Oggi la situazione è molto diversa. Il Brasile, settima economia mondiale, annaspa nella più grave crisi politica della sua giovane storia democratica ed economica:debito pubblico, deficit, disoccupazione, inflazione, scandali e corruzione.

Al posto di Dilma Rousseff oggi c’è Michel Temer, suo ex alleato oggi diventato rivale, dirigente del grande Partito di centro PMDB, uscito lo scorso marzo dalla coalizione. Cortese, discreto, conciliatore, il vice-Presidente ha fatto di tutto per rimanere nell’ombra della Presidente, fino a quando le ha tirato la stoccata finale. Dallo scorso 12 Maggio, giorno in cui i senatori hanno votato in favore dell’apertura formale del procedimento di destituzione della leader di sinistra, Michel Temer è il nuovo Capo di Stato brasiliano. Allontanata l’avversaria per  180 giorni, è lui ad assicurare la transizione, probabilmente fino al 2018. Vince così una difficile partita di poker . Per mesi ha nascosto il suo gioco da abile giocatore d’azzardo, espressione impassibile, inespressivo anche grazie alla chirurgia plastica. Non importa se la Rousseff lo definisce ‘traditore’ e ‘capo della cospirazione’. Leader da 15 anni del Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB), arbitro centrista di tutte le maggioranze di Governo dal 1994, Michel Temer ha accumulato molti rancori in cinque anni di matrimonio d’interesse con la leader di sinistra. Lo scorso Dicembre, Temer, solitamente poco disponibile ad esprimere apertamente i suoi stati d’animo, aveva sorpreso tutti con una lettera “personale” diretta alla Presidente e nella quale le faceva parte di tutta la sua amarezza.  Le rimproverava di averlo sempre disprezzato, trattandolo da “vice-Presidente ornamentale”. Rinchiuso da allora nella sua residenza di Brasilia, telefono irraggiungibile per la presidenza, ha osservato in silenzio l’infiammarsi della crisi politica brasiliana che da Marzo ha portato all’inesorabile indebolimento della Capo di Stato. Da vecchia volpe della politica, ha orchestrato l’uscita del suo Partito dal Governo, colpo che si è dimostrato essere fatale per la sua ormai rivale.

Da quel momento, questo fine politico sconosciuto ai più in Brasile, che ha presieduto per tre volte la Camera dei Deputati, sale sulla scena politica grazie alla caduta della sua ex alleata. Per lui è una vera manna, perché se avesse dovuto guadagnarsi l’incarico legalmente attraverso un’elezione presidenziale, secondo un recente sondaggio non avrebbe ottenuto che l’1 massimo 2% delle preferenze. I brasiliani auspicavano una sua uscita di scena tanto quanto lo volevano per la Rousseff. Il profilo senza grande personalità di questo figlio di immigrati libanesi, nato nel 1940 nello Stato di Sao Paulo, nasconde qualche sorpresa. Nel 2013 Temer ha pubblicato una raccolta di poesie. Ha avuto cinque figli da tre matrimoni in quattro decenni. La sua moglie attuale è un ex-reginetta di bellezza di 32 anni, incinta di sei mesi e che viene descritta dalla rivista conservatrice Veja come “bella, riservata e amante del focolare”. Eppure Miche Temer ha cuscita addosso l’immagine di uomo modesto, senza storia. Quando i suoi simpatizzanti lo accoglievano mesi fa gridando “Temer Presidente!”, lui rispondeva a disagio: “Per il momento, no, grazie. Aspettiamo il 2018”. Ma avanzava già a piccoli, impercettibili passi. Due mesi prima la sua lettera di “divorzio” da Dilma Rousseff, aveva pubblicato una bozza di programma economico intitolato “Un ponte per il futuro” dove criticava gli eccessi della politica economica sperperatrice del Partito dei Lavoratori al potere.

Ora che ha le redini in mano, cosa riuscirà a fare di meglio di quando era al Governo? I mercati, preoccupati per la recessione storica che colpisce il Brasile, sperano che risponderà in fretta alle loro attese: ricomposizione del bilancio, riforma del sistema pensionistico, del diritto del lavoro. Ma come la Presidente uscente, avrà a che fare con un Parlamento parcellizzato dove il sostegno si paga in contanti, o con la promessa di migliaia di posti  in posizioni delicate all’interno della massima statale. Contava ridurre drasticamente i ministeri, ma ha già dovuto annacquare le sue promesse. Soprattutto neanche lui è fuori dagli scandali. Il suo Partito, il PMDB è coinvolto in un titanico caso di corruzione che ruota intorno al gigante petrolifero statale Petrobras. Il dossier è già costato il posto al suo ingombrante compagno Eduardo Cunha, il losco Presidente della Camera dei Deputati  alla regia della destituzione di Dilma Rousseff. Temer stesso è stato citato dagli accusati. Il procuratore non ha giudicato sufficienti gli indizi a suo carico per aprire un’indagine, per ora. Potrebbe però vedere il suo mandato interrotto dall’intervento della magistratura  per l’accusa pendente di finanziamento elettorale illecito attraverso fondi sottratti a Petrobras. E rischia di essere dichiarato ineleggibile per otto anni, in seguito alla recente condanna in appello per  violazione della legge sulle campagne elettorali.

Ma cosa importa. Il cinque Agosto sarà sicuramente lui ad avere l’onore di dichiarare “aperti” i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, davanti a centinaia di milioni di spettatori.

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