Il ritorno di Girone
Il rientro in Italia del fuciliare di Marina Girone mi ha fatto, naturalmente, molto piacere per lui, per la sua famiglia e per tutti quelli che in questi quattro anni hanno tifato per lui e per il suo compagno d’armi Latorre. Personalmente, non l’avrei accolto in trionfo, se non altro per rispetto dei due pescatori indiani morti e delle loro famiglie. Ma è comprensibile che il Governo volesse capitalizzare politicamente l’evento, visto che fin qui si è mosso con intelligenza e con successo. Mi pare abbastanza divertente che poi Renzi abbia spiegato di non essere andato egli stesso all’aereoporto per evitare una strumentalizzazione politica della cosa. Alla faccia! Rientro con un aereo militare, due Ministri, Esteri e Difesa, all’aereoporto, Mattarella che invita la famiglia al Quirinale! Che altro mancava! La nomina a Senatore a vita?
Naturalmente, quel Sindaco PD che sardonicamente ha avvertito in un tweet i pescatori Italiani di “stare attenti” merita solo il compatimento che spetta ai poveri di mente. Si è giustificato dicendo che “era solo una battuta”. E come no! Uno dice insigni stupidaggini o mascalzanate, poi finge di pentirsi! Ma perché certa gente non si tappa la bocca prima di parlare! Spero che la sua gente, o il suo partito, lo redarguiscano adeguatamente.
Detto questo, bene ha fatto Renzi ha negare che Girone sfili alla parata del 2 giugno. “Non sventoliamoli come bandierine politiche”, ha detto il Premier, e ha invocato sobrietà e buon senso. Aggiungerei: cautela diplomatica, perché la vicenda non è ancora chiusa. Manca la decisione del Tribunale arbitrale sulla competenza giurisdizionale. Mi auguro che sia riconosciuta, come di diritto, quella italiana. Fino ad allora, per favore, evitiamo retorica di cattivo gusto e provocazioni fuori luogo.