Melancholia (Film, 2011)

Lars Von Trier è autore geniale e ispirato, capace di qualunque impresa, persino di raccontare una non storia mascherata da racconto fantascientifico per parlare di depressione, angoscia, male di vivere e inquietudine esistenziale. Questo è infatti Melancholia, al di là della struttura fantastica e della premessa catastrofica secondo cui la Terra verrà colpita da un pianeta in rotta di collisione finendo per annientare la vita. Alla fine, sembra dire il regista, proprio chi è preparato a convivere con i propri fantasmi, con gli incubi della malinconia e con un feroce comportamento bipolare, riesce ad accettare con serenità l’idea della morte, come destino ineluttabile.

Melancholia è diviso in un prologo e due parti così diversi tra loro da sembrare tre film in uno. Il prologo è stupendo, una vera gioia per gli occhi e per gli orecchi, tra musica di Wagner (Tristano e Isotta) e immagini evocative che in pratica raccontano la storia che sta per cominciare, ma lo spettatore lo comprende soltanto dopo. Nella prima parte si descrive il carattere di Justine (Dunst) e il mancato matrimonio – che fallisce proprio durante il giorno della grande festa – le sue follie caratteriali da depressa cronica e l’impossibilità di vivere una normale esistenza. Justine è figlia di una madre – la rediviva quanto brava Rampling – dura e contraria al matrimonio, poco sentimentale e in fondo folle come la figlia, ma anche di un padre superficiale e privo di carattere. La seconda parte racconta la diversità della sorella Claire (Gainsbourg), che si è costruita una famiglia con un marito ricchissimo e un figlio, vorrebbe aiutare la sorella a uscire dalla depressione, ma non riesce a fare niente, neppure ad aiutarla a sposarsi. Soltanto nella seconda parte il tema fantascientifico si dipana con ottimi effetti speciali del pianeta in rotta di collisione, ma soprattutto descrivendo il terrore che poco a poco s’impadronisce dei personaggi.

Stupenda fotografia, tecnica di regia originale, molta macchina a mano, spesso usata come se si stesse girando un film amatoriale, soprattutto durante la festa di nozze. Lars Von Trier parla di se stesso, come sempre, fa della propria vita un’opera d’arte, come ogni grande autore, racconta una depressione vissuta sulla propria pelle e vuol far capire come le persone depresse mantengano la calma in situazioni di stress e quanto sia foriera di ispirazione poetica la depressione. Bravissime le attrici, non solo Kirsten Dunst – formidabile malata mentale – premiata al 64° Festival di Cannes, ma anche Charlotte Gainsbourg, eccellente nella disperazione della seconda parte, quando perde il suo aplomb e la sua sicurezza da donna normale che dirige una famiglia. Le due donne sono i pilastri della pellicola, attraverso i loro caratteri opposti e il loro rapporto conflittuale Von Trier racconta la sua visione del mondo, descrive la depressione, l’angoscia, il terrore e il senso di ineluttabile sconfitta che s’impadronisce dell’uomo di fronte alla morte.

Melancholia non è soltanto un pianeta fantastico, è il mostro con cui conviviamo giorno dopo giorno, è il male di vivere che ti coglie improvviso e non ti permette di apprezzare quanto di bello esiste intorno a te, ma è anche un destino feroce, un mistero angoscioso che pervade la vita di ogni uomo e che si fa più incalzante nel breve volgere dei giorni. Lars Von Trier usa il genere fantastico per mettere in scena un dramma teatrale e psicologico dei sentimenti, mettendo in luce tutta la debolezza umana di fronte al terrore della prossima fine. Straordinario.

Lars Von Trier: «Cos’è che volevo? Una cosa è certa: partendo da uno stato d’animo, volevo buttarmi a capofitto negli abissi del romanticismo tedesco. Wagner a mille. O forse era un modo per parlare della sconfitta. Sconfitta al minimo dei comuni denominatori cinematografici. Il tema romantico è sempre stato trattato in modo banale e ottuso nel film tradizionale».

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Regia: Lars Von Trier. Soggetto e Sceneggiatura: Lars Von Trier. Fotografia: Manuel Alberto Claro. Montaggio: Molly Marlene Stensgaard. Scenografia: Jette Lehmann. Genere: Fantascienza, Drammatico. Durata: 130’. Paesi di Produzione: Danimarca, Germania, Francia, Svezia, Italia. Interpreti: Kirsten Dunst (Justine), Charlotte Gainsbourg (Claire), Kiefer Sutherland (John), Alexander Skarsgard (Michael), Brady Corbet (Tim), Cameron Spurr (Leo), Charlotte Rampling (Gaby), Jesper Christensen (Piccolo Padre), John Hurt (Dexter), Stellan Skarsgard (Jack), Udo Kier (Wedding planner).

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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