Rassegna stampa estera
Una rassegna stampa all’insegna delle amministrative. Poco stupisce che i media internazionali abbiamo seguito con curiosità questa prima tornata elettorale foriera di novità che portano ulteriore scompiglio in una situazione non proprio facile. Soprattutto a Roma, capitale di’Italia e cuore della politica nazionale. Sulla stampa francofona si parla molto di “agonia politica”, di un renzismo “messo in discussione”, di “campanelli d’allarme” per il PD e per il suo Segretario Premier. Tutte cose che non fanno bene alla nostro appeal in campo internazionale. Meno pessimista il Financial Times che sprona Renzi e il suo Governo a non mollare: le riforme sono l’unica salvezza per l’Italia, portarle a termine la priorità assoluta.
“Il renzismo messo in discussione”, scrive Eric Jozsef su Libération. In questo primo turno esce grande vincitrice Virginia Raggi del M5S, spiega Jozsef, “l’avvocato trentasettenne ha beneficiato dell’indignazione dei romani dopo la rivelazione degli scandali di corruzione che hanno colpito le precedenti amministrazioni, di destra e di sinistra.” Stesso andamento a Torino con la 5 Stelle Appendino e a Bologna, dove il sindaco PD uscente, Merola, è costretto al ballottaggio quando nel 2011 aveva vinto al primo turno. E se qui non è il M5S ad emergere, sottolinea il giornalista francese, è la xenofoba ed eurofoba Lega Nord a raggiungere risultati di peso. A Roma la destra radicale di Giorgia Meloni ha superato la soglia del 20%. “Questo primo turno di amministrative, che ha coinvolto quasi 14 milioni di elettori, è un serio monito per il Presidente del Consiglio. Il Partito Democratico è in calo un po’ ovunque”. Eric Jozsef interpreta come “cattivo risultato” anche quello di Giuseppe Sala a Milano, “l’ex responsabile di Expo, è arrivato in testa con il 41,7% delle preferenze ma appena un punto avanti al suo concorrente di destra, Stefano Parisi”. Ad onor del vero, ricorda il giornalista, il 19 Giugno sarà anche un test per la destra italiana (…) un po’ ovunque i candidati di Forza Italia sono stati battuti, ad eccezione di Napoli e Milano.” La situazione è ancora più delicata a Roma con la spaccatura Meloni-Marchini, segnale più evidente del grande caos che regna in quel campo.
Anche Philippe Ridet su Le Monde parla del risultato elettorale come di “campanello d’allarme” per il PD. “Anche se ha più volte detto che il voto espresso nelle amministrative non era ‘un voto politico sull’azione del governo’, il Presidente del Consiglio ha delle difficoltà nel far passare questa serata elettorale come una passeggiata di salute. Decidendo Domenica di fare visita alla Nazionale di calcio che si prepara per Euro 2016, Renzi aveva tentato di mostrare una sorta d’indifferenza nei confronti di questo scrutinio (…) Ora sembra difficile che possa persistere in questo apparente svilimento. A Roma, città che si rialza a fatica dallo scandalo di ‘Mafia Capitale’ E di cui il precedente sindaco di sinistra (Ignazio Marino) è stato costretto a dimissionare per una questione di ricevute false, il suo candidato, Roberto Giachetti, 55 anni, raggiunge per poco il secondo turno, ma con una distanza di 11 punti da Virginia Raggi. A Milano, Giuseppe Sala (…) non riesce a scavare un solco importante con il suo avversario di centrodestra, Stefano Parisi.” Anche Ridet sottolinea come questo primo turno rappresenti un test per la destra. “Doveva, per vincere, rimanere unita o radicalizzare le sue tematiche e il suo discorso con il rischio di spaventare l’elettorato moderato?” Ricorda Ridet che a Milano, Bologna e Napoli l’unione ha funzionato. La spaccatura di Roma rimane una grande ferita. Molti osservatori aspettano Ottobre per vedere se l’atteggiamento di negligenza da parte di Renzi per queste amministrative puntando tutto sul referendum costituzionale sarà stata la tattica giusta.
Ancora più drastico Romaric Godin su LaTribune. Il suo titolo è esplicito “Le amministrative confermano l’agonia del sistema politico”. “Il primo turno delle elezioni amministrative di Domenica 5 Giugno hanno confermato il rigetto per il sistema politico tradizionale, con pesanti perdite per il Partito di Matteo Renzi e una grande spinta verso l’altro de Movimento 5 Stelle. “(…) Il simbolo di questa vittoria, è il primo posto di Virginia Raggi, candidata M5S a Roma dove ha ottenuto più del 35% delle preferenze, ossia dieci punti in più del candidato del PD di Matteo Renzi, Roberto Giacchetti, dato al 24,8%. Nessun sondaggio dava tale distanza, né un simile risultato. Certamente il caso romano è molto particolare, la città fondata da Romolo è particolarmente mal gestita e le sue diverse amministrazioni sono state colpite da numerosi scandali. Virginia Raggi si è presentata ed è stata percepita come un’alternativa credibile. Ed è questa la cosa interessante: il M5S non è più un semplice Partito di protesta, è visto come un’alternativa di governo. Nel 2013, durante le ultime amministrative romane, il M5S aveva ottenuto il 12,8% delle preferenze. In tre anni di attività è quasi triplicato”. Sottolinea Godin che il PD naviga in cattive acque, e che il risultato delle europee del 2014, dove aveva raccolto il 42% delle preferenze, è diventato storia. Ancora una volta qui si punta sul 19 Giugno, data “cruciale per l’analisi di questo voto a livello nazionale (…) La questione principale sarà di capire il comportamento al secondo turno degli elettori dei partiti eliminati. La volontà di “punire” Matteo Renzi e il PD porterà ad una unione tra M5S e centrodestra?” Se così fosse le preoccupazioni per il 2018 diventerebbero realtà. Peggio ancora gli effetti sul referendum d’Ottobre. Romaric Godin fa un confronto con il 1992 e il susseguente stravolgimento del sistema dei Partiti “un nuovo sistema politico, per nulla più stabile, è uscito da questa crisi, dominato da Silvio Berlusconi e da un’alternanza tra i due centri. E’ questo sistema che agonizza oggi. Ma l’evoluzione potrebbe essere più profonda. Perché la richiesta di rinnovamento va oltre il semplice rigetto dei Partiti. E’ anche una richiesta di cambiamento delle politiche, soprattutto economiche”. E’ poco rassicurante Godin che non vede più nelle riforme di Renzi il traino sufficiente: la situazione è peggiorata e questo tema non fa più presa sugli italiani.
Di altro avviso il Financial Times che sprona Renzi a portare avanti le riforme con rinnovato entusiasmo. “Il M5S non può essere sconfitto con espedienti populisti” mettono in guardia dall’autorevole quotidiano. “Matteo Renzi è stato a lungo considerato come uno dei leader più rassicuranti e carismatici d’Europa, con un record tangibile di riforme al suo attivo. Ma dopo due anni dal suo arrivo al potere in Italia, l’ondata di populismo che attraversa la politica europea sta ora minacciando il suo Governo di centrosinistra.” L’autore del’articolo ripercorre i risultati delle amministrative e il declino del PD che però “considerando che le elezioni politiche si dovrebbero tenere tra due anni questo calo di popolarità dei Democratici non sembra poi così minaccioso per Renzi. Ma prima di tutti deve affrontare il referendum sulla riforma costituzionale previsto per Ottobre e che si ripropone di riformare l’intasata situazione legislativa del Paese. Il Primo Ministro ha scommesso il suo futuro sul plebiscito, dicendo che si sarebbe dimesso se perdesse. Questa possibilità oggi sembra concreta e getterebbe l’Italia in un periodo di rinnovata instabilità che non può permettersi”. Ma ammonisce dal FT, “gli italiani devono riconoscere che non c’è alcuna seria alternativa al Governo di Renzi in questo momento. Il centrodestra sta lottando per riunificarsi dopo l’allontanamento di Silvio Berlusconi. Il M5S porterebbe il Paese su di un terreno pericoloso con l’indizione di un referendum sull’adesione all’euro. Con un debito sovrano al 132% del Pil, una proposta del genere metterebbe l’Italia e la zona euro a rischio. Tra due settimane, finite le elezioni amministrative,Renzi deve riprendere in mano l’iniziativa. Deve resistere alla tentazione di avere la meglio su Grillo offrendo più dosi di populismo. Deve invece attenersi al suo programma di riforme, nella speranza che possa offrire una migliore crescita economica prima delle elezioni politiche del 2018. Attenersi a questi propositi non sarà facile. Ma è l’unico modo che ha Renzi per fa si che il suo Governo cambi veramente l’Italia.”
Eric Joszef, Italie: le ‘renzisme’ battu en brèche, Libération, 6 Giugno 2016; Philippe Ridet, Italie: Matteo Renzi bousculé par le M5S de Beppe Grillo aux municipales, Le Monde, 6 Giugno 2016; Romaric Godin, Italie: les municipales confirment l’agonie du système politique, La Tribune, 6 Giugno 2016; Editoriale Financial Times, Renzi must regain zeal to reform for Italy’s sake, 6 Giugno 2016.