Auguri a Berlusconi
Martedì prossimo Silvio Berlusconi affronta un’operazione delicatissima. Per esperienza personale, so quanto un’operazione al cuore sia rischiosa e difficile, nonostante gli enormi progressi fatti dalla medicina e dalla chirurgia. A lui vadano dunque gli auguri più sinceri di pieno successo e di pronta ripresa.
Confesso un certo fastidio davanti allo spettacolo di chi, nel centro-destra, sta già spartendosi le spoglie del leader. Però va serenamente riconosciuto che la sua infermità mette in evidenza e accelera un problema che esiste da tempo e che, più che la successione di Berlusconi alla testa di FI, riguarda la scelta di un leader per l’intera area moderata, che nonostante tutto resta, se non maggioritaria, almeno largamente influente e probabilmente condizionante in Italia. Con l’aiuto di Dio e dei medici, cui egli stesso si è affidato, Silvio Berlusconi uscirà dall’operazione rinnovato e fuori pericolo, ma sarebbe follia suicida per lui tornare a impegnarsi con la stessa furia personalistica nella lotta politica e pensare a un ruolo di Governo. È un uomo di 80 anni, con un problema cardiaco, il suo nemico peggiore è stato e sarà sempre lo stress. Non credo sia giusto, né per lui né per il Paese, caricarlo di un peso che non può sopportare.
Ricomporre un grande movimento moderato di centro-destra (possibilmente con la Lega, ma una Lega che moderi gli insopportabili propositi razzisti e antieuropei) è, per comune consenso, una necessità. Altrimenti lasceremmo il gioco nelle mani di Renzi e Grillo. Tra i due non ho dubbi su chi convenga meglio all’Italia, ma il rischio grillino esiste, dopo Roma e Torino, in modo non più astratto. È dunque interesse generale che l’alternativa alla sinistra sia un centro-destra forte, solidale e maturo.
La presenza di Berlusconi ha costituito fin qui un ostacolo su questa strada, ma è possibile arguire che anche la sua assenza non aiuta. La sola soluzione è che sia egli stesso l’ispiratore di questo nuovo e grande centro-destra, cominciando a ricomporre attorno a un programma comune i vari spezzoni di FI e, su questa base di ritrovata unità e quindi autorevolezza, tratti con gli alleati per un programma condiviso e una lista unica, come prevede la legge elettorale, scegliendo poi un leader attraverso il sistema di primarie aperte. Individuarlo ora non è facile, certo. Salvini porterebbe il centro-destra alla sconfitta, spingendo moltissimi moderati nelle braccia renziane. Chi dunque? Ho il massimo rispetto e amicizia per Parisi ma, se anche vincerà a Milano, non lo giudico personalità tale da guidare un grande Paese. Nasce come portaborse di Gianni De Michelis, è sfuggito alle ombre che nel tempo si sono addensate sul suo mentore, ma qualcosa rimane. Personalmente, se dovessi votare alle primarie del centro-destra, sapendo che Alfano è fuori gioco e Fitto inadatto, non avendo la minima stima per Toti e disprezzando Brunetta, sceglierei Romani, che è persona equilibrata e dai buoni procedenti. Ma sia la gente, una buona volta, a scegliere.
Il processo delineato richiede comunque tempi ragionevolmente lunghi. Pensare di accelerarli facendo fallire il Referendum istituzionale è follia suicida. Berlusconi si è detto pronto a un Governo di unità nazionale, per rifare la legge elettorale e andare alle elezioni. Un Governo così c’è stato, e prima ha cercato di farlo saltare Berlusconi stesso, poi lo ha fatto esplodere Renzi. Perché dovrebbe prestarvisi di nuovo il PD il quale, non dimentichiamolo, ha la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato ed è quindi, in ogni caso, determinante? Non è pura logica che i Democratici scelgano elezioni subito, con la legge che c’è e che li favorisce? O magari favoriscano la nasciata di un esecutivo con la maggioranza attuale, eventualmente guidato da Enrico Letta?
La Meloni va dicendo che, appoggiando Marchini, Berlusconi ha dato un assist a Renzi proprio per evitare che cada troppo presto, quando composizione, programma e leadership del centro-destra sono ancora indeterminati. Se così fosse, l’ex-Cavaliere avrebbe dato prova di strategia finissima e andrebbe pubblicamente ringraziato. Tendo a non crederci, perché per istinto diffido dalle teorie cospirative. Mi auguro però che Berlusconi, quando – come gli auguro di tutto cuore – potrà tornare in attività, non compia altri errori, del tipo di quelli che hanno portato i 5 Stelle al secondo posto nel Paese e il centro-destra allo sfascio. Intanto, ne ha evitato uno colossale, evitando di dichiararsi per la Raggi nel ballottaggio romano. Speriamo che continui.