Parisi, l’antagonista di Matteo e Giorgia

C’è un uomo che oggi fa sognare il centrodestra. Scelto quasi per caso ha sorpreso tutti con un atteggiamento positivo, mostrando grandi abilità anche politiche e portando a casa un risultato straordinario per la contingenza storica del centrodestra. Stiamo parlando di Stefano Parisi, candidato sindaco a Milano per il Centrodestra che è riuscito, quasi dal nulla, a mettere in difficoltà Mr. Expo portandolo al ballottaggio con uno scarto di voti davvero insignificante.

Scelto da Berlusconi, a differenza dello sfortunato Bertolaso, è fin da subito riuscito a raccogliere intorno a sé il consenso di tutti i leader della destra, dalla Meloni al diffidente Salvini, passando anche per NCD targato Maurizio Lupi. Il suo curriculum parla poco politichese ma l’esperienza maturata, prima come city manager a Milano sotto la giunta Albertini e poli la Direzione Generale di Confindustria, gli hanno permesso di imparare bene come gestire i rapporti del mondo politico.

A differenza però del suo avversario Beppe Sala, lanciato dall’esperienza di Expo agli onori della cronaca, Parisi ha iniziato quasi dall’anonimato, ma è riuscito a mostrare molte sue ottime doti anche di leadership placando a volte segnali di esuberanza leghista e mantenendo sempre salda la sua coalizione. Ed è proprio questa sua capacità che, molto in sordina, sta nascendo intorno alla sua figura una possibile guida per il futuro di Forza Italia. Già, perché benché affermi di essere “sindaco della coalizione” Parisi è chiara emanazione di Berlusconi che lo ha fortemente voluto. E in un momento di enorme difficoltà per il movimento azzurro, legato soprattutto alle precarie condizioni di salute di Berlusconi e alla difficoltà di trovare qualcuno che possa reggere il confronto con il rampante duo di quarantenni Meloni/Salvini, la figura di Parisi sembra essere provvidenziale.

In realtà l’asse forzista del nord (Toti, Romani, Gelmini) ha progetti ben diversi, che oltretutto non prevedrebbero la presenza di Parisi. Sta di fatto però che l’ottimo risultato del primo turno, la buona considerazione dell’opinione pubblica e le particolari contingenze politiche, potrebbero portare Berlusconi a fare una scelta che spiazzerebbe tutti, soprattutto i suoi “alleati”.

Se, come sembra, l’autunno portasse alle primarie per definire il leader del centrodestra, Parisi potrebbe diventare il jolly nelle mani dell’ex cavaliere per arginare soprattutto l’avanzata salviniana, oggi vincente ma ancora troppo lontano dal modello moderato che ha sempre auspicato Berlusconi. Pertanto, al netto del risultato di Milano che rimane una grande incognita anche alla luce dei risultati del primo turno, Mr. Chili potrebbe essere realmente l’homo novus tanto atteso da Arcore, capace di rappresentare perfettamente allo stesso tempo continuità e cambiamento, il tutto condito da ottime capacità manageriali.

Resta da capire soltanto quanto e quale peso assumeranno possibili franchi tiratori interni, ma senza dubbio, ancora una volta tutto è nelle mani di Silvio Berlusconi.

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